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In the spotlight

Creato il 03 novembre 2010 da Isn't It Romantic?

IN THE SPOTLIGHT - SOTTO I RIFLETTORI
ANNA BATTAGLIA
L'AUTRICE

IN THE SPOTLIGHT - SOTTO I ...
Anna Battaglia nasce ad Arzignano (Vi) il 13 dicembre 1987. Vive in provincia di Vicenza con la sua famiglia. Nel 2006 consegue il diploma di liceo linguistico e s’iscrive alla facoltà di giurisprudenza all’università di Verona che ad oggi ancora frequenta ansiosa di conseguire l’agognata laurea che non più così lontana. Fin da piccola ha sempre avuto una fervida fantasia che la portava a creare storie di ogni genere ma ancora non sentiva la forte passione per la scrittura che è nata nei primi anni di liceo. Il suo primo romanzo comincia con un sogno. Svegliata nel cuore della notte da immagini troppo vivide per essere dimenticate, comincia a scrivere. Da allora non ha più smesso. Inizialmente la scrittura era solamente un passatempo, ci si dedicava solamente di tanto in tanto eppure le idee continuavano a fluire. Nel 2008 viene pubblicato a cura di Enrico Folci Editore il primo romanzo: “Robin Hood e Lady Marian, tutta un’altra storia”. Le ci sono voluti ben sei anni per completarlo ma una volta preso il ritmo la sezione dedicata ai manoscritti, sul computer, diventava sempre più corposa. Ora tra un esame e l’altro, destreggiandosi tra i molti impegni universitari continua a dedicarsi a questa passione diventata una costante della sua vita, della quale non può fare a meno. Da qualche mese ha cominciato anche a scrivere anche saltuariamente per un mensile locale.
IL LIBRO
ROBIN HOOD E LADY MARIAN TUTTA UN'ALTRA STORIA
IN THE SPOTLIGHT - SOTTO I ...
Editore:
Enrico Folci Editore
Curato da : Valentina La Selva
Illustratore: F.Badalini
Data di pubblicazione: 2008
Pagine: 200
ISBN: 8889939133
ISBN-13: 9788889939130
L’incontro fatato di Robin Hood e Lady Marian, sullo sfondo della tenebrosa foresta di Sherwood farà sbocciare un amore passionale ed inevitabile, che resisterà agli intrighi del perfido re Giovanni, ai complotti del crudele sceriffo ed alla minaccia della gelosia. Un amore tormentato e mai da dare per scontato, che guiderà i due giovani attraverso le difficoltà di un’epoca sanguinosa e piena di battaglie. La magia di una storia romantica senza età, il cui inizio si perde nell’era dei miti e delle leggende e che non smette mai di far sognare.
 


ESTRATTO dal romanzo: "Robin Hood e Lady Marian tutta un'altra storia"


Il barone di Lancaster, iracondo, scese dalla propria carrozza una volta giunto oltre le mura del palazzo. Il volto cupo mentre si lasciava seguire dalla moglie che doveva correre per stargli dietro, anch’essa adirata ma nel suo volto si denotavano principalmente sgomento e agitazione.
Attraversarono il piazzale scortati da alcune guardie fino a varcare la soglia del castello reale, il barone si fermò al centro dell’atrio, un’ampia stanza riccamente adornata da arazzi e quadri, su di un lato un mobile in massiccio legno ricoperto di candelabri su cui posò i guanti, con fare spiccio richiamò un servo.
- Voglio parlare con il principe... ora -, sentenziò con un tono che non ammetteva repliche.
Questo veloce si inchinò indietreggiando per poi salire di corsa le gradinate che portavano al piano superiore.Veloce, quasi inciampando sugli ultimi due gradini, si avventò verso le stanze private del principe Giovanni. Davanti alla porta due guardie armate di tutto punto lo fermarono.
- Cosa volete, sua maestà non vuole essere disturbato -, tuonò tra i muri del corridoio di pietra la voce severa del soldato.
- Il barone di Lancaster è qui e pretende di vederlo -, farfugliò il servo rigirandosi le mani intimorito da quelle figure minacciose. La guardia rifletté per un istante per poi scostarsi.
- Lo annuncerò io al principe, voi attendete qui, vi dirò io se farlo salire o meno -, dunque si voltò aprendo la porta che era alle sue spalle solo quel tanto da poter passare senza far intravedere nulla dell’interno all’uomo.
Giovanni che stava seduto in un angolo della stanza dietro una scrivania passò lo sguardo dai due uomini con cui stava parlando al soldato che era aveva appena fatto il suo ingresso. Il volto da furbesco e divertito si era irrigidito pieno di irritazione.
- Cosa diavolo ci fate qui? -, lo fissò stringendo i pugni sui braccioli della sedia, - Sbaglio o vi avevo detto che non volevo essere disturbato - .
I due uomini che stavano in piedi davanti alla scrivania si voltarono appena verso il nuovo arrivato, anch’essi facendosi più cupi. La guardia silente si fece avanti. - Perdonatemi Sire -, chinò in capo in segno di rispetto.
- Il barone di Lancaster è arrivato e pretende un’udienza con voi -.
Giovanni si mise subito in piedi come preso dall’ansia. - Cosa ci fa già qui... -.
Il soldato che non ne conosceva la risposta non aprì bocca. - Fatelo salire subito! -.
- Sì vostra maestà! - . Si chinò ancora una volta per poi sparire oltre la porta.
- E voi... dovete andarvene presto, non fatevi vedere quando uscite -, disse sbrigativo Giovanni ai due passando loro un sacchettino di monete.
- Questo è solo un anticipo... mi fido di voi! -.
Li fece allontanare più in fretta che poté, come preso da un’agitazione improvvisa che lo indusse a passeggiare nervoso per la stanza con il volto rosso ed ansioso, fino a quando la porta si spalancò ancora. Un uomo alto e robusto, con una pancia prominente e una grigia barba incolta, si fece avanti.Giovanni trovandosi davanti alla figura del barone sfoderò il suo migliore sorriso andandogli incontro.
- Barone... amico mio, benvenuto... posso offrirvi qualcosa da bere? -, gironzolava per la stanza quasi a disagio chiamando alcune ancelle che portassero del vino. - Come è andato il viaggio, non vi aspettavo prima di questa sera... -.
- Come è andato il viaggio? -, riprese l’anziano barone che non si volle sedere, troppo furioso per starsene fermo. - Volete sapere come è andato il viaggio? Siamo stati attaccati, ecco come è andato... -.
Giovanni si era fermato con il bicchiere a mezz’aria come stordito da ciò che aveva sentito. - A-attaccati? -.
- Esattamente, ci hanno teso un’imboscata e ci hanno derubati di tutti i denari che avevamo, compresi quelli destinati alla nostra causa -. Mentre spiegava ciò che era successo il volto gli si faceva grigio, cupo. - Hanno addirittura osato derubarci dei nostri anelli, a mia moglie e perfino i miei -, sempre più furibondo per l’affronto subito sfoderò le mani nude da qualsiasi ornamento, mostrandogliele.
- Chi si è azzardato a fare una cosa simile? -, riuscì solo a chiedere Giovanni che davanti a lui si sentiva quasi impotente.
- Non ha importanza chi è stato... -, rispose il barone movendo qualche passo verso di lui.
- Ma se non siete in grado di tenere sotto controllo le poche terre di cui ora detenete il potere… comincio a credere che non sareste nemmeno capace di governare l’intero Paese -.
Il principe sbiancò sotto il suo sguardo e quelle parole che tanto temeva, aveva bisogno dell’appoggio del barone, gli servivano i suoi denari per perseguire nel suo intento. - Le mie guardie che vi facevano da scorta? -, tentò disperatamente di trovare un appiglio.
- Sono dei buoni a nulla ecco cosa sono le vostre guardie - .
Quando sentì anche l’ultima speranza scivolargli via si lasciò ricadere sulla sedia. - Li prenderemo! -, affermò dopo qualche minuto di riflessione. - Uno ad uno... saranno messi alla gogna potete starne certo! - la voce vibrante.
Il barone sembrò soddisfatto della risposta e sorrise lievemente sollevato.
- E’ il minimo! State attento Giovanni, non fatemi più dubitare di voi... -, non gli lasciò il tempo di replicare perché uscì come una folata d’aria che fece rabbrividire il principe. Con un moto di disperazione ed ira si portò la mano sul volto. Non poteva rischiare tutto ciò per cui lavorava da anni, non ora che era così vicino al realizzare la sua più grande ambizione. Doveva saperne di più.
- Chiamatemi Sir Galant! -, ordinò gridando verso la guardia che stava per richiudere la porta. Quando il cavaliere si presentò affiancato da due guardie davanti al principe, immobile sull’attenti, rimase perplesso vedendolo ripiegato sul tavolo con le mani sulla fronte.
- Galant -, disse Giovanni sollevando gli occhi su di lui, penetrandolo con lo sguardo furente.
- Vostra Maestà? -, chiese lui senza lasciar trapelare il senso di inquietudine che gli davano quelle iridi infuocate. - Eravate voi a capo della scorta del barone -. La sua voce sibilante si diffondeva per la stanza, fin troppo pacata e bassa, un tono che usava quando niente più poteva riuscire a calmarlo.
- Sì Sire -.
- Cosa è successo? Chi vi ha attaccati? -, cominciò ad alzarsi facendo il giro della scrivania.
- Un’imboscata altezza. -.
- Chi? -, la domanda che più premeva al principe e che più spaventava l’ufficiale, costretto ad abbassare il capo.
- Robin Hood Sire… e i suoi compagni - .
Lo sapeva, lo sapeva che era opera loro, da quando Riccardo era partito e lui aveva preso il potere non avevano fatto che ostacolarlo. Con foga diede un pugno sordo sul tavolo cominciando poi ad avanzare verso di lui.
- Ancora... ancora non siete stati in grado di sgominarli -, si faceva sempre più vicino scrutandolo in volto con quello sguardo rabbioso, le sopracciglia increspate e i denti gialli digrignanti.
Il soldato dovette trattenere l’istinto di indietreggiare quando gli fu a pochi centimetri. - Sire noi... Io... -, non ebbe il tempo di finire perché Giovanni aveva estratto senza che Galant se ne accorgesse un pugnale dalla cinta e con uno scatto collerico gli aveva trafitto lo stomaco.
- Io non tollero errori Galant -.
Gli occhi del soldato si spalancarono scioccati al dolore improvviso, la bocca si aprì come se volesse dire ancora qualcosa ma nessun suono riuscì ad emettere, solo un gemito prima di cadere a terra con un tonfo metallico della cotta di maglia e i gambali dell’armatura che si schiantavano contro il pavimento.Prima che Galant potesse stramazzare, il principe gli aveva estratto il pugnale dall’addome e l’aveva fissato compiaciuto mentre periva.
- Ora sapete cosa succede se non vengono eseguiti i miei ordini, alla lettera -, proferì alle altre due guardie che erano rimaste paralizzate, senza parole, vedendo il loro superiore morire davanti a loro.
- Quei briganti devono sparire! -.
Come acquistare il libro?
Ad oggi l’unico modo per poter acquistare è richiederlo direttamente all’autrice tramite uno dei seguenti contatti
Sito Web dell’autrice:
http://annabattaglia.altervista.org/
Pagina Facebook del libro:
http://www.facebook.com/pages/Robin-Hood-e-Lady-Marian-tutta-unaltra-storia-di-Anna-Battaglia/208280740099?ref=ts
Gruppo Facebook del libro:
http://www.facebook.com/group.php?gid=114905195195519&ref=ts
Contatto Twitter dell’Autrice:
http://twitter.com/AnnaBat


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