Magazine Diario personale

In teoria è facile

Da Francesca_82

Esiste  la corrente di pensiero che appoggia la totale libertà di espressione dei bambini e poi c'è quella che al contrario rinchiude il bambino dentro una serie di norme sociali per la buona convivenza. Da una parte in concreto una mamma che fa spallucce se la figlia seienne ruba al supermercato (!!!), dall'altra la madre orgogliosa della nana quattrenne che sa già leggere e scrivere e torna dall'asilo con i compiti delle vacanze.
Le madri, encantadas de la vida, entrambe pensano che sia il meglio per la loro prole.
Z. sì, è un po' vivace, passa la giornata a fare a cazzotti e se la prende con i più piccoli, piccolissimi e questa dovrebbe essere la messa in pratica dei principi libertari: che faccia quello che sente, che è  giusto così, che se non ha amici e si fa terra bruciata intorno imparerà a convivere sulla base delle sue esperienze. I suoi compagni la insultano e la isolano.
Già, le esperienze.
Noi genitori - di qualunque scuola di pensiero siamo - proiettiamo sui figli il nostro modo di vedere le cose, spesso sulla base delle nostre esperienze e sui libri che leggiamo, cercando una luce in mezzo alle tenebre. Figli liberi,vogliamo.
Vi stupirà, ma io vedo la bimba di quattro anni più felice di Z. anche se trincerata dietro ai compiti. Nonostante la scuola, ha una famiglia con valori e idee più libere della mamma di Z.
Quest'ultima mi dà l'impressione che gli sforzi di chi cerca di promuovere l'educazione libertaria vadano a farsi benedire. Le frustrazioni fanno parte del percorso della crescita e dell'auto-affermazione, ma non l'umiliazione, il bullismo,la totale assenza di valori.
Z.   non è  una bambina felice, piuttosto una bimba sola che secondo me, scarica sui compagni la sua rabbia per essere cresciuta libera ma non accompagnata nel percorso. La madre ha preso così sul serio il discorso della libertà di azione che altri genitori stanchi di vedere il proprio figlio preso a mazzate, si sono allontanati. Vi giuro che lei non fa una piega.

Ora ci ritroviamo nella scomodissima posizione di fare qualcosa. Raul è abbastanza contrariato all'idea di lasciare Marc alla Escoleta, tra le grinfie di Z.  e le accompagnanti a guardare perché i bimbi si devono auto- gestire, seh come no....
Sta considerando seriamente di mandare Marc alla scuola normale, alla materna ed elementari, solo al mattino, se la questione non si risolve entro l'estate. È abbastanza stufo di gente che si dichiara alternativa ma che sta generando una schiera di bimbi selvaggi, non liberi. Pensa che la maggioranza dei bimbi non siano felici, indipendentemente  dalla scuola che frequentano. Raul è un purista, sa cos'è l'anarchia e  ora si stanno confondendo nuovamente con la mancanza di regole, ovviamente in nome del "rispetto al bambino ". Pensa anche che la scuola pubblica non lo rovinerà (più della scuola libertaria ) perché noi come famiglia siamo i veri protagonisti della sua educazione e che sarà il primo a difendere il diritto di Marc al gioco e all'ozio e a non obbligarlo a finire i compiti e non andare a scuola se non vuole. Una bolla di anarchia nella scuola convenzionale, vamos. Che la felicità di Marc non dipende da dove e come passa le mattinate.
Stiamo quindi  discutendo sulla vera necessità di frequentare una scuola libertaria, se noi possiamo sopperire  in casa, ma  mi sono riunita con altre amiche con figli nati nella stessa estate di Marc per creare, se ci vedremo obbligate, uno spazio alternativo, dove ci siano rispetto  e le norme minime di convivenza.
Purtroppo non sono nella posizione per dire alla mamma di Z.  che si faccia vedere e da uno bravo, ma io non voglio privarmi della possibilità di vivere un'esperienza di educazione libertaria collettiva per colpa sua. Ecco che però Raul mi dice che mi sto aggrappando alla teoria, senza avere la dimostrata necessità di una scuola alternativa, con tutto il lavoro che comporta. Cioè, che lui sarebbe disposto a ricominciare il processo da zero laddove vedesse importanti lacune nostre o della scuola pubblica del nostro paesino. È vero, finché si sta in piccole scuole di paese si può ancora avere un rapporto diretto con le maestre, tant'è che sia mia suocera che mia cognata che tutto il paese sa ( dal giorno che finimmo in tv e facemmo outing) che nostro figlio sarà sempre noto per essere un po' speciale.
Non è  facile, Raul mi sta proponendo un vero programma anti- didattico che faccia tutti felici, e che non comporterebbe  rinunciare alla nostra etica. D'altro canto però.... perché i più  chiflados tutti da noi vengono a sabotarci periodicamente la scuola?!

Che fare, quindi?


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