È in arrivo nel mese di dicembre in tutte le librerie virtuali e fisiche, “I sentieri dell’anima” una silloge dell’autore Pietro Pani, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni, per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.
Vogliamo darmi un assaggio del libro introducendovi alla prefazione di Maila Daniela Tritto, collaboratrice per la collana “Trasfigurazioni”. Buona lettura!
«Vorrei navigarti in quel mare che ti accarezza e ti modella l’anima. Fermarmi nei tuoi respiri, in quegli attimi che diventano eterni», così esordisce Pietro Pani in Vorrei navigarti, l’autore del libro che state per leggere, I sentieri dell’anima.
Nelle pagine che compongono il volume, Pietro Pani ci guida quasi per mano tra i suoi ricordi, come nella poesia Sarai un attimo eterno (mamma) 8 maggio 2014. Là dove il tempo sembra essere sospeso per celebrare la memoria e l’affetto della persona che l’ha messo al mondo: la mamma, che qui è dolcemente avvolta dal profumo della rosa che il figlio le porge fra i suoi capelli. La mamma, che è la protagonista indiscussa di questo brano, e che non lo abbandonerà mai, poiché vivrà sempre nei ricordi del poeta: «sarai lì, tra un’estate e un inverno, mamma, sarai quell’attimo che diventa eterno».
La struttura del libro è particolare e originale, giacché il filo conduttore che unisce le varie poesie è la memoria dell’autore, il quale narra in prima persona le sue emozioni. Così come farebbero i poeti di cui parla nei versi di L’abbraccio stanco della notte, nei quali descrive l’atteggiamento di chi ha l’anima tanto sensibile da avere la necessità di fermare con le parole gli attimi di vita vissuta, lì sui quei fogli che da bianchi si tingono d’inchiostro. L’anima che, tuttavia è: «in subbuglio, perché i poeti sono come le barche che lasciano il porto, pronte a sfidare la tempesta».
In realtà, non si sa in quale luogo possa approdare l’anima, poiché i sentieri sono molteplici e conducono in luoghi diversi. Per esempio ci sono i territori conosciuti, come quelli che fanno parte della Sardegna che è la terra cara all’autore, e che lo rivela nei versi Sardigna mia ‘e su coru: «distesa d’acqua infinita che si perde all’orizzonte, di splendore cingi pianura e monte. Sei lacrime salate, silenzi di anime e spazi incantati». O in A mio padre, un’altra figura centrale che è rammentata in particolare nella lingua vernacolare: «babbu miu de su coru, tengiu unu isu. De ti torra’a biri, cun Marianna Pisu».
Eppure, quei luoghi non fanno parte solo della nostra realtà italiana, bensì Pietro Pani ci offre uno scorcio delle località avvolte dal mistero, poiché non da tutti conosciute, come in Il treno per Istanbul. «È un treno che mi porta via, lontano dai tuoi occhi viola, lasciati a Istanbul in un giorno di pioggia», ci dice l’autore che, in tal senso, ha in sé l’immagine di un uomo cosmopolita il quale è interessato alle diverse culture dei paesi del mondo.
Un mondo che si distingue sia per i suoi lati positivi e gioiosi sia per quelli negativi, giacché a ostacolarlo ci sono le brutture causate dalle varie guerre. Per questo il pensiero è rivolto a tutti quelli che si trovano in difficoltà, come in Bambino di Gaza: «dammi la forza di essere ancora un uomo, mentre povere carni si dividono nell’acre odore di morte». Le parole giungono con la forza prorompente di chi rifiuta questa situazione di disagio e d’ingiustizia sociale, perché i bambini hanno l’anima pura che non può essere graffiata, ma deve necessariamente mantenere il suo candore.
Tuttavia forse esiste una realtà diversa, ed è questo che si augura l’autore. Un posto che ci permetta di sognare, e nel quale non ci sentiremo mai soli, poiché percorreremo la strada della bellezza della natura che in un primo momento si oppone alle disarmonie, ma poi svela la sua forza misteriosa e maestosa. A voi tutti buon viaggio.
Prefazione del libro “I sentieri dell’anima” curata da Maila Daniela Tritto
Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un’e-mail ([email protected]) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana “Trasfigurazioni” con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: [email protected].
Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa ([email protected])
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