Fa discutere in Tunisia un progetto di legge che prevede l’amnistia per i reati di corruzione e che potrebbe salvare dal carcere numerosi uomini politici dell’era Ben Ali.
Più volte nelle ultime settimane, partiti politici e manifestanti hanno riempito le piazze a Tunisi e in altre città del paese per chiedere che il disegno – attualmente all’esame del parlamento - venga ritirato.
Ancora ieri sera, centinaia di persone hanno sfilato lungo il viale Bourghiba scandendo “No a una riconciliazione che cancella la corruzione”.
Lo slogan prende il nome dalla bozza della nuova legge, presentata a giugno dal presidente Béji Caïd Essebsi in consiglio dei ministri con il titolo “Riconciliazione economica e finanziaria”.
In cambio dell’amnistia per i reati di corruzione, la normativa prevede il pagamento di un’indennità.
In base alle leggi d’emergenza reintrodotte nel paese dopo l’attacco a Sousse dello scorso giugno, in cui sono morte 38 persone, ogni tipo di manifestazione e raggruppamento in pubblico è considerato illegale e può essere disperso dalle forze dell’ordine.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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