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In tv i video di alta qualità via Internet, la sfida di Cisco per rilanciare le “telco” (La Repubblica)

Creato il 18 novembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano

In tv i video di alta qualità via Internet, la sfida di Cisco per rilanciare le “telco” (La Repubblica)

Paolo Campoli (Cto di Cisco Europe)

«La fase dei test è ormai sostanzialmente finita, la piattaforma è pronta a partire già con gli inizi del prossimo anno. Ora la decisione è delle telco europee che hanno aderito al progetto. Telecom Italia, Swisscom, i francesi di Sfr, Belgacom». Per Paolo Campoli, Cto (Chief technology officer) di Cisco Europe, questo progetto, la Federazione dei Cdn, è una delle migliori possibilità per rimettere le telco al centro del mercato, facendo recuperare loro terreno nei confronti delle grandi Internet company. Cdn è una sigla che sta per Content Delivery Network: è il sistema di distribuzione di contenuti video via Internet ma con alti standard qualitativi, in grado cioè di alimentare una fruizione da televisore con gli stessi risultati delle migliori piattaforme broadcast, terresti o satellitari, alta definizione compresa. E la “Federazione di Cdn” di Cisco altro non è che una rete di reti.
«Questo prodotto amplia il portafoglio di offerta delle telco - spiega Campoli - che possono ovviamente costruire una loro rete di distribuzione e che in molti casi già la hanno, come appunto nel caso di Telecom Italia, con la sua piattaforma Cubo, a cui abbiamo fornito anche noi la tecnologia. Con il nuovo sistema e la nuova architettura ora una telco può integrare le reti di altri soggetti tra di loro e con le proprie. E questo aumenta la potenzialità del mercato e il loro ruolo». Le telco potranno così investire in Cdn come integrazione e non in alternativa agli Ott, i cosiddetti operatori Over The Top, come sono appunto Google o Netflix, che non hanno reti proprie ma solo sistemi di server dedicati ai video, i Cdn, appunto. «La Federazione è un sistema aperto, sta diventando uno standard per la tv su Internet. Abbiamo lavorato a lungo con le Telco per convincerle che entrare sul mercato in questo modo era l’unico sistema per rispondere con successo agli Over The Top, con vantaggio per tutti e anche per gli utenti».
Per Cisco (che ha presentato mercoledì scorso la sua trimestrale, con ricavi in crescita del 2% a 12,1 miliardi e utili in contrazione del 4,6% a 2 miliardi) la tv è ormai uno degli snodi strategici del business plan. Grazie anche ad acquisizioni. «Come con quella, l’anno scorso, di Nds, il sistema di gestione e codifica del segnale tv che usa tutto il gruppo NewsCorp, compresa ovviamente Sky Italia. E questo ci apre spazi sia nelle tecnolgie dei set top box che in quella dei terminali mobili, come nel caso del sistema SkyGo. Una strategia che punta a cogliere le opportunità che verranno dal boom del traffico legato ai video in Rete, come ha rilevato il nostro Vni, Visual Networking Index, anche per l’Italia. Nel periodo 2012-2017, secondo il nostro studio, il traffico Ip in Italia crescerà di tre volte. E nel 2017 - continua Campoli ben l’87% del traffico generato dalle utenze domestiche sarà traffico di contenuti video».
Ma il video è anche uno dei principali fattori guida per lo sviluppo anche delle reti mobili: sempre secondo il Vni Index di Cisco, l’anno scorso appena il 10% di traffico video era originato da terminali diversi da un pc. Tra quattro anni questa quota salirà al 45%. Smartphone e tavolette produrranno il 33% del traffici complessivo (era solo il 4% nel 2012. E anche le tv connesse, le smart tv, inizieranno ad avanzare e arriveranno a pesare il 7% del traffico totale. «La domanda di video in mobilità, partita tre o quattro anni fa - spiega Campoli - sta congestionando le reti mobili di tutti gli operatori. Il problema principale, in questo caso, è la gestione dei picchi. Tanto per fare un esempio: le celle che coprono aree dove ci sono scuole registrano picchi all’orario di uscita degli studenti. E poiché nelle città ogni punto non è mai coperto da una sola cella, e spesso da più di due, si può gestire il traffico spostando capacità dall’una all’altra a seconda delle esigenze. Una manovra che finora viene fatta quasi manualmente da ogni operatore ma che ora viene fatta da piattaforme software che rendono le reti molto intelligenti».
Questo non significa però che Cisco sta cambiando la sua strategia verso le telco mobili: «Non facciamo outsourcing, non rileviamo pezzi di attività dagli operatori, tanto meno caricandoci di quote del loro personale. Noi vendiamo loro hardware e software. E ovviamente ci occupiamo anche della manutenzione. Ma non è questo il settore in cui vogliamo crescere: per questo puntiamo verso altre categorie di grandi clienti, a partire dalle banche e dalla Pubblica amministrazione. Ma stiamo sviluppando nuove offerte anche verso le pmi e perfino verso il settore Soho, i professionisti».
Stefano Carliper "La Repubblica"

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