FRANCIA: Jean Luc Bannalec, Un caffè amaro per il commissario Dupin, Piemme
FRANCIA, Jean Michel Guenassia, La mano sbagliata, Salani
PARIGI, Cristina Petit, Qualcosa che somiglia al vero amore, TRE60
SVALBARD, Monika Kristensen, Operazione Fritham, Iperborea
ISLANDA: Jon Kalman Stefansson, I pesci non hanno gambe, Iperborea
SCOZIA, James Boswell, Diario di un viaggio alle Ebridi, Sellerio
INGHILTERRA, Helen Humphreys, Il canto del crepuscolo, Playground
INGHILTERRA, Susanne Goga, I misteri di Chalk Hill, Giunti
INGHILTERRA, John Boyne, La casa dei fantasmi, Rizzoli
INGHILTERRA\IRLANDA:Joseph O’Connor, Il gruppo, Guanda
SCOZIA, Peter May, L’uomo degli scacchi, Einaudi
GERMANIA, Brigitte Glaser, Delitto al pepe rosa, Emons
GERMANIA, Una vita intera, di Robert Seethaler, Neri Pozza
DANIMARCA, Erik Valeur, Il settimo bambino, Neri Pozza
SVIZZERA: Martin Suter, Allmen e le dalie, Sellerio
GRECIA: Fabrizio Ardito, Sul monte Athos, Ediciclo
GRECIA, Alexandros Papadiamantis, L’assassina, Elliot
PRAGA, Gustav Meyrink, Il golem, Tre editori
PORTOGALLO: Joao Ricardo Pedro, Il tuo volto sarà l’ultimo, Nutrimenti
LISBONA, Lorenzo Pini, A Lisbona con Antonio Tabucchi, Perrone editore
OLANDA, Paolo Ciampi, L’Olanda è un fiore, Ediciclo
AMSTERDAM, Nescio, Storie di Amsterdam, Iperborea
AUSTRIA, Maya Haderlap, L’angelo dell’oblio, Keller
RUSSIA, Andrej Platonov, Cevengur, Einaudi
RUSSIA, Martin Cruz Smith, Tatiana, Mondadori
EX YUGOSLAVIA, Gordana Kuic, Il profumo della pioggia nei Balcani, Bollati
ROMANIA, Vintila Horla, Dio nato in esilio, Castelvecchi
SPAGNA: Cristina Sanchez Andrade, Le sorelle Inviernas, Elliot
SVEZIA: Carl Johan Valgren, Il bambino ombra, Marsilio
ESTONIA, Jan Cross, La congiura, Iperborea
BULGARIA, Evtimova Zdravka , Sinfonia, Controluce
LITUANIA, Romualdas Granauskass, La vita sotto l’acero, Controluce
in Asia
ASIA: Henri Michaux, Un barbaro in Asia,Obarrao
CINA, Xiaolu Guo, 20 frammenti di gioventù verace, Metropoli d’Asia
CINA, Pierre Loti, Gli ultimi giorni di Pechino, Luni
GIAPPONE, Yasushi Inoue, La lotta dei tori,Skira
GIAPPONE, Radika Jha, Confessioni di una vittima dello shopping, Sellerio
MALESIA, Shih.li Kow, La somma delle nostre follie, Metropoli d’Asia
TURCHIA, HAKAN GUNDAY, A con Zeta, Marcos y Marcos
INDIA, H.R.F.Keating, La crociata dell’ispettore Ghote, Elliot
ISRAELE, Eskhol Nevo, Soli e perduti, Neri Pozza
ARMENIA, Nilo Marocchino, Armenia – peregrinando lungo la via della seta, Fusta
IRAN, Fariba Hachtroudi, L’uomo che schioccava le dita, E.o
INDONESIA, Eka Kurniawan, L’uomo tigre, Metropoli d’Asia
NEPAL, Peter Mathiessen, Il leopardo delle nevi, Beat
NEPAL, John Burdett, Il padrino di Katmandu, Bollati Boringhieri
SUD EST ASIATICO: Storie dal golfo del Siam, Controluce
THAILANDIA, Sudham Pira, La terra dei monsoni, Controluce
PAKISTAN, Bapsi Sidwa, Lingua d’amore, Neri Pozza
CAUCASO, Alisa Ganieva, La montagna in festa, La nuova frontiera
Nel Caucaso
Alisa Ganieva, La montagna in festa, La nuova frontiera
Quando Shamil arriva al giornale trova la redazione in subbuglio: secondo una voce che sta facendo il giro del paese i russi hanno innalzato un muro per isolare il Caucaso dal resto della federazione. La situazione diventa subito incandescente: manifestazioni e scioperi si susseguono giornalmente mentre i sostenitori dei movimenti islamici si scontrano con quelli dei partiti nazionali. Shamil vorrebbe continuare la sua vita come se niente fosse ma stenta a credere ai suoi occhi quando vede la fidanzata, Madina, indossare il velo e seguire i combattenti salafiti sulle montagne. Il sangue inizia a scorrere per le strade ma Shamil continua a esitare, non vuole scappare, fino a quando non è travolto dagli eventi. Alisa Ganieva ci racconta la storia di una catastrofe imminente, del declino di una società dilaniata dall’interno dove – come una visione – nel mezzo di quello che sembra un incubo, l’immagine della montagna in festa appare come un rifugio contro tanta violenza e intolleranza.
TRADUZIONE: ZONGHETTI C.
GERMANIA
Una vita intera, di Robert Seethaler, Neri Pozza,
un libro tenero e intriso di poesia in ogni pagina, la storia di una vita intera con i suoi momenti significativi, narrata con uno stile che ricorda quello di Robert Schneider de Le voci del mondo.
«Le parole di Seethaler sono leggere come il battito d’ali di una farfalla, ma sanno colpire al cuore con una forza incredibile».
Christine Westermann, WDR
Andreas Egger non ha mai gridato né esultato da bambino. Fino al suo primo anno di scuola non ha mai neppure davvero parlato. Quando nell’estate del 1902, ancora bimbo, lo tirano giú dal carro con cui giunge tra le montagne diventate poi sue, resta semplicemente muto a guardare in alto con grandi occhi stupiti le cime splendenti di bianco. Ha quattro anni all’epoca, e non interessa a nessuno. Men che meno a Hubert Kranzstocker, il contadino che lo accoglie controvoglia. Il bimbo è l’unico figlio di una cognata che ha condotto una vita leggera ed è stata perciò punita dal buon Dio con una tisi che se l’è portata via.
Kranzstocker non lo manda al diavolo unicamente perché reca al collo un sacchetto di cuoio con delle banconote. In compenso non esita a picchiarlo per un pane lasciato ammuffire, una vacca persa o un balbettio durante la preghiera della sera. Un giorno lo bastona a tal punto che nella gamba destra di Andreas ogni cosa va fuori posto. L’aggiustaossa di un paese vicino gliela sistema alla bell’e meglio, ma la gamba da allora spunta sbieca dall’anca, irrimediabilmente storta.
Andreas Egger non grida né esulta nemmeno quando, trent’anni dopo, fa la sua comparsa nella valle, tra le urla di gioia del paese, la squadra del cantiere della ditta Bittermann & Figli: duecentosessanta operai, dodici macchinisti, quattro ingegneri, sette cuoche e un drappello di aiutanti, l’avanguardia di una colonna incaricata di costruire una funivia e mutare per sempre il volto della valle.
Andreas Egger ubbidisce semplicemente in silenzio al suo destino: vivere tra la quiete e la bellezza dei monti e la crudeltà degli uomini. Impara cosí dapprima il mestiere di bracciante e poi di contadino, e alla fine entra a far partedella Bittermann & Figli. È «la gigantesca macchina chiamata Progresso», gli dicono. Ma a lui queste cose non interessano.
Soltanto una cosa gli sta a cuore: mettere piede nell’osteria del paese e incrociare lo sguardo di Marie Reisenbacher, la ragazza dai capelli biondi e la pelle rosea che lavora lí ai tavoli, e che un giorno gli ha procurato «un dolore sottile vicino al cuore» sfiorandogli appena il braccio. Perciò quando, un pomeriggio di fine agosto, riesce a strappare un bacio a Marie e a stringerla a sé e lei gli dice «Ohi. Quanta forza, che hai!», gli sembra di capire che, oltre alla crudeltà, esiste anche la possibilità del bene e della felicità tra gli esseri umani.
Nominato «libro dell’anno» dai librai tedeschi, selezionato da Der Spiegel come uno dei romanzi piú importanti del 2014, accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico in Germania, Una vita intera si segnala, nella narrativa contemporanea, per la bellezza della sua scrittura e l’originalità della sua narrazione: l’unicità di un’esistenza qualunque.
In Indonesia
Una nuova interessante voce della narrativa dell’Asia emergente: Eka Kurniawan dona voce ad un colorito affresco di personaggi per descrivere le mille voci del suo Paese,l’Indonesia, sospeso tra una modernità capace di cambiare i costumi e un ambiente sociale in cui convivono ancora pregiudizi e credenze ancestrali. Come il “matrimonio” tra certi uomini privilegiati dal destino e la tigre bianca, capace di vivere in simbiosi dentro l’essere umano. Se la scena si apre con un inspiegabile delitto, e la piega che sembra prendere il romanzo dà adito al sospetto di una magia sorta da questo connubio tra uomo e animale, l’autore poi ci conduce a cercare i reali motivi dell’accaduto all’interno dei segreti che animano la scena famigliare…
Eka Kurniawan, L’uomo tigre, Metropoli d’Asia
In una piccola cittadina indonesiana, il ventenne Margio uccide Anwar Sadat, un anziano e incallito sciupafemmine. L’omicidio viene compiuto in modo insolito: Margio ha morso il collo della vittima fino a spezzarne l’osso, proprio come una tigre uccide la sua preda. Sullo sfondo di un’Indonesia moderna ma ancora radicata in tradizioni ancestrali, il romanzo conduce il lettore in un labirinto di abusi e magie, di forti pregiudizi e impulsi irrefrenabili. Con uno stile composito, vivace e ironico, l’autore ci racconta la storia di due famiglie tormentate e di Margio, giovane a cavallo tra ambiente urbano e rurale e combattuto tra due nature, quella umana e quella soprannaturale.
«La tigre era bianca come un’oca, feroce come un cane selvatico. Mameh la vide emergere una volta per un breve istante dal corpo di Margio, come un’ombra. Non l’aveva mai vista prima e non l’avrebbe più rivista. Un segno indicava la presenza della tigre dentro il fratello; Mameh sapeva riconoscerlo ma ignorava se fosse l’unica in grado di farlo. Si poteva vedere solo al buio, era uno scintillio giallo, felino, che balenava negli occhi di Margio. Inizialmente lei si spaventava nel vedere quegli occhi, terrorizzata all’idea che la tigre potesse riemergere. Ma con il passare del tempo, e con il fatto che ormai vedeva quegli occhi che brillavano al buio fin troppo spesso, smise di preoccuparsene. La tigre non era sua nemica e non le avrebbe fatto del male; anzi, forse era lì per proteggere tutti loro».
Eka Kurniawan è nato a Tasikmalaya (nella parte ovest dell’isola di Giava) nel 1975. Ha studiato filosofia alla Gadjah Mada University di Yogyakarta e lavora come giornalista, scrittore e designer. Grazie al romanzo Cantikitu Luka (2002), prende subito posto tra i maggiori protagonisti della nuova scena letteraria in Indonesia, un Paese che sta rinascendo dopo decenni di una dittatura repressiva, conclusa nel 1998. L’uomo tigre è in corso di pubblicazione anche in Francia e Gran Bretagna
“Il giovane Eka Kurniawan è senza dubbio tra gli scrittori più interessanti presenti oggi nello scenario letterario indonesiano»
The Sun Daily
«Scoprire l’eleganza della scrittura di Eka Kurniawan e l’esuberanza del suo immaginario è entusiasmante come guardar cadere i primi fiocchi di neve da un cielo invernale»
The Jakarta Post
Traduzione di Martignoni M.
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Russia
Perseguitato dal regime, questo capolavoro di Platonov vide la luce in Russia solo nel 1988, sessanta anni dopo essere stato scritto. “La devastante fiducia degli idioti che agiscono e parlano nel romanzo di Platonov ha la grandiosa, grottesca vitalità che sommuove i pensieri e le passioni dei Demoni e dell’ Idiota di Dostoevskij” scrisse Alfredo Giuliani nel 1990 su Repubblica, a proposito di questo testo. Un ritorno molto gradito in libreria!
Fu Gorkj, allora responsabile della concessione dei nulla osta governativi per la pubblicazione dei libri a bloccarne l’uscita, considerandolo offensivo nei confronti dei valori della rivoluzione: per esempio il protagonista, monta un cavallo chiamato “Forza proletaria”e il suo scudiero, quasi accostato al Sancho Panza di Cervantes, lo accompagna in giro per la steppa alla ricerca del “Vero socialismo”… Era già troppo questo forse: si sa che l’ironia non è una delle doti di cui sono ricchi i regimi autoritari..
Andrej Platonov, Cevengur, Einaudi
Una città dimenticata da Dio nel cuore della steppa, abitata da uomini inselvatichiti dalla miseria. Ma anche in questo luogo è passata la rivoluzione e ha lasciato sogni e sentimenti sulla nuova società da costruire. Il romanzo di Platonov è la cronaca emozionante, ora tragica, ora comica, di questo momento magico, quando gli ultimi del mondo sembrano diventare i protagonisti della Storia. Gli esiti della rifondazione utopica sono paradossali, bislacchi, votati al disastro, che puntualmente arriverà, ma i personaggi restano nella memoria del lettore con tutto il loro carico di umanità. Uno dei più grandi capolavori della letteratura russa del Novecento, scritto nella seconda metà degli anni Venti ma pubblicato in Russia solo nel 1988, in una nuova edizione integrale accuratamente tradotta.
A cura di DiscacciatiO.
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LITUANIA, Romualdas Granauskass, La vita sotto l’acero, Controluce
Non sono più terre vergini quelle che ospitano la vecchia Monika Kairiene, rimasta sola a preservare la memoria del marito e del figlio morti nella casa diroccata ai margini di un villaggio fantasma, dove adesso dominano la solitudine e lo spaesamento. Dopo le sofferenze subite durante la dittatura sovietica, con la spoliazione dei beni e delle terre dovuta alla collettivizzazione, per lunghi anni le genti del villaggio lituano al centro di questo romanzo sono state schiave del miserabile sussidio che proveniva dal lavoro nei kolkhoz. In seguito alla liberazione, la modernità ha cancellato per sempre lo stile di vita contadino, sono arrivate le macchine “rombanti” sulle strade asfaltate di fresco, i rapporti umani sono diventati ruvidi e tutti hanno lasciato la terra per trasferirsi verso “l’abitato”. “La vita sotto l’acero” è una raffinata metafora sulla rapacità degli uomini nella società moderna. Un romanzo di protesta che attraverso la voce e i ricordi della protagonista mette a confronto passato e presente, senza cedere a rimpianti nostalgici.
English: Dunbuy. Visited by Samuel Johnson and James Boswell on 24th.Aug.1773. Also associated with Scott’s, “The Antiquary” (Photo credit: Wikipedia)