È in arrivo in tutte le librerie, dal mese di settembre 2014, il nuovo romanzo di Delia L. Sant, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni, per la collana “Trasfigurazioni” in collaborazione editoriale con Oubliette Magazine.
“La Stagione dei Papaveri” propone una protagonista femminile alla scoperta di se stessa e delle sue passioni. Silvia Rivera è originaria dell’Ecuador, ama la sua terra, le sue contraddizioni e la sua famiglia che le ha donato la facoltà di studiare e, dunque, di migliorare la sua condizione di vita.
Sin dalle più antiche leggende, il papavero, è un fiore protagonista di svariate credenze popolari. Era considerato il fiore della consolazione e veniva regalato alle donne che subivano momenti di forte pressione psicologica; veniva utilizzato in svariati modi per recuperare una sorta di serenità perduta.
Esemplare il mito greco di Demetra, divinità dei campi e dei raccolti, nel quale la Dea, sconfortata per il rapimento dell’adorata figlia Persefone, riacquista la sua quiete dopo aver sorseggiato un infuso prodotto dai fiori di papavero.
Il papavero, così, diventa simbolo dell’oblio, del sonno dei sensi e soprattutto del cuore. La dimenticanza è sempre stata una meta ambita per coloro che si son trovati, nel cammino della vita, davanti a situazioni di forte angoscia e desolazione. L’oblio ed il sonno garantiscono la pace dei sensi e, dunque, il successivo benessere; non a caso, nell’iconografia, Morfeo veniva raffigurato con un mazzo di papaveri tra le braccia.
“Fin da bambina Silvia incominciò a sognare; “Quando crescerò, voglio volare per il cielo azzurro” pensava. “Attraverserò gli oceani e andrò molto lontano.” Può sembrare strano, però lei non desiderava andare negli Stati Uniti. In quel tempo tutti sognavano Gli Stati Uniti. Lei voleva andare in un luogo diverso l’Italia per esempio.”
Silvia è una piccola donna con grandi sogni; ci insegna fortemente che la determinazione e la passione possono ribaltare la realtà del momento e, quindi, agire su un piano di mutamento e di miglioramento di se. Il reale diventa qualcosa di plasmabile nelle mani della nostra protagonista, e sin da giovanissima mostra la curiosità della conoscenza e quindi dell’approcciarsi nelle culture altrui.
Sarà una borsa di studio a dar la possibilità a Silvia di partire per sette mesi ad Jesi, cittadina della provincia di Ancona in Italia. Un viaggio a cui non poteva rinunciare, un’occasione di forte fascino artistico e sociale che si materializza quasi per incanto.
“Quando l’aereo atterrò a Fiumicino, Silvia sperimentò la sensazione più straordinaria. Roma, apparve ai suoi occhi che brillavano di intensa felicità. Adesso si sentiva pronta per iniziare la sua nuova avventura nella vita.
Era consapevole del suo ruolo nella società del suo paese, del fatto che in Ecuador non apparteneva a una famiglia ricca. Il viaggio che aveva appena concluso doveva considerarsi come l’inizio di una grande impresa. Un viaggio simile era riservato alle persone che avevano soldi, ma per le persone normali era un miraggio, un sogno, un’illusione. A volte però, i sogni possono avverarsi.”
Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un’e-mail ([email protected]) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana “Trasfigurazioni” con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: [email protected]
Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa ([email protected])
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