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in trance

Creato il 07 settembre 2013 da Albertogallo

TRANCE (Uk 2012)

locandina in trance

Se dovessi dire a quale categoria appartiene la maggior parte dei film hollywoodiani o comunque d’intrattenimento, non avrei alcun dubbio: la categoria delle pellicole futili e ben fatte, che si fanno guardare e dimenticare con la stessa facilità. E a questo ampio gruppo appartiene senz’altro anche In trance (quell’in aggiunto al titolo italiano sa tanto di “Oddìo, potrebbero scambiarlo per un film sui travestiti!”), ennesima opera di uno dei registi più ingiudicabili degli ultimi vent’anni, l’inglese Danny Boyle.

La vicenda, ambientata in una Londra cupa e ben poco turistica, ruota intorno al tentato furto di un quadro di Goya da parte di un gruppo di delinquentelli capeggiati dal francese Franck (interpretato da Vincent Cassel). Motore della vicenda è il fatto che il povero Simon (James McAvoy), in seguito a una botta in testa, non si ricorda più dove ha nascosto il dipinto. Cercherà di fargli tornare la memoria la bella ipnotista Elizabeth (Rosario Dawson).

La prima mezz’ora del film è davvero fantastica: tesa, coinvolgente, senza un attimo di respiro. Wow!, si potrebbe pensare, una volta tanto siamo di fronte a un thriller originale e ben fatto, con le giuste dosi di tensione e violenza e quel po’ di ironia che non guasta mai. Poi, però, piano piano la sceneggiatura si inaridisce, involvendosi nei meandri di una storia pseudo-psichedelica in cui non si capisce bene cosa è reale e cosa non lo è. Immaginate di mescolare il brit-pulp di Guy Ritchie con opere come Vanilla Sky o Eternal Sunshine: ecco, avrete più o meno un’idea di che cos’è In trance. E lo stile? Be’, lo stile è quel solito, inafferrabile postmodernismo da videoclip sotto effetto di stupefacenti cui da sempre ci ha abituati Danny Boyle: vi piace? Non vi piace? Prendere o lasciare.
In ogni caso temo tanto che i più si ricorderanno di questo film soltanto per il nudo integrale di Rosario Dawson. Eeeeeh…

Alberto Gallo



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