Mezzanotte potrebbe essere l’orario giusto per andare a dormire, specie se il giorno dopo c’è in programma un lungo viaggio, così chiedo alla mia bestiale compagna di viaggio – Domani partiamo alla nove? –
Bestia alza lo sguardo dall’ennesimo manuale universitario, smette di ronfare accanto al termosifone e tira fuori una mano dai tre maglioni di cui è ricoperta, benché sia solo l’inizio di Ottobre. Bestia è un’animale estivo a sangue caldo che d’estate passerebbe volentieri le sue giornate sdraiata al sole, mentre da Ottobre fino alla primavera è abbarbicata su termosifoni d’ogni genere, facendo le fusa al calduccio dell’impianto di riscaldamento.
– Ok. – dice passando la mano sulle scanalature del termosifone, facendolo risuonare.
– Hai fatto la valigia? –
– Mheeu!* Certo che si! – lo sguardo si sposta per un istante sul tavolo dove c’è qualcosa di suo interesse, poi verso l’interlocutore – Whrawrau! Passi Quembio? –
Quembio è un’espressione che Bestia usa universalmente quando la sua mente è impegnata a fare altro, potrebbe essere una penna, un bicchiere o un carro armato, per lei la differenza non c’è, non quando si parla di Quembio.
Con un sospiro identifico Quembio in un pacchetto di caramelle gommose, del tipo con lo zucchero sopra, non è il classico alimento di Bestia, ma un valido surrogato che non disdegna. Porgo il pacchetto, Bestia lo sbircia, sceglie una caramella e se la guarda – Whiuhu! – rimette la caramella nel pacchetto e ne sceglie diverse, finché non trova il gusto che preferisce – Whrawrau! –
Proseguo nel chiedere cosa ha in mente per il viaggio del giorno successivo, ma l’unica cosa che ottengo sono versi, miagolii insoddisfatti e vere e proprie minacce, tanto da spingermi ad andare a dormire con l’unica certezza dell’ora.
Il mattino dopo le nove diventano le nove e quindici. Dentro l’auto aspetto al cancello l’arrivo di Bestia e mentre imposto il navigatore vedo una criniera di capelli spuntare dall’angolo e di corsa al galoppo la figura imbottita dal cappotto che si precipita sul vialetto. Fa il suo ingresso in auto col fiato corto – Vai! – ansima neanche scappasse da una rapina in banca.
– Siamo in ritardo! –
– Wheeuu! –
L’auto si mette in marcia silenziosa, mentre Bestia trova un altro Quembio nel lettore mp3 dell’auto, cambia più volte musica, ringhiando e sbuffando mentre cerca qualcosa di suo gradimento – Ecco. – esulta poi, alle note di una traccia che possa soddisfarla.
Macinando i chilometri le discussioni più frequenti vertono sui gusti alimentari, sulle città che passano fuori dal finestrino e sulla lista di cose da fare alla fine del viaggio, con un Wheeuu qui e un Whrawrau li.
– Se ti sei stancato di guidare ti do il cambio. – è l’altro tema ricorrente, che Bestia ripete alla vista di ogni anfratto in cui fermare l’auto per assalirne il conducente e prenderne il posto.
Quando però le faccio notare che non è ancora arrivato il momento, mette il broncio, sporge il labbro inferiore, incrocia le braccia al petto e con sguardo omicida fa – Wheeuu Wheeuu! – che rappresenta forse la più grande espressione di contrarietà che Bestia riesce a esprimere senza passare alle mani.
La strada scorre rapida, sostiamo a Roncobilaccio, un po’ per tradizione, un po’ perché il viaggio è lungo.
Bestia scende dall’auto vestita come un esquimese, anzi con la pelle dell’esquimese che ha squoiato vivo qualche anno fa, rabbrividisce al vento incessante e fa un verso di disapprovazione. La sua stizza la frena appena un secondo dall’avventarsi contro l’autogrill con fare violento gridando – Caffè! –
Dopo aver sbranato un caffè, mezza brioche e due baristi siamo di nuovo in viaggio. Come promesso ho scambiato di posto e Bestia ha preso il volante e sfreccia lungo l’autostrada, neanche avesse un razzo vettore.
In poche ore prendiamo un Quembio per Bologna ed entrando nella seconda area di servizio decidiamo di fermarci per il pranzo, appena fuori dall’autogrill. Sulla panchina designata, Bestia apre il borsone termico al cui interno ci sono circa 16 tramezzini, 4 vasetti di yogurt da bere, 4 snack al cioccolato, 5 litri d’acqua e il resto del barista di Roncobilaccio. Dividiamo parte del bottino e risaliamo in macchina, ma prima di partire si reimposta il navigatore, perché il viaggio si sta avvicinando al termine.
Un paio d’ore dopo fuori dall’autostrada, le strade e il navigatore non combaciano. L’irritazione bestiale arriva prima a livelli di ringhio soffuso, poi a vere imprecazioni, fino a toccare l’apogeo di urla e maledizioni verso la voce che consiglia le traverse da prendere nel dedalo di strade.
Alfine la macchina si ferma, Bestia spegne il motore e sospira, si stiracchia sbadigliando vistosamente ed emettendo un – Whiuhu! – scende dall’auto per mostrarmi il suo sorriso a trentadue zanne che rifila quando la giornata le va come spera.
*Le onomatopee bestiali sono vere espressioni nel dialogo bestiale, il soggetto ringhia se le si fa notare che è troppo cresciuta per simili atteggiamenti. Si raccomanda un grattino dietro le orecchie per distogliere l’attenzione su di se.
Detto questo lasciate al menestrello l'onore:
AUGURI BESTIA!
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