In viaggio tra le fabbriche del sole in crisi

Creato il 29 dicembre 2011 da Lucia Navone @lucia_navone

In Veneto già 1250 cassa integrati. Appello di aziende, sindacati e Istituzioni al Governo Monti

DA PADOVA

Con circa 200 imprese che formano il distretto fotovoltaico e un indotto di 5000 persone, la provincia di Padova rappresenta il cuore pulsante dell’industria del solare italiana che oggi rischia di arrestarsi. Il settore, colpito duramente già il maggio scorso all’epoca dell’approvazione dell’ultimo Conto Energia, è oggi in ginocchio a causa del dumping cinese e della stretta del credito da parte delle banche.

Per far fronte a questa emergenza economica ed occupazionale la Provincia di Padova e l’Assessore al Lavoro Massimiliano Barison, le associazioni sindacali e di categoria oltre alle imprese più importanti del settore hanno firmato un protocollo di intesa da presentare al Governo. Il documento si propone, in quattro punti, di delineare le strategie future a sostegno del comparto analizzando anche la situazione che, secondo i firmatari, si è aggravata a causa della mancanza di un piano energetico nazionale e dei ritardi di allaccio da parte di Terna o di Enel. La prima parte del documento analizza il settore; la seconda ne individua le criticità; la terza ne esplicita i costi e i benefici; la quarta elenca le proposte che aziende, associazioni di categoria e sindacati indicano al Governo e agli enti locali per rilanciare il settore.

Ad oggi le sette più importanti realtà del distretto (Solon, Helios Technology, X Group, Ecoware, Ambra Sol, Ecoprogetti ed Espe) hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione con ripercussioni disastrose sull’indotto di artigiani, fornitori e aziende collegate.

Andrea Bonato della FIM Cisl

“Da  novembre – ha spiegato Andrea Bonato della Fim Cisl – ci sono già 1250 lavoratori in cassa integrazione e altri 5 mila rischiano il posto nei prossimi mesi. Numeri spaventosi che si aggiungono al milione di euro già erogato nel 2011 solo per la cassa integrazione”. “Cancellare il lavoro per decreto – ha proseguito Bonato – così come il Ministro Romani ha fatto la scorsa primavera, è un’infamia che grida vendetta. Stiamo parlando di migliaia di persone e delle loro famiglie che hanno fatto tanti sacrifici per 1250, 1300 euro e per 7400 ore di lavoro all’anno, senza conoscere sabato o domenica di riposo”.

Ed è proprio dagli operai che comincia il viaggio nei dintorni di Padova dove le aziende, da fuori, sembrano solo aziende dove il personale è in ferie mentre, all’interno, le macchine si sono fermate da tempo. Alla Ecoware di Padova del gruppo Kerself, la produzione è ferma dal luglio scorso e da allora ci sono solo una decina di operai addetti alle macchine sui 120 a pieno regime.

Ma anche alla X Group di San Pietro Viminario, l’immenso stabilimento con oltre 40 milioni di investimento sui macchinari, tutto è desolatamente silenzioso. Fuori due grandi torri di pannelli fotovoltaici non funzionanti e qualche auto nel cortile. All’interno, nessuno alla reception, nessuno negli uffici e nessuno nell’immenso capannone. La catena di montaggio praticamente nuova che fino a qualche mese fa produceva celle che venivano assemblate per diventare moduli, oggi è spenta. “L’ultima linea di produzione – spiega Carlo Cotogni, amministratore unico di X Group – è stata inaugurata solo lo scorso mese di marzo e allora producevamo 150 megawatt. Oggi, dai 5 milioni di utili del 2010 (su 97 milioni di ricavi) siamo arrivati ad un passivo di 18 milioni di euro e la produzione di celle è crollata in pochi mesi. La discesa è stata da allora inesorabile: da 80 mila che producevamo nel 2009 siamo via via crollati dalle 40 mila prima alle 20 mila poi, fino allo zero di oggi. Il crollo non ha ovviamente risparmiato i nostri dipendenti. I primi ad essere colpiti dalla crisi sono stati 52 interinali, a cui è seguita la cassa integrazione per 70 persone. Anche la nostra sede di Latina ha subito questi tagli che in tutto hanno coinvolto 120 persone”.

Una crisi nella crisi che, secondo Andrea Bonato: “comunque andrà a finire  ci vorranno due mesi per far ripartire le macchine a pieno regime e riportare in uso la catena di montaggio”. Nel frattempo il piano di risanamento di X Group è già in atto anche se, secondo Cotogni: “il 2012 sarà più duro del 2011 a causa della crisi finanziaria. Da parte nostra continueremo a garantire i pagamenti attraverso i flussi che ci garantiscono i nostri parchi fotovoltaici realizzati per 16 MW in Emilia Romagna e in Puglia con l’obiettivo di far ripartire un’azienda che deve produrre celle italiane e lo deve fare al costo e, non al profitto”.

Per chi sta ancora producendo come la Helios Technology del gruppo Kerself con sede a Carmignano del Brenta, si aggiunge un altro problema: lo smaltimento delle scorte di magazzino. “Gli incentivi – secondo il responsabile operativo di Helios, Franco Tadiotto – hanno spinto tantissimi a buttarsi nel solare e oggi ne stiamo pagando le conseguenze. La sovraproduzione insieme al crollo dei prezzi, alla domanda che si è comunque arrestata a causa della crisi e del periodo invernale, oltre all’avanzata inesorabile dei cinesi verso i mercati europei, ci hanno messo in ginocchio. Ora la parola è alle banche da cui stiamo aspettando la ricapitalizzazione destinata a tutto il gruppo Kerself per circa 100 milioni di euro. A gennaio, dopo una serie di casse integrazioni a singhiozzo, prevediamo di ripartire a pieno regime e di reintegrare tutti i nostri 180 lavoratori”.

“Helios Technology – secondo Andrea Bonato – rappresenta l’eccellenza del fotovoltaico italiano e ci chiediamo perché in un paese come l’Italia non si riesca ad incentivare la ricerca e lo sviluppo e a premiare quelle aziende che lo fanno. Nel nostro paese chi lo fa viene quasi punito e ora più che mai sono necessari incentivi alla produzione piuttosto che ai consumi”.

Anche la Solon di Carmignano, business unit italiana del gruppo tedesco Solon che nei giorni scorsi in Germania ha visto l’apertura di un processo di pre insolvenza, dal 5 dicembre scorso e, fino al 17 di febbraio, ha previsto la cassa integrazione ordinaria per 80 persone. “Il business del fotovoltaico – ha spiegato Wojciech Swietochowsky, Amministratore Delegato della sede italiana – sta cambiando rapidamente perché, oltre agli stravolgimenti del mercato, siamo vicini alla grid parity, quando cioè l’energia solare costerà come quella tradizionale. Questo vuol dire che finalmente anche un privato potrà decidere di dotarsi di un impianto fotovoltaico, senza contare sugli incentivi perché produrre energia in autonomia costerà meno. Il futuro, a nostro avviso, è l’autoconsumo e i prodotti che il fotovoltaico dovrà proporre dovranno essere diversificati. Non ci sarà più posto per la speculazione e probabilmente dalla produzione di moduli ci si dovrà orientare soprattutto verso il servizio di alta qualità. La nostra speranza è che dall’Italia parta un’offensiva per aggredire gli altri mercati e portare così finalmente l’eccellenza italiana di questo settore nel mondo”.


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