Andrano è un piccolo paese del sud Salento a circa 50 km da Lecce e a 2 km dal mare Adriatico, molto ricco di testimonianze storiche, artistiche e di bellezze naturali, molto ricercato da turisti italiani e stranieri, come la maggior parte dei piccoli centri abitati salentini offre la possibilità di trascorrere una vacanza rigenerante e lontana dallo stress anche quello vacanziero, infatti per accedere al mare, alla marina di Andrano, occorrono pochi minuti, e per spostarsi nel paese o nelle zone limitrofe basta una bici.Castiglione d’Otranto è frazione di Andrano ed è situato a pochissimi km dal comune.
Breve storia di Andrano
Andrano ha origini molto antiche, non si hanno dati certi ma è molto ben radicata l’ipotesi che i primi abitanti erano dei pescatori di origini cretesi, naufragati nel Salento che si insediarono lungo la costa e dando origine al primo insediamento rurale chiamato Feronzo, in seguito, a causa delle invasioni dei Turchi, la popolazione si spostò verso l’interno formando dapprima l’antica Cellino “Ciddini”, poi Andreano e successivamente al paese attuale di Andrano
Il castello di Andrano
matroneo del castello di Andrano
Il castello di Andrano Spinola – Caracciolo, a pianta quadrangolare,si trova su un luogo pianeggiante al centro del paese e prende il nome dai principali casati che si sono insediati nel tempo, il castello di Andrano fu costruito a partire dal 1269 da Carlo I d’Angiò e viene completato e fortificato nei secoli successivi per difesa e offrire un riparo sicuro alla popolazione contro la minaccia incessante dei Turchi, nel 1600 è stato restaurato e divenuto una dimora gentilizia con decorazioni sia esterne che interne in stile barocco, bellissimo e stupenda opera d’arte è matroneo racchiuso tra le torri e ricco di stupendi motivi floreali che si affaccia sulla piazza del paese
Entrando nel cortile si può ammirare un bellissimo pozzo, una rampa di scale conduce al piano superiore e al bellissimo loggiato con le volte a crociera in pietra locale, le finestre sono decorate da una cornice di fiori e frutta in pietra locale, numerosi epigrafi in latino sono scolpite sulle architravi delle finestre e delle porte interne ed esterne del castello.
Attualmente il castello è di proprietà del comune e molto spesso ospita nelle sue antiche stanze e sale, convegni, mostre di pittura e artigianato locale e nel chiostro si svolgono varie manifestazioni culturali e ricreative
castello di Andrano
fossato del castello di Andrano
La Chiesa di Sant’Andrea Apostolo
La Chiesa di Sant’Andrea Apostolo si trova in piazza Castello di fronte al matroneo sul lato nord-ovest del Castello, fu costruita nel 1741 e circa un secolo dopo fu ampliata nella forma attuale, la pianta è a croce latina e nell’interno vi sono alcuni dipinti su tela di autori sconosciuti che raffigurano l’Immacolata, il Perdono di Assisi, la Madonna del Carmine e San Vito, sul lato destro del Presbiterio della Chiesa c’è la statua di Sant’Andrea Apostolo insieme ad un bassorilievo che ricorda il miracolo concesso dalla Madonna agli abitanti del paese il 16 ottobre 1819
Il Giubileo di Andrano
Nella notte del 16 ottobre 1819 si abbatté un violento uragano, a causa del quale il campanile della Chiesa crollò su una casetta adiacente, il campanile distrusse completamente l’abitazione ma l’intera famiglia, padre, madre e 4 figli, rimase miracolosamente illesa.
In una lettera scritta dall’allora sindaco Giovanni Carbone con i sui decurioni e sacerdoti all’Arcivescovo di Otranto e Vescovo di Castro Andrea Mansi, racconta ciò che era successo in quella notte che a seguito di un violento aeremoto che cagionò violenti danni anche sul territorio, il campanile della Chiesa Madre crollò sulla sottoposta lamia di una casa facendo uno sfondo di palmi 7 di lunghezza per 4 di larghezza, Donata Fersini moglie di Giuseppe Pellegrino dormiva nel suo letto con suo marito e i suoi 4 figli che si trovò sepolta con loro sotto le macerie e rovine che l’opprimevano, tra lo spavento e l’oscurità che l’opprimeva andava trovando piangendo la sua famiglia ma disperata trovava solo sassi e pietre e tufo che avevano sepolto il letto con tutta la famiglia e in quel momento di disperazione invocò l’aiuto della Madonna la protettrice Maria Santissima delle Grazie per aiutarla, a quel punto riuscì a liberarsi dalle macerie e iniziò a scavare con le proprie mani dentro ai sassi e liberò l’intera sua famiglia marito e figli, la donna alzò le braccia al cielo e disse queste parole: “Vergine delle Grazie aiutatemi e soccorretemi voi”
Tutti ignudi li condusse in una casa vicina dove con la luce di una candela si videro liberi e senza ferite e nessuna contusione e tra l’amarezza e l’allegria ognuno gridava “O miracolo! O miracolo della Gran Vergine Mamma Maria!”
Ricorrenti calamità atmosferiche si erano abbattute in quel periodo sul paese ripetute alluvioni avevano ripetutamente allagato il centro dell’abitato mettendo in grave pericolo l’incolumità dei cittadini, e in quelle circostanze il popolo chiedeva la protezione della Madonna delle Grazie e, benché molti beni materiali furono distrutti ogni danno alle vite umane fu scongiurato.
Questo avvenimento detto Giubileo viene ricordato il 17 ottobre di ogni anno con una messa di ringraziamento a cui partecipano molti fedeli che ascoltando la messa in quel giorno, guadagnano l’indulgenza plenaria per speciale concessione ecclesiastica.
Chiesa dei Domenicani
La Chiesa dei Domenicani, chiamata anche Chiesa del Convento è situata in via Roma nel cuore del centro storico, poco distante dalla Chiesa di Sant’Andrea Apostolo e dal castello, l’edificio fu edificato nel 1561 sui resti di un’altra chiesa del 1486, è dedicata alla Madonna delle grazie in virtù di un miracolo avvenuto in paese in occasione dello sbarco dei Turchi nel Salento nel XI secolo, un affresco rinvenuto nella muraglia sul lato destro della Chiesa, raffigura l’immagine della Madonna col Bambino che impugna tre dardi nella destra e il libro del Vangelo nella sinistra e sovrasta la cattedrale di Otranto davanti alla quale sul portale della Chiesa giace l’eroe Andranese Giovanni Antonio Saraceno, ucciso dai Turchi, esternamente la Chiesa si presenta molto semplice e sobria mentre all’interno è ricca di decorazioni e affreschi, di notevole interesse artistico sono le due antiche tele che raffigurano San Domenico e la Madonna del Rosario
La pietra angolare dell’antico Ospedale di Andrano
In Via della Resistenza che in tempi passati si chiamava Via A. Manzoni e ancor prima Via Masseria Romano e in tempi remoti Via Trappeto Vecchio si può notare su un edificio un’artistica Croce Greca testimone il sito periferico di una remota istituzione benefica che fu l’orgoglio della Comunità Andranese nel 14° secolo: l’Ospedale
Il termine “Ospedale” in quell’epoca non era sinonimo di strutture mediche e sanitarie ma di case d’accoglienza e ospitalità caritativa per senza tetto, bisognosi, profughi, orfani, persone abbandonate e pellegrini, in quell’epoca erano molto praticati i pellegrinaggi a piedi per raggiungere celebri Santuari come quello di Santa Maria di Leuca Finibus Terrae.
Questi pellegrinaggi a volte venivano imposti e accettati come condizioni ecclesiastiche per ottenere il perdono dei peccati, l’assoluzione sacramentale e usufruire delle indulgenze straordinarie, gli Ospizi e gli Ospedali erano dei luoghi di accoglienza per l’assistenza dei pellegrini, e le numerose cappelle Mariane disseminate lungo il percorso erano l’antica segnaletica stradale come punti di riferimento, queste cappelle spesso erano custoditi da eremiti che se ne prendevano cura vivendo con le elemosine dei pellegrini, la Chiesetta dedicata alla Madonna dell’Artica situata molto vicina all’antico Ospedale richiama queste antiche tradizioni e in origine era dotata di una cella abitativa e del focolare per il custode, sull’antico Altare della chiesetta della Madonna dell’Artica c’è l’immagine di San Rocco, modello dei pellegrini ai piedi della Madonna
La conferma più autorevole e significativa di questa storica realtà Andranese la si può verificare visitando il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, nei reperti archeologici catalogati è esposta ai visitatori una pietra molto interessante “la pietra angolare” che riporta con un linguaggio decifrabile solo da esperti, l’avvenimento dell’inaugurazione dell’antico Ospedale di Andrano
Percorso rurale di Andrano
Chiesa Madonna del Lattarico
Sulla vetta di una collina che si affaccia con un bellissimo panorama sul mar Adriatico, sul Canale d’Otranto che va a scendere sulle marine di Andrano sorge la Chiesa della Madonna del Lattarico, dalla caratteristica forma a chiglia di mare, dalla struttura moderna sia internamente che esternamente, costruita su una precedente cappella meno recente, nell’interno della Chiesa si può ammirare una tela che raffigura la Madonna col Bambino in braccio con le figure di San Gennaro e San Bartolomeo in basso, ogni anno nella sera precedente la vigilia della festa patronale della Madonna delle Grazie nei primi giorni di Agosto, si svolge la caratteristica sagra della “pitta culle ulie” un gustosissimo panetto schiacciato di grano duro e olive nere tipico prodotto della terra salentina chiamato anche “pirilla”la serata è allietata da gruppi musicali locali che molto spesso suonano e cantano canzoni e balli tradizionali salentini come la pizzica.
Il mattino successivo cioè il giorno della vigilia della festa patronale la popolazione di Andrano si reca in pellegrinaggio per assistere verso le 7 alla messa celebrata nella Chiesa del Lattarico in onore di Maria Santissima delle Grazie
Cripta del Lattarico
A poche decine di metri dalla Chiesa della Madonna del Lattarico scendendo leggermente su una stradina al lato destro della Chiesa si accede ad una Cripta, una grotta rupestre, un ampio antro naturale con stretti cunicoli che si addentrano nella roccia dura e compatta, sicuramente in passato era un rifugio dei monaci Basiliani.
resti dell'affresco raffigurante la Madonna
Sulle pareti della cripta si possono intravedere i resti degli antichi affreschi raffiguranti la Madonna ed una Croce probabilmente di origine Bizantina.
cunicoli della grotta
vista panoramica della marina di Andrano, marina di Marittima, Castro, Santa Cesarea Terme in fondo
La contrada in cui è situata la grotta rupestre è denominata “Tàrico”dal greco Tàricos che significa concia, questo vocabolo fa riferimento senza dubbio all’industria della concia delle pelli, molto sviluppata in tempi remoti, dai “pelicani”della zona e dalla coltura della “quercia vallonea”dalle cui bacche si ricavava l’acido tannico indispensabile per conciare le pelli.
Le pelli conciate venivano in seguito utilizzate per la trascrizione di antichi manoscritti, dai copistidell’Abazia di Santa Maria del Mito
Pajare Caseddhe Muretti a secco
pajara nei pressi della Chiesa Madonna del Lattarico
Nel paesaggio rurale Salentino è molto frequente trovare degli antichi rifugi in pietra a secco, le Pajare e le Caseddhe sono delle piccole casette molto rustiche e caratteristiche che contraddistinguono il territorio, Le Pajare nascono in relazione alle condizioni geografiche e storiche del territorio, il terreno qui è molto ricco di pietre e i contadini in passato per poter coltivare dovevano prima liberare la terra dai sassi e rocce che affioravano, quindi venivano depositate ai confini del campo, con questo materiale di risulta si costruivano i muretti a secco, per recintare la zona e una caseddha o pajara da utilizzare per deporre attrezzi agricoli o trovare riparo in caso di bisogno.
altra pajara posta di fronte alla Chiesa Madonna dell'Attarico
interno della pajara
tetto della pajara
ingresso della pajara
La “pajara” è a base circolare mentre la “caseddha” è a pianta quadrata o rettangolare, venivano costruite con pietre calcaree, sovrapposte a secco senza l’uso della malta , man mano che si innalzava la struttura all’interno assumeva una forma conica e l’unica apertura era costituita dal sistema di architravato o dall’arco a tutto sesto oppure da due blocchi di tufi tenuti in tensione dalla pietra chiave
Marina di Andrano
panorama dall'alto della marina della Grotta Verde
località zona Fiume
località la Botte
porto di Andrano
La marina di Andrano si estende sul mare Adriatico lungo la litoranea che collega Otranto a Santa Maria di Leuca immersa tra gli ulivi secolari, la costa della marina di Andrano è a tratti alta e frastagliata a tratti bassa la vegetazione ricca di erbe aromatiche e tipiche del luogo come i “capperi” che non sono solo buoni da mangiare ma le piante sono anche molto decorative sia le foglie di un verde intenso che i fiori bianchi e molto grandi, i finocchi selvatici, l’origano e il timo che sprigionano un profumo intenso e avvolgente, altre piante tipiche della marina son i fichidindia, pini marittimi, grandi alberi di carrube e olivi secolari oltre che a profumati gelsomini, infiniti oleandri in fiore e stupende bucanville che spesso sono in fiore anche d’inverno per via del clima mite e temperato.
Le località balneari più note nella marina di Andrano sono la Grotta Verde che si addentra nella roccia e deve il suo nome agli effetti di luce che riescono a penetrare nell’interno, il mare cristallino assume un colore verde azzurro fosforescente, c’è chi dice che tantissimi anni fa nella grotta vi abitasse la foca monaca.
Poco più avanti della Grotta Verde si arriva alla località “ Fiume”che deve il suo nome al fatto che una sorgente di acqua dolce si mescola all’acqua salata del mare, tanti anni fa era un rifugio per piccole imbarcazioni
Proseguendo oltre alla località Fiume a qualche centinaio di metri di distanza c’è la “zona Botte”chiamata così per per la presenza di una cavità a forma di botte da dove sgorga acqua sorgiva, la Botte in estate è presa d’assalto da turisti e bagnanti per via della facile discesa a mare e perché si può parcheggiare a pochi metri dal mare.
Poco oltre la zona Botte si trova il piccolo porto della Marina di Andrano, è costituito da uno scalo di allaggio e due banchine dove trovano ormeggio piccole imbarcazioni
ulivi secolari
stradine di campagna con muretti a secco
Bibliografia
Itinerari Turistici Andrano – Castiglione ( istituto comprensivo scuola media “Ten. A. Martella”)
Andrano e Castiglione d’Otranto nella storia del sud Salento – Filippo G. Cerfeda – Salvatore Coppola – Luigi Moscatello
Parleranno le Pietre – Francesco Coluccia