Pur non possedendo sistemi di scrittura (calcoli e altri tipi di annotazioni venivano elaborati grazie a strumenti costituiti da gruppi di cordicelle annodate, detti quipu), né disponendo di animali da tiro e di veicoli a ruota, gli Inca riuscirono a creare in un arco di tempo molto breve un impero efficientissimo, che gli Spagnoli conquistarono e distrussero approfittando delle discordie interne.Il vastissimo impero fondato dagli Inca nell'America Meridionale si estendeva, al momento dell'arrivo degli Spagnoli nel 1526, lungo la Cordigliera delle Ande dall'Ecuador all'Argentina, avendo come capitale la città di Cuzco, in Perù. Come gli Aztechi del Messico, anche gli Inca consolidarono la loro supremazia molto rapidamente. Giunti a Cuzco nel 1200, erano una delle piccole tribù in conflitto per il controllo di una regione favorevole all'insediamento. Nel giro di due secoli controllavano un territorio sei volte più vasto dell'Italia e abitato da 10 milioni di individui grazie alla forza militare e alla creazione di un esteso sistema di imposizione di tributi che giungevano fino a Cuzco attraverso una immensa rete viaria.
Il Tahuantinsuyu (Impero delle quattro direzioni) era retto da un sovrano ereditario, detto sapa Inca (unico Inca), figlio del dio Sole e massima autorità religiosa. Il sovrano era affiancato da una classe di nobili e funzionari preposti all'amministrazione del poderoso apparato statale. Sostituendosi ai capi locali (curaca) delle comunità assoggettate, gli Inca riuscirono ad avvalersi delle strutture sociali che per millenni avevano permesso alle comunità andine la sopravvivenza in territori a volte ostili, come le grandi altezze (spesso superiori ai 4.000 m) della Cordigliera delle Ande. Questa verticalità del territorio andino, in cui nicchie ecologiche diversificate si trovano a breve distanza l'una dall'altra, permise all'impero di disporre di una varietà straordinaria di materie prime e di beni. L'Impero inca fu definitivamente sconfitto nel 1532 dai conquistadores spagnoli comandati da Francisco Pizarro che fece giustiziare l'ultimo sovrano inca nel luglio del 1533. Gli Inca seppero assimilare e reinterpretare tratti ed esperienze più antichi, dando vita a peculiari forme architettoniche, di cui uno dei più celebri esempi è il sito di Machu Picchu, e a un'arte sobria che prediligeva l'argilla e la pietra. Molti oggetti recuperati dagli scavi archeologici erano destinati al culto di divinità celesti (il Sole, la Luna) e telluriche (montagne, laghi) o costituivano il corredo nelle sepolture dei personaggi di rango. Dei favolosi tesori in oro e pietre preziose che stimolarono le prime ricerche poco o nulla è restato: depredati dagli Spagnoli, i templi inca vennero distrutti, come il celebre Corichanca (Recinto d'oro) di Cuzco, su cui venne edificata la chiesa di Santo Domingo. Descritto dal cronista spagnolo del XVI secolo Garcilaso de la Vega, che rimase sbigottito dalla profusione di oro e di materiali preziosi nei numerosi templi del recinto, questo era il principale santuario dell'impero, in cui erano venerate anche le divinità dei popoli conquistati ed erano ospitati i corpi mummificati dei sovrani deceduti, che venivano riesumati ed esposti alla popolazione ogni anno, nel corso di una cerimonia collettiva. Cuzco, capoluogo del dipartimento omonimo in lingua quechua significa ombelico e si riferisce alla posizione geografica della città che sorge a 3326 m s.l.m. in una conca assai fertile. Ha clima rigido e vive di industrie tessili (cotonifici), conciarie, alimentari (zuccherifici) e fertilizzanti. Per l’epoca precolombiana la storia di Cuzco coincide con quella del Perù incaico. Fondata dal mitico Manco Capac, fu conquistata da Pizarro nel 1533 e privata del suo grado di capitale con la fondazione di Lima (1535). Sebbene fosse centro importante del Perù spagnolo, intorno a Cuzco continuò ad accentrarsi il potere spirituale degli Inca. Fra il XII e il XIII secolo, il sovrano inca Pachacùti avviò a Cuzco un ambizioso piano di ristrutturazione urbanistica che trasformò il villaggio in una grandiosa città divisa in due settori: uno a carattere politico-cerimoniale, l’altro, periferico, a carattere residenziale. I maggiori edifici della città furono edificati con grossi conci rettangolari o poligonali di andesite, diorite, calcare e granito, oppure utilizzando il tradizionale mattone crudo. Il centro politico era organizzato attorno alla piazza Haucaypata, marcata al centro da un ara-trono. Sul lato nord-occidentale era il palazzo di Huayna Capac (1493-1528) con una ampia costruzione per riunioni di massa, e dalla parte opposta altri due complessi palaziali: Amarucancha (con torre dall’alto tetto conico) e Hatuncancha, dove vivevano le donne votate al servizio dell’imperatore. Il luogo più sacro del Cuzco era il Coricancha, il tempio del dio Sole che Pachacúti dotò di possenti mura rivestite d’oro; al suo interno era il tempietto del dio Sole e altre cappelle dedicate alle più importanti divinità inca. Della fortezza di Sacsahuaman rimangono i bastioni ciclopici, così come le mura megalitiche, costituite da enormi massi poligonali perfettamente tagliati e incastrati fra loro.
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