Magazine Cinema

in un Texas freddo e oscuro...

Creato il 07 ottobre 2014 da Omar
in un Texas freddo e oscuro...Poco più che trentenne, tre pluripremiati lungometraggi al suo attivo, Jim Mickle è uno dei pochissimi nella schiatta dei nuovi registi americani ad essersi affermato nel giro dei grandi festival praticando un cinema schiettamente di genere (forse per questo in Italia se lo filano in pochi). Il suo esordio rintoccò con l’horror Mulberry Street (2006), cui fece seguito l'ottimo Stake Land (2010, premio del pubblico a Toronto) perché «gli horror sono più facili da produrre», e l’anno scorso era stato selezionato alla Quinzaine per We are what we are (2013), remake molto toccante di un originale family-cannibal messicano.Con Freddo a Luglio siamo nel profondo, asciuttissimo Texas, sul finire degli anni '80. Richard Dane (il bravo Michael C. Hall di Dexter) è un corniciaio che vive nella provincia americana con moglie e  figlioletto. Una notte, destato da rumori sospetti, scopre che un ladro si è introdotto in casa. Recuperata la pistola spara accidentalmente un colpo che uccide il malvivente. Stabilita la legittima difesa, la polizia rilascia Richard dopo la deposizione in cui apprende il nome dell'uomo che ha ucciso. I giorni passano e Richard fatica non poco a recuperare il suo tran-tran. A peggiorare le cose si manifesta Ben Russel, galeotto in libertà vigilata nonché padre del delinquente defunto, deciso a vendicare la morte del suo ragazzo. L'uomo minaccia il bambino di Richard, che chiede alla polizia di sorvegliare la sua casa e di proteggere la sua famiglia. Ma quando Richard scoprirà per caso che l'identità del ladro che ha assassinato nel suo salotto non corrisponde in realtà a quella del figlio del suo persecutore, chiederà a quest'ultimo di rinunciare ai propositi suoi bellicosi per aiutarlo a capire cosa è successo veramente. in un Texas freddo e oscuro...Ubicato in un'epoca di vhs e spalline, Cold in July è la trasposizione filologicamente corretta di un celebre romanzo di Joe R. Lansdale, ed è tra le più canoniche di quelle «vicende straordinarie che si dipanano da una situazione ordinaria» tanto care allo scrittore statunitense. Ambientando la storia in una realtà provinciale e periferica del sud USA, l'autore torna infatti anche in questa occasione a perlustrare i recessi della tranquilla borghesia d'oltreoceano, innestandovi i temi che più aderiscono alla sua poetica: la vendetta, l'orrore e la continguità dell'uomo con il Male.In bilico tra il disastro e la risata, la trasposizione di Mickle centra il bersaglio guadagnando in ritmo e compostezza formale mentre insegue l'affastellarsi di trame del plot originario, senza farsene travolgere. E il prodotto finale non delude, anzi, ci regala un calibrato revival dei mitici '80 (con tanto di mullet - il taglio "alla tedesca" tipico di quegli anni - del protagonista) in cui rilucono alla grande due star di quel preciso momento storico: uno è Sam Shepard nella parte dell'anziano padre pregiudicato in cerca di vendetta, una faccia aspra e densa di sfumature che da sola si porta appresso un portato di violenza sapientemente controllata tale da giustificare abbondantemente il prezzo del biglietto (tra l’altro il regista ha rivelato in più occasioni che Shepard, scrittore e drammaturgo di dimensioni maiuscole, gli ha risolto almeno una scena decisiva, riscrivendola). Ma l’altro campione è ancora meglio: Don Johnson, in un ruolo un po’ alla Dennis Hopper, quello di un detective privato sbruffone che arriva a bordo di un’auto targata RED BTCH.in un Texas freddo e oscuro...Ritratti forti, dotati un notevole gradiente di ambiguità tanto sulla carta che sullo schermo e la cui efficacia si deve qui alle performance disilluse e anarcoidi degli interpreti, che formano un terzetto di vigilantes destinato indubbiamente a lasciare tracce di sé nella storia del genere. Lontani dai cliché bidimensionali cari al filone (o, forse, talmente pregni di essi da trasbordare), i personaggi di Freddo a Luglio si agitano, come ogni personaggio di Lansdale, nell'oscurità che permea la ragione umana generando quel propellente basilare della letteratura che sono le storie. In quel Texas che tanti altri grandi della letteratura hanno magnificato, dentro ai suoi meravigliosi orizzonti ocrati che sanno mescolare luce ad ombra, il film indaga il mistero che siamo offrendoci il ritratto di un uomo tranquillo e pacato, disposto a mettere in gioco le proprie certezze pur di conoscere la verità.in un Texas freddo e oscuro...Cold in July è in definitiva un thriller che vira sul crinale della commedia nera, esibendo un grottesco risvolto dell'american way of life. Ed è un vero peccato che, a conti fatti, a visione ultimata si rinsaldi con sempre maggiore convinzione l'ipotesi che quello straordinario connubio di humor e spavento che hanno reso Lansdale uno dei più amati storytellers americani, in realtà non sia riproducibile in toto sul grande schermo: pur regalando allo spettatore momenti di sincera goduria, il film del talentuoso Mickle non ci restituisce infatti che l'impronta della grandezza di Big Joe. Ma resta un buon film, affollato di belle facce corrugate e di uno speciale frisson, e questo basta!  

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :