Magazine Pari Opportunità

Inaspettate e curiose scoperte – il sesso e l’allattamento

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Qualche settimana fa abbiamo lanciato qui la proposta di parlare del nostro corpo durante la gravidanza, il parto, il puerperio, l’allattamento, in quando parti della vita sessuale delle donne.

Abbiamo ricevuto una lettera da una nostra lettrice, Marianna, che ci racconta in modo ironico la sua esperienza di neomamma alla prese con una gran voglia di fare l’amore!


Il mio primo figlio è nato in autunno, una mattina di Novembre. La gravidanza è stata assolutamente normale, bella e serena. Si è protratta qualche giorno dopo il termine, ma il travaglio è partito spontaneamente, dopo una passeggiata serale; a mezzanotte le contrazioni hanno cominciato a farsi sentire seriamente, alle cinque del mattino sono diventate forti e regolari.

Dopo nove mesi ad aspettare quel giorno, quel giorno è arrivato.

Il mio compagno, addormentato e credo non ancora del tutto consapevole, ha partecipato al travaglio, si è emozionato e parecchio impressionato nel momento in cui nostro figlio è venuto al mondo e si è trovato, insieme a me, catapultato in un mondo sconosciuto in cui la vita a due si è trasformata in una vita a tre.

Siamo tornati a casa dall’ospedale un mercoledì mattina; per la prima volta io sono rimasta seduta dietro con il nostro bambino nell’ovetto mentre lui guidava. E arrivati a casa abbiamo dovuto fare i conti con un minuscolo essere umano, formidabile urlatore, incredibile produttore pannolini da buttare, pieno di bisogni spesso in conflitto con i nostri.

Primo tra tutti: il bisogno di dormire.

Un neonato mangia un numero impressionante di volte durante la giornata e durante la notte. Allattare mio figlio è stata per me una prova fisica quasi quanto partorirlo: tra incapacità mia che non avevo idea di come fare; sua, che era così piccolo che non sapeva come attaccarsi a un seno enorme e duro tanto era pieno di latte; tra sveglie ogni poche ore con urla selvagge, cambi di pannolini, dolore ai capezzoli per via delle ragadi, mal di schiena, dolore alla mia povera vagina, che aveva affrontato da pochissimo l’espulsione di un neonato delle dimensioni di una palla da rugby, la montata lattea che mi ha fatto fin venire la febbre… diciamo che ho visto tempi migliori. Verissimo che il corpo delle donne è assolutamente “ingegnerizzato” per partorire e allattare, ma questo non significa che farlo sia una passeggiata. Anzi.

Ma la parte più difficile è arrivata poco dopo, quando in me si è risvegliato un gran desiderio sessuale. Quant’è che non si faceva l’amore come si deve? All’inizio della gravidanza le nausee mi avevano tolto ogni velleità amorosa; nel mezzo eravamo tornati alla normalità dei nostri incontri, ma verso al fine le difficoltà logistiche legate a una pancia ormai di dimensioni planetarie avevano di nuovo reso improbabile il sesso.

Schermata 2015-12-08 alle 11.39.37

Ero così combattuta!!! Da una parte il ricordo del dolore del parto ancora così vivo e vicino, dall’altra una gran voglia di fare sesso come si deve!!! A un certo punto ero così fissata che non riuscivo più nemmeno a guardare il mio compagno senza immaginarmi di spogliarlo! Allattavo nostro figlio di notte e nel dormiveglia si sovrapponevano ninne nanne e un immaginario denso di erotismo.

A quel punto, messo a letto in nostro piccino dopo la passeggiata del pomeriggio, io e il suo cocreatore ci siamo dedicati finalmente al sesso.

Ahhhh…

che dolore!!!

Ma per fortuna il dolore è durato poco e il mio compagno è stato delicato e attento a me. E infatti il piacere perduto per qualche mese è tornato, bello come prima, intenso come prima. Finché, proprio sul più bello…

dal mio seno è schizzata fuori una fontana di latte che ha allagato me, il mio compagno e il letto!!!

Al momento il godimento è stato più forte dell’imbarazzo e per il mio compagno la cosa è stata divertente più che inquietante, ma quanto avrei voluto che al corso preparto qualcuno mi avesse detto che l’ormone che regola le contrazioni durante l’orgasmo e durante il parto, è lo stesso che regola la fuoriuscita del latte dal seno e che sarebbe stato possibile, durante un orgasmo, trasformarsi in una fontana!

Quanto mi costa infrangere la pudicizia che circonda questo aspetto della mia vita! Ma spero che questo racconto possa servire a qualcun’altra che si troverà nella stessa situazione. Alla fine non c’è niente di cui vergognarsi, non c’è nulla di disgustoso. E’ solo il nostro corpo, il nostro corpo che vive e fa quello che deve fare. Niente di più e niente di meno. Al massimo facciamoci sopra una risata che si sa, ridere fa bene all’amore!

Marianna


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog