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Incavolato Nero

Creato il 06 maggio 2013 da Webnewsman @lenews1
Incavolato Nero

Il Governo Italiano fresco d’insediamento non ha nemmeno terminato la sua prima settimana di lavoro che già piovono critiche, dubbi, minacce e commenti sarcastici degni a volte di una commedia di pessimo gusto. In una settimana il nuovo esecutivo ha avuto il suo bel da fare cominciando dall’attentato ai Carabinieri di fronte a Palazzo Chigi mentre al Quirinale era in corso il detto insediamento.

Ci sono fatti minori, fati maggiori o fatti taciuti che non fanno onore. Parallelamente esistono fatti presi sottogamba che possono rivelarsi un errore politico suicidario o quanto meno deleterio.

In una domenica piovosa del Nord-Italia capita che mentre viaggi sul treno semideserto che ti riporta a casa dopo una giornata trascorsa come ospite ad un matrimonio in una località incantevole durante la quale la cucina locale ti ha offerto piatti che a tuo parere ti avvicinavano al paradiso e l’allegra compagnia ti ha dato conferma che Dio esiste, ritrovi nel giornale comprato alla stazione prima di avvicinarti ai binari un articolo che solo nel titolo ti allontana violentemente dall’Idea che domenica è il giorno del Signore e certi responsabili della chiesa i suoi portavoce. Non credi alle religioni ma dopo aver con gioia ed eccitazione partecipato allo sposalizio religioso di persone care, conta solo il sentimento che vi lega, poco importa che la location sia una rinomata abbazia medievale ed il prete ufficiante di una simpatia coinvolgente.

Sul giornale ti ricapita il commento che da cinque Giorni ti sforzi di ignorare. Borghezio ha così commentato la presenza del Ministro di origine Congolese al parlamento. “La scelta di Cecile Kyenge? Mi sembra una scelta del cazzo; un elogio all’incompetenza. So che è un medico oculista, ma a me sembrava una casalinga”. Corriere della Sera 30 aprile 2013. Allora ti viene da pensare: “Nemmeno tre giorni e la prima presenza nera di sempre in un Governo Italiano già fa venire fuori il lato peggiore di alcune persone, le stesse, quelle che non vorremmo mai scegliere per rappresentare l’Italia.” Nel giornale tuttavia c’è di più. Nel giorno del Signore leggi i numeri dati da uno dei suoi Pastori. Sicuramente uno smarrito che forse saranno le pecore a ritrovare. Don Alessandro Loi, Parroco in Sardegna porta acqua al mulino del politico leghista: “Ma c’è bisogno di un Ministro Nero?” Nello snodarsi dell’articolo compare dell’altro. Il prete è andato giù pesante e si è lasciato scappare un lapidario: “è pericoloso mischiare le razze”. A parte che non è stata resa pubblica nessuna notizia per la cara Ministra Nera, si sarebbe proposta per generare con i suoi colleghi maschi bianchi del Governo bambini dal sangue misto ma se bisogno ce ne fosse, è forse opportuno ribadire che in una Italia che cambia indipendentemente dalla carnagione sì, c’era bisogno di un ministro dell’integrazione. Ciò detto è al limite diabolico da parte di chi predica “andate e moltiplicatevi” l’insinuazione secondo la quale gli esseri umani (fedeli praticanti o meno) non si dovrebbero mischiare per appunto la perennità  della specie. A proposito, un rapido viaggio mentale alla celebrazione a cui hai partecipato fino alle ore piccole ti mette davanti ad una evidenza: hai appena presenziato ad uno scandalo plateale. Il pericolo della specie… La tua amica nera come la pece di rara beltà si è sposata con un maschio locale, un bianco. Ti si rigirano le budella, non per essere stato testimone dell’amore destinato a permanere vita natural durante ma per quello che leggi di ciò che se ne pensa.

Alzare la tua voce e rimarcare la tua posizione si rende da allora necessario. Il prelato di Lotzorai si è avvalso dell’uso di Facebook per esprimere le sue oscenità. Sì ha scatenato il finimondo ma solamente virtualmente. Dove sono quelle stesse voci nella vita reale del paese? Perché un fatto cosi grave non ha sollevato il polverone che merita? Il problema che ti rode è proprio questo. Leggere commenti come "ma che religione pratica", "meno male che è un prete" o "non so come fa a stare nella chiesa" lascia sbigottiti. Fa ribrezzo una volta di più l'odiosa tendenza a voler costantemente nascondere il razzismo dietro l'alibi dell'ignoranza da parte degli Italiani (termine che usiamo senza intenzione di renderlo sinonimo di “bianchi”). D’accordo non si può fare di ogni erba un fascio ma l’ignoranza frettolosamente dichiarata di un religioso o di un politico di spicco e cioè gente che ha un certo seguito per calmare le acque e lasciare che continui quieta quieta a rosicare i ponti non dovrebbe prevalere.

La nomina a Ministro della signora Kyenge rappresenta anzi la vera occasione per mettere a tacere chiunque si sente legittimato  a sputare veleno su chi con arduo lavoro nobile partecipa alla vita di un paese. Qui si parla del futuro di un paese, nel quale chi si sente padrone, è solo nato e probabilmente ne ignora assolutamente i confini giacché nella sua mente il pregiudizio è sconfinato. Enfatizzando il caso di una ragazza presumibilmente stuprata da dei Ghanesi, Il governatore del Veneto Zaia ha tirato in ballo la neo responsabile dell'Integrazione dopo l'arresto dei due sospetti:
"Ora il ministro Kyenge visiti la vittima". "Perché dovrebbe sentirsi responsabile? Quelli di Borghezio sono insulti beceri, ma anche il governatore Zaia non scherza. Per quali ragioni il ministro Kyenge dovrebbe sentirsi responsabile dello stupro di una cittadina austriaca da parte di alcuni cittadini extracomunitari? Zaia la smetta di alimentare il razzismo e la xenofobia con queste stupide associazioni d’idee" ha detto la deputata democratica Margherita Miotto. Pensavamo fosse chiaro ai più come dicevamo nel precedente articolo che la signora Ministro non è entrata al Governo per rappresentare gli Africani bensì per risolvere i problemi del suo paese l’Italia nella sua circoscrizione ministeriale compresi quelli che solo casualmente o per forza di cose possono avere incidenza sugli Africani. Perché deve essere responsabile degli Africani che non rappresenta?

Ancora meno giustificato, è l’accostamento della Ministra o del suo dovere all’arresto di uno dei due Senegalesi fermati dai carabinieri per l'omicidio di Ilaria Leone, la ragazza di diciannove anni strangolata a Castagneto. Qui colpisce la valutazione che si fa del delitto quando lo si allarga alla comunità.  Questa sineddoche usata unilateralmente per cui il non indigeno rappresenta il suo gruppo etnico, ma solo in eventi negativi è di un’incongruenza imbarazzante. Se il successo della Signora Ministro non può parlare per L’Africa e i Neri in generale perché dovrebbero avere un impatto così forte sulla stessa comunità i misfatti di due o più Neri? Strano che la Storia di un medico diventato ministro non costituisca motivo per ricredersi riguardo ai pregiudizi.  Particolare risalto ha avuto questa settimana la sensibilizzazione sul femminicidio. Nei casi balzati agli onori della cronaca, non sembra vi siano stranieri ma guai ad allargare l’orrore di qualche asociale indigeno a un potenziale malcostume di tutti gli Italiani. Qual è il nostro metro di giudizio?

Anziché dare il giusto rilievo alle affermazioni del Parroco Ogliastrino e del politico Veneto nei confronti di un Ministro della repubblica, il solito tamtam mediatico ha indugiato su la stigmatizzazione razziale spettacolarizzando alla noia soprattutto l’arresto di uno dei due Senegalesi di Livorno. D’accordo è una minoranza a sbagliare. Ma quando la minoranza sbaglia così clamorosamente la maggioranza non può stare a guardare limitandosi a dire “quelli sono una minoranza cosa possono fare?” La storia recente del mondo ci insegna che le minoranze stanno spesso facendo dei danni che rischiano di essere irreversibili.

Tornando a Don Loi che nella sua Diocesi ha un collega Nero, è chiaro che la Chiesa e i cattolici hanno tante facce diverse. La Chiesa Cattolica Romana è un’organizzazione che non ha sottoscritto la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Orbene, quando il 22/08/2009 a seguito di un naufragio al largo di Lampedusa i quotidiani Cattolici paragonarono la tragedia degli immigrati alla shoah, Umberto Bossi allora Ministro delle Riforme tuonò: “Queste accuse all’Occidente per le responsabilità nel dramma dell’immigrazione sono parole di poco senso… Non credo alla tesi dell’omissione di soccorso… Aprissero loro le porte al vaticano…” Oggi un esponente sempre della Lega, Eurodeputato per giunta  se ne esce con un "Questo è un governo del bonga bonga, vogliono cambiare la legge sulla cittadinanza con lo ius soli e la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali, quelle del Congo. Lei è italiana?” Patetico se poi è un prete ad ammonire contro le commistioni razziali e opporsi alla scelta di un Ministro Nero e lo si prende sottogamba. Ma se la signora sembra una casalinga, che dire dei politici leghisti come Calderoli che sembrano contadini in Comizio? L’allusione è proposta con tutto il rispetto per la categoria che ha fatto dell’Italia agricola un marchio di successo nei ristoranti del Mondo intero e soprattutto per gettare più luce sulla discriminazione di cui gli agricoltori sono a volte oggetto da parte di burocratici in giacca e cravatta che loro sì fanno naufragare il paese e la sua immagine. In Italia troppo spesso Le cose che destano clamore non lo meritano e comunque lasciano il tempo che trovano.

Lungi da noi l'idea di far passare un paese intero per razzista ma non si può non fustigare l'impunità del sistema e la sua incuria educativa che sdogana implicitamente i comportamenti riprovevoli e legittima chi nelle posizioni di autorità non dà l'esempio lasciando a chi è governato la scelta di comportarsi da volpe libera in un pollaio allegro. Può anche far storcere il naso, ma la Germania ha imparato molto dal suo passato e oramai le istituzioni si discostano nettamente da ogni possibile deriva con un’educazione progressista, delle sanzioni chiare e una Politica di Integrazione a dir poco vincente. Al termine di un Colloquio con paolo Guzzanti nel 2001 giunse a questa conclusione naturale: “In Germania hanno una cosa che non abbiamo in Italia ovvero l’educazione all’accoglienza”.

È ora di rendersi conto che la non educazione al rispetto dell'altro e il constante promuovere sguardi introspettivi come valori siano il miglior modo per spianare la strada al razzismo. Un atteggiamento quasi esclusivamente italiano è lo sforzo davanti ad un problema cruciale di eludere la questione stendendo la colpa al resto del Mondo come per scagionarci con una scusa del tipo "lo fanno tutti e quindi male comune mezzo gaudio". Non è onesto nei confronti dei figli che abbiamo da educare.

Prestare agli Italiani che sbagliano la scusa dell'ignoranza in un Mondo dove i suoni, le immagini, le idee e le conoscenze viaggiano molto più velocemente delle persone non può più passare. Il lassismo è complice dei malintenzionati che vi trovano l'appiglio giusto cui ancorare le ridicoli giustificazioni che in realtà ci riportano indietro.

L’alibi dell’ignoranza è l'eco perpetuo della compiacenza in cui si cullano gli Italiani per non risolvere i problemi che L’Italia ha eccome. Chi ha confidenza con gli stranieri d’Italia sa che spesso per loro l’Italiano medio vuole essere rassicurato della sua bontà quando fa domande come: "L'Italia è bella Vero?" "Hmmmmmmm com’è la pasta asciutta... Buona, vero... Hai visto? In Italia si mangia bene no?" Nel nome dei nostri figli apriamo gli occhi e rendiamoci conto che spesso in queste circostanze lo straniero da la risposta attesa, per non essere tacciato di chi sputa sul piatto dove ha mangiato oppure per confortare l’interlocutore Italiano nella convinzione di essere generoso e accogliente quando tutti sanno che il piatto di pasta non basta a chi come tanti deve mandare i figli a scuola. Ora, è sempre d’attualità il paragone con altri paesi che talvolta scoppiano. Una cosa non deve essere dimenticata. Dove spesso si dice che c’è più razzismo, almeno l’integrazione esiste e l’immigrato anche. L’Immigrato è un’entità sociale rilevante; la legge lo sa e le decisioni politiche ne tengono conto. Ragion per cui dai partiti (im)popolari che ripropongono un passato con cui l'Europa Progressista ha già fatto i conti si prendono le distanze pubblicamente mentre li si induce a moderarsi dandogli una battagli senza tregua.

Perché in Italia un politico può andare in televisione e offendere i Neri per poi vedersi descritto il giorno dopo su tutti i giornali (cosa già indecorosa per un paese) come uno cui piace scherzare? E allora certo che il coro da stadio contro un giocatore Nero come Balotelli "è tutta ignoranza, è tutto uno scherzo". Lo stato che non da battaglia all'Ignoranza ha scelto di non crescere e lascia fare il razzista. È capitato più di una volta all'Unione Europea a Bruxelles che politici Italiani scatenassero l’indignazione perché non si regolano con gli scivoloni linguistici tinteggiati di razzismo. Come può un personaggio dello spettacolo orgogliosamente ostentare il busto di Mussolini che troneggia nel suo ufficio in televisione senza rischiare critiche? Come mai puoi scendere alla Stazione di Roma Termini la Capitale del Paese di Rita Levi Montalcini e comprare a quattro soldi per le strade di tutto e di più alla gloria del Duce? Perché a Roma sì e a Berlino No? La Germania ha fatto i conti con il passato. È stato il primo paese in Europa a mettere a disposizione un Numero Verde per la lotta al razzismo che tuttora funziona. Al numero Italiano non è escluso che ti chiedano se ti sei assicurato che chi ti ha insultato non stesse scherzando. Sono questi i sintomi di una scelta politica errata.

Nessun può veramente sapere cosa hai nel cuore e quindi per mettere d'accordo tutti non si dicono cose con connotati razziali per stigmatizzare un gruppo o offendere il rappresentante d'un gruppo punto e basta. Non si dice e siamo tutti d'accordo, tutti più tranquilli altrimenti bisognerebbe inventare l'infrarosso per distinguere chi scherza da chi offende, chi ignora da chi vuole colpire... troppo comodo nell'era di Internet… È terribile come sembriamo non renderci conto che l’Italia non sta facendo bella figura.  Quando Oprah Winfrey Regina Nera dei Talkshow in America incontrò a New York Rula Jebrael, Palestinese ed ex volto del TG7 spesso bersaglio di tanti pregiudizi, oggi trasferitasi negli USA dove lavora, le chiese “Come hai fatto a reggere 13 anni in un paese razzista come l’Italia?”. Uno che sopporta e minimizza sembra darci un’indicazione seria sull’immobilismo del paese. Questo è un atteggiamento che gli immigrati anziani insegnano ai nuovi arrivati. Sono soliti dire: “In questo paese sai, meglio tenersi dentro alcune cose. Alcune verità danno fastidio e rischi di farti dei nemici. Se vuoi andare avanti e trovare lavoro fa sempre il loro gioco e non avrai problemi…” Se funziona come sembra allora, è grave. Andare avanti così non sarebbe saggio. Qui la gente finge ancora di non rendersi conto che i bambini crescono con modelli di riferimento tradizionalmente presentati come affidabili che gli inculcano la chiusura mentale e l'esaltazione di sé denigrando gli altri come valori. È l'inizio del razzismo che sviluppandosi si trasforma in offesa talvolta intrisa di violenza. Se non ce ne rendiamo conto, allora abbiamo un problema con l'onesta e forse non vogliamo abbastanza bene al Nostro paese perché chi subisce come chi ci guarda e ci giudica, lo sa e lo vede.

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