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In volo per Londra

Creato il 20 febbraio 2010 da Zoe

io, le hostess, proprio non le sopporto. oggi vi scrivo dalla mia postazione londinese e dio sa quanto mi è costato questo spostamento. beninteso, io adoro londra. però quell'ora e mezza di volo mi toglie ogni forza! stamattina mi sono imbarcata su questo aereo, senza neanche poter fumare una sigaretta -dopo cappuccino e brioche non mi piace il sapore di fumo, però, in ogni caso, l'assenza di nicotina rende ogni cosa più complicata. insomma, tutto lo stress che ho accumulato negli ultimi tempi, tra esami e stage, è salito a galla al momento di partire. prima disavventura: chiamo un taxi alle sei del mattino -dico, le sei- e l'operatore mi risponde che non hanno auto libere. non hanno auto libere. allora: sono le sei di un giorno qualsiasi, siamo a bologna, mica a madrid (e neanche a bolzano): in italia la gente ha orari ragionevoli. ora, chi mi spiega dove fossero finiti tutti i taxi della città? comunque, me ne faccio una ragione, e chiamo un taxi rosa, quelli per sole donne, che però costano doppio. l'autista, vedendo passare una ragazza in minigonna, frustrato dall'essere alla guida di una matiz di un color chewingum poco virile, se la prende con l'abbigliamento a suo dire sconcio della ragazza e si lascia sfuggire questo misogino commento: "in giro non c'è un'anima e guarda questa come si è conciata! poi passa il maniaco di turno e ci si chiede com'è che sia stata violentata!". devo prendere un'aereo e di discutere con questo tizio che per qualche maledetto motivo si trova alla guida proprio non ho voglia. taccio, non mancando di alzare il sopracciglio. insomma, arrivo. il tizio non risparmia qualche commento sulla mia valigia di hello kitty (brutta, in verità), prende i soldi e se ne va. bene. vaglielo a spiegare, al cretino, che uso una valigia di hello kitty non perchè è femminile e femminista come crede lui, ma perchè una valigia di hello kitty ha così poca poesia, da avere una scarsissima probabilità di schiantarsi su parigi o affondare nella manica. la claustrofobia è quanto di più buffo si possa immaginare, a posteriori. però, quando devo salire su un aereo, mi sembra di dovermi congedare dal mondo. dicono tutti che l'aereo sia più sicuro del treno e dell'auto. cercate di convincere di questa verità un claustrofobico e sarete presi a morsi (provare per credere). se mi metto a guardare il corridoio, mi viene la nausea. se osservo le hostess, peggio: quando finiscono di fare il giro di consegna dei quotidiani e rilassano i muscoli facciali dal sorriso che hanno stampato in faccia da contratto, mi vengono in mente le peggiori storie, del tipo: hanno un auricolare nell'orecchio e il pilota le sta avvisando di farci indossare il paracadute o si sono accorte dell'accensione di una qualche spia rossa, segnalante un guasto al motore. comunque, per fortuna sono qua. vi rimando alla scena dell'ascensore di misterioso omicidio a manhattan -che però su youtube non c'è- per chiarimenti.


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