Una struttura più accogliente e a misura umana
Dopo circa novant’anni il Castello di San Giacomo di Favignana, finora utilizzato come Casa di Reclusione e più volte definito «disumano, lager…», viene dismesso per una destinazione nuova e più moderna. Sabato 24 è stata inaugurata, infatti, la nuova struttura che prevede l’accoglienza di 120 detenuti, di cui 60 internati e 60 definitivi con l’aumento di organico, rispetto all’attuale, di novanta agenti penitenziari. Distante circa trecento metri dalla vecchia struttura, ci son voluti tre anni di lavoro e sono stati spesi undici milioni di euro per costruire la nuova Casa ove, a suo tempo, esistevano i capannoni per i laboratori dei detenuti stessi. All’inaugurazione, cui erano presenti le massime autorità civili, religiose e militari, dal prefetto Marilisa Magno, e i gonfaloni del Comune di Favignana e dell’Associazione Agenti penitenziari, dopo la benedizione del Vicario Generale della Diocesi, Mons. Liborio Palmeri, ci sono stati gli interventi ufficiali. Il Sindaco di Favignana Lucio Antinoro, ha messo in risalto l’importanza della struttura sul territorio, come punto di riferimento relazionale con gli abitanti dell’Isola, anche perché l’opera dei detenuti (in art. 21 e, quindi, in semilibertà) è preziosa sul territorio e nelle strutture pubbliche (quali scuole e giardini), per mantenerle efficienti e pulite. Maurizio Veneziano, da giugno nuovo Provveditore dell’amministrazione penitenziaria in Sicilia, ha rilevato l’importanza rieducativa e riabilitante del carcere, se si creano le condizioni strutturali e da parte del personale tutto, per raggiungere obiettivi ottimali a favore dei detenuti. Il Direttore del carcere Paolo Malato ha ringraziato con soddisfazione chi ha contribuito alla realizzazione della nuova struttura. Non ha dimenticato di porre l’accento su chi, agenti, personale impiegatizio e educatori, sono il valore portante perché il carcere vada avanti e i detenuti trovino un supporto logistico per trascorrere il periodo della detenzione in modo più sereno e in vista di un ritorno nelle loro famiglie e nella società.
Prima della cerimonia, presenti i genitori, il Provveditore e la madre signora Concetta Abbate, hanno scoperto una lapide toponomastica che indica la dedicazione del carcere alla memoria di Giuseppe Barraco, Medaglia d’Argento al Valore Civile, Agente del Corpo di Polizia Penitenziaria, Nocchiere Motorista, morto in mare nel 1991 all’età di 26 anni, mentre, fuori servizio, compiva il proprio dovere.
SALVATORE AGUECI
(Pubblicato su cattolici.net il 26/09/2011)