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In treno

Creato il 05 marzo 2010 da Bussola
Sono a Lecce, mi sono presa due giorni per farmi coccolare da mamma. Ieri mentre viaggiavo in treno osservavo una bimba albanese che con il padre tornava in Albania. La bambina ha parlato indefessamente per tutto il viaggio, il padre pazientemente l'ascoltava senza mai proferir parola, probabilmente per paura di dar fastidio agli altri passeggeri. La bambina non si faceva scoraggiare dal silenzio del padre, continuava da sola a trovare spunti per nuove conversazioni. Come per magia la mia mente è tornata ad un altro viaggio. Ve lo posto
10 luglio 2008
In treno per Lecce e un messaggio di mia madre in arrivo. – Bimba qui il tempo è bello e il bonsai carmona ti aspetta fiorito per cui lasciati alle spalle tutti i problemi del lavoro e goditi questa meritata vacanza.
Al posto davanti al mio c’è un padre e uno splendido bambino con dei riccioli nocciola. Saluto e mi accomodo nella mia poltrona. Chiudo gli occhi e penso allo stress che mi sto lasciando alle spalle almeno per qualche giorno.Fuori la città è assolata. Decido di aprire il libro che mi ha regalato Davide per il mio compleanno “Il sistema periodico” di Primo Levi.
Ogni tanto interrompo la lettura per guardare il padre e il figlio che dialogano. Il bambino è sordomuto, ha un apparecchio acustico intorno all’orecchio destro. Emette dei suoni che sono come parole a cui mancano lettere. Il padre lo capisce senza problemi e io riesco a seguire il discorso dalle parole del padre.
“Scendono a Foggia e anche se il treno corre veloce mancano ancora molte fermate”
Poi il padre decide di commentare con noi che in eurostar sembra di essere in una nave, ci sono sempre gli ondeggiamenti. Io e la ragazza che mi è accanto sorridiamo. Il bambino ride per la battuta del padre e perché noi l’abbiamo trovata divertente.
Decide di abbandonare la timidezza e mi chiede secco- Come ti chiami? –Panico, sta parlando a me.
E se non lo capisco? Comunque almeno questa domanda l’ho capita e quindi tanto vale rispondere- Danila e tu?-Mi risponde di chiamarsi Luca. Cavoli ho capito anche la sua risposta!- Quanti anni hai ? – come tutti i bambini è curioso
- 31 e tu?-
Ripropongo sempre le stesse domande per essere agevolata nella comprensione delle risposte. Lui ne ha sette. Vuole sapere dove abito e gli rispondo un po’ a Roma e un po’ a Lecce.
Non sa dove si trova Lecce. Prendo una penna e disegno dietro l’ultima pagina del mio libro una cartina dell’Italia, con il tacco e alla punta del tacco indico casa mia.
Capisco che vorrebbe usare la penna e ho un’idea: cerco nella mia borsa il mio blocco e strappo una pagina e consegno carta e penna.
Lui è contento. Disegna il mondo e poi mi chiede di aprire la pagina dove avevo disegnato l’Italia che la vuole copiare e mettere nel mondo.
L’Italia occupa tutto il mondo mentre America e Africa sono due piccole isolette, la Francia è fuori. Convengo con lui sulle proporzioni, infondo siamo italiani.
Poi gira il foglio e disegna una città urbanizzata peggio di Roma.Chiedo al bambino che vuole fare da grande e lui senza esitazioni mi risponde il medico.
- Cavoli il medico! Ma che tipo di medico? Sai che ci sono tanti tipi di medici: quelli che curano i bambini, quelli che curano i denti, quelli che operano in ospedale-
Il bambino chiede al padre come si chiama il medico che lo sta seguendo e poi mi risponde- Voglio fare l’otorino-
Il padre mi conferma che è molto bravo a scuola ed ha molta voglia di imparare a differenza del fratello più grande.
Continuo a parlare in maniera miracolosa con uno splendido bambino sordomuto e sento che già stress e tensioni sono lontani.
Prima di scendere dal treno il bambino mi regala il suo disegno.
In treno

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