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In una conchiglia il rumore della neve

Creato il 28 settembre 2010 da Andreapomella

In una conchiglia il rumore della neveIeri guardavo le foto della neve, della nevicata di febbraio improvvisa e veloce che quest’anno ha sorpreso Roma. Nelle foto si vede la facciata del palazzo di fronte al mio, camuffata da un’infinità di righe oblique che sembra il fotogramma consumato di un vecchio film muto. Si vede l’ombra di un viso che guarda da dietro una finestra, al di là dell’ombra si intuisce il calore di una bella casa borghese, iper-riscaldata, accogliente e consolante. L’ombra non appartiene né a un uomo né a una donna, è un’ombra neutra, un essere umano profondamente solo attratto per un momento dal biancore e dalle veloci raffiche della neve. Forse è un bambino, o forse un vecchio, o forse una creatura senza età i cui occhi cerchiati di nero testimoniano l’attesa di questa giornata inaudita e nevosa. In certe foto si percepisce il silenzio, le spine sui balconi sono congelate e non pungono gli uccelli, il male stesso è gelato, tutto è fermo. Quando sono state scattate queste foto la mia casa era ancora vuota, sulle pareti c’era uno strato di pittura fresca e i pavimenti erano velati di polvere, c’erano appena dei residui appartenuti all’arredamento dell’inquilino precedente. Quando noi cerchiamo di invocare il passato in realtà non facciamo altro che supplicare il ritorno degli oggetti. Adesso mi è venuto in mente che tra le mani di quell’essere umano affacciato dietro la finestra ci fosse una conchiglia. In realtà nella foto non si vede alcuna conchiglia, eppure ne sono quasi certo. Non so se esistano conchiglie capaci di trattenere il rumore della neve. Ad ogni modo, io faccio in modo che esistano, perché nella vita faccio questo, invento conchiglie in cui si ascolta il rumore della neve.

*

William S. Merwin, LA NEVE

Tu senza paura di morire
come temevi l’inverno
la cataratta che si formava sulla verde collina di frumento
ghiaccio sulla clessidra e gradini e calendario
sta nevicando
dopo che non eri nato venne il mio turno
di portarti in un mondo che mi precedeva
cercando d’immaginarti
sono il tuo genitore all’inizio dell’inverno
tu sei il mio bambino
siamo un solo corpo
un solo sangue
una riga rossa che scioglie la neve
riga indivisa sulla neve che cade


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