Magazine Cinema

In Time, quando il tempo è denaro

Creato il 20 febbraio 2012 da Soloparolesparse

Il soggetto di partenza di In Time è davvero molto buono, qualcosa di interessante.
E devo ammettere che Andrew Niccol riesce a svilupparlo bene per buona parte del film dando vita ad una pellicola tesa e godibile (non solo per le cosce di Amanda Seyfried di cui si abusa a ragion veduta).
E se provate a sostituire il tempo-denaro con il denaro vero vi accorgerete che non ci si allontana nemmeno troppo dalla realtà in cui ci siamo ficcati.

In Time, quando il tempo è denaro

La scienza ha ormai reso potenzialmente immortali gli uomini, ma per rendere il mondo vivibile si è deciso di garantire ad ognuno solo 25 anni di vita.
Da quel momento in poi si smette di invecchiare e si continua a vivere solo se si riescono a raccimolare altri anni/mesi/giorni col lavoro o con altri mezzi.
Il problema è che questo a portato alla ghettizzazione dei più poveri che devono arrabattarsi per vivere un giorno dopo l’altro e alla nascita di parti della città di elite estrema, per accedere alle quali è necessario pagare (ore) e dove vivono ricchi personaggi ormai da centinaia di anni.

Questo l’assunto di partenza.
Il film racconta invece di Will che per un disguido (ma non solo) perde la madre, cui scade il tempo e subito dopo ha uno strano incontro con un riccone che non vuole più vivere e gli regala un secolo.
Da quel momento parte una nuova vita.
Will si sposta nella zona ricca della città dove incontra un banchiere ricchissimo e la di lei figlia Sylvia.
Solo che è anche ricercato per l’omicidio del riccone precedente e così rapisce la ragazza e fugge dando vita ad una lotta per la giustizia dalle conseguenze disastrose.

L’ambientazione, il mondo creato da Niccol sono davvero sorprendenti e convincenti.
Quartieri poveri, lotta per accaparrarsi minuti di vita, grandi ricchezze dalla parte opposta.
Geniale la scelta di rappresentare i poveri sempre impegnati a correre (non hanno mai tempo a disposizione) contrapposti alla calma e alla serenità dei ricchi.

In Time, quando il tempo è denaro

La prima parte del film è davvero notevole, almeno fino a quando In Time ci racconta il mondo in cui si vive.

Poi le cose cambiano un po’ e il film si trasforma soprattutto in un action movie con la coppia in fuga ed il poliziotto cattivo impegnato a scovarli.
Non si perde però mai l’attenzione sull’obiettivo e il tempo ha un ruolo fondamentale per tutto il film.

E poi entra in scena Amanda Seyfried e l’attenzione si sposta inevitabilmente sulle sue gambe sempre ben in vista, sui vestiti scelti con estrema cura per renderla sexy al massimo e su quel caschetto rosso che le dona parecchio.

In mezzo a tutto questo è evidente che Justin Timberlake e Amanda Seyfried sono una via di mezzo tra Robin Hood, visto che rubano ai ricchi per dare ai poveri, e Bonnie e Clide, visto che infilano una serie di rapine pistola in pugno condite da fughe in macchina ed inevitabile passione amorosa.

Forse qualcosa in più Niccol avrebbe potuto tirar fuori ma il film funziona molto bene anche così com’è.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :