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In trance

Creato il 02 settembre 2013 da Misterjamesford
In tranceRegia: Danny BoyleOrigine: UKAnno: 2013Durata: 101'
La trama (con parole mie): Simon, un giovane addetto alla sicurezza alle aste di opere d'arte, è il punto focale di un colpo che porta alla scomparsa di un quadro di Goya dal valore enorme, che una squadra di professionisti tenta di trafugare venendo ostacolata dallo stesso Simon.
La realtà, però, è ben diversa da come viene dipinta: Simon, infatti, è colluso con il leader del gruppo di criminali, Franck, ed è l'unico a conoscere l'esatta ubicazione del preziosissimo pezzo da collezione. Peccato che, a seguito di un trauma cranico subito durante la rapina, sia sopraggiunta un'amnesia che rende impossibile il recupero della merce: decisi a venirne in possesso ed assicuratisi che Simon non menta, Franck ed i suoi uomini decidono di affidarlo alle cure di un'esperta ipnotista che potrebbe catturare l'informazione scavando nei recessi della mente del fulcro dell'intera operazione.
In trance
Danny Boyle è un tipo da non sottovalutare, neppure quando gli addetti ai lavori o la critica illustre finiscono per sottovalutarlo a loro volta: del resto, stiamo parlando di un regista in grado di spaziare da cult come Trainspotting a grandi successi come The Millionaire, da horror d'autore come 28 giorni dopo a pregevoli escursioni nella fantascienza come Sunshine.
Eppure, dovevo aspettarmelo: prima o poi doveva arrivare, dopo quelli di Cronenberg, Polanski, Scorsese e Malick - tutti nomi, comunque, di gran lunga più altisonanti del suo - anche per il cineasta nativo di Manchester lo scivolone che avrebbe portato alle bottigliate.
Perchè è proprio questo che è, In trance. Uno scivolone. E anche piuttosto evidente.
Non bastano, infatti, un cast eterogeneo ed internazionale, la consueta regia serrata, una fotografia curatissima e satura, un nudo integrale di Rosario Dawson - sì, avete letto bene -, per rendere consistente una pellicola prevedibile, noiosa e scritta davvero da cani: In trance è il genere di film che se soltanto avesse avuto qualche pretesa in più avrebbe corso il rischio di farmi incazzare tanto da stuzzicare un eventuale inserimento nel peggio dell'anno, un tentativo assolutamente non riuscito di confezionare un gioco a scatole cinesi nello stile - per rimanere in ambito anglosassone - di Christopher Nolan, un gioco di prestigio dilettantistico che oltre ad essere poco originale finisce per tentare inutilmente di prendersi gioco dell'intelligenza dello spettatore attraverso scelte che dovrebbero costituire twist sconvolgenti ma che finiscono per rivelarsi disastrose, caotiche, confusionarie ed assolutamente assurde, neanche ci trovassimo nell'ultimo degli horrorini di stagione buoni giusto come visione riempitiva da limonata selvaggia dei ragazzini.
L'unica giustificazione che potrebbe venirmi in mente per cercare di salvare il buon Boyle è che In trance sia stato una sorta di tributo richiesto dalla Fox - che distribuisce la pellicola - in cambio della possibilità di girare con un certo budget Porno, l'attesissimo sequel del già citato Trainspotting, già annunciato: una sorta, dunque, di lavoro su commissione al quale il regista pare aver partecipato con enorme svogliatezza, un pò come un cast mai così demotivato, da un Vincent Cassel decisamente riciclato ad una Rosario Dawson buona giusto per il suddetto nudo integrale, senza contare James McAvoy, alla sua interpretazione peggiore nonchè volto di un personaggio assolutamente irritante che fin dai primi minuti finisce per spostare le simpatie del pubblico sui quattro criminali che, almeno in teoria, dovrebbero essere i suoi persecutori ma che finiscono per avere appoggio incondizionato da parte dell'audience - almeno di quella di casa Ford - proprio per la supponenza dello stesso.
Se, inoltre, finora potreste pensare che sia uscito da quest'esperienza da spettatore piuttosto contrariato, dovreste considerare che a tutte le lacune sopra elencate si aggiungono tentativi su tentativi di rendere l'intreccio apparentemente più complesso capaci di scadere uno dopo l'altro nel ridicolo più o meno involontario, dal vizio del gioco d'azzardo del protagonista alla sua malatissima - ed implausibile - storia con l'ipnotista: una sorta di gioco a lanciare il sasso e nascondere la mano che appesantisce l'intero lavoro con un'aura malsana frutto di un mix poco riuscito di buonismo e giustizialismo, per quanto le due cose possano trovarsi agli antipodi.
Se queste sono le premesse per il futuro di Danny Boyle, allora chi l'aveva amato negli anni novanta e oltre dovrebbe cominciare davvero a preoccuparsi: da parte mia, confido sempre nell'imposizione del distributore e spero presto di svegliarmi da questa trance scoprendo di aver fatto solo un brutto sogno.
MrFord
"It has has been a thousand years since I have gave up hope in
I've told my heart to know my tears at the bottom of the ocean
I hit the ground, I hate the dirt
when cold turkey on the church
I just keep on running, running, running, running..."Emeli Sande - "Here it comes" - 


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