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Incanti e turbamenti

Da Bruno Corino @CorinoBruno
Poche sono le parole che il poeta usa per turbare la quiete dei suoi giorni...Poche le parole care, cicliche che tornano ad ogni istante...dette, piace riderle e poi scriverle, perché in esse le immagini prendono forma e si lasciano cullare nel loro ritmo ancestrale...sono luci che evocano un brillìo evanescente e che toccano e che sfiorano le montagne del nulla senza smuoverle...D'un tratto sembra che una realtà da tempo dimenticata attraverso il magico suono delle parole t'appare nella mente suscitando un susseguirsi di emozioni indescrivibili, come facce sconosciute, viste, dove? più non me lo ricordo... realtà evanescenti che mi sforzo d'afferrare prima che la memoria le sbiadisca e le precipiti nell'oblio...... e il poeta rivive queste immagini mobili colto da una folgorazione... da un verso sconosciuto all'intelletto... da un verso arcano e misterioso che senti pulsare dentro l'animo ma non conosco l'origine e il nome... un verso fugace per dire al mondo: io c'ero......e in questo totale trasporto mi dimentico chi sono e lascio alla morbida atmosfera dei miei versi, alle sue ombre fumose il compito di abbandonarmi alla mia sorte...

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