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Inception, ovvero la famigerata regola numero 6 di Noam Chomsky
Creato il 07 marzo 2011 da TreasuresPartiamo da Inception. Chiunque lo abbia visto, lo sa: non è un film come tutti gli altri. Nell’universo creato dal regista Chris Nolan è possibile, attraverso una pratica non proprio ortodossa, introdursi nei sogni della gente, e tramite i sogni agire sull’inconscio. I sogni si possono progettare, costruire: come in un labirinto, ci si può perdere e mai più ritrovare, poiché i sogno sono regolati da un tempo molto più lento rispetto alla realtà esperibile.
Come in un rebus a incastro, ci sono anche i “sogni nei sogni” in cui il tempo scorre ancora più lento, infinitamente lento. Ci si introduce e si procede in maniera algebrica, ogni sogno una parentesi {[()]}, e nella parentesi successiva il sogno avrà tempi sempre più lunghi… e da un sogno ci si può introdurre, per intervenire, nel precedente… Vi siete già persi? In molti hanno gettato la spugna durante la visione del film, che indubbiamente richiede tutta la nostra attenzione per star dietro a dialoghi densissimi, e alla trama a scatole cinesi. Senza aver compreso il meccanismo, o afferrato bene i dialoghi, tutti, non si va lontano: ci si addormenta al minuto 16’, tanto più che già si parla di sogni, et voilà, si resta in tema…
Densità a parte, per me, Inception è stata un’estasi mentale e visiva. Due ore e un quarto di echi e rimandi, come se qualcuno mi avesse portato a spasso tra i Campi Elisi del mio immaginario. E non solo: anche un tripudio visivo di prim’ordine. Mi sono sentita un po’ come i primi fortunati spettatori che, nel 1895, seduti nella sontuosa hall dell’Hotel Sofitel Scribe di Parigi, che nel 1895, assistettero alla prima proiezione dell'Arriveé d’un train en gare de la Ciotat, ad opera dei due lionesi fratelli Lumière. Gli eleganti spettatori, atterriti dall’arrivo del treno alla stazione, quel treno che sembrava proprio attraversare lo schermo, per paura d’esser davvero travolti abbandonarono l’etichetta e i cappelli sulle sedie per fuggire atterriti dalla sala! Tutto merito della prospettiva obliqua con cui i fratelli Lumière avevano filmato la scena…avevano compreso e sfruttato le potenzialità del cinema appena nato!
Non si era mai vista, prima di Inception, Parigi ripiegarsi su se stessa, richiudersi come un libro... E nemmeno quelle altre infinite costruzioni dell’inconscio, in un tempo rallentato, meta-onirico, dove s’invecchia senza più appartenere a se stessi. Stupendo.
Di Caprio, il protagonista, è Cob, che di mestiere ruba segreti dal subconscio delle persone, attraverso i sogni. Stavolta, gli viene proposta una nuova missione: innestare un’idea nella mente di qualcuno. Nel farlo, affronta una discesa agli inferi – una vera e propria catabasi – e scopriamo quello che si cela dietro ai suoi personali incubi: il tentativo di salvare la donna che ama, Mal, aka Marion Cotillard, persa nei meandri del sogno. Per convincerla a uscire dal sogno, le innesta un’idea, direttamente nel subconscio: le conseguenze di questa intrusione, di questo "impianto", sono irreversibili. Come sempre quando si manipola l’inconscio. E questo ci porta dritti a Noam Chomsky.
Linguista e teorico della comunicazione, saggista illuminato, è uno dei grandi del nostro tempo, una delle voci “del dissenso” più autorevoli d’America. Leggere la sua prosa è come accendere la luce nella penombra: all’improvviso si vede tutto con più chiarezza. Chomsky ha recentemente stilato un decalogo per illustrare gli effetti della manipolazione, da parte da parte dei mezzi di comunicazione di massa, delle nostre coscienze. Ecco come descrive la pianificazione, le meccaniche e le tecniche di tale manipolazione, e ci spiega come, e perché, i Media fanno giornalmente, e scientemente, inception nel nostro inconscio!Giù la maschera allora! Leggiamo il suo decaologo. Avvertenza: dopo averlo letto, nulla vi sembrerà più come prima…
1. La strategia della distrazioneL’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica dell’inondazione e diluvio a pioggia di notizie e informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per dirottare l’interesse del pubblico dalle conoscenze e scoperte essenziali nel campo della scienza, economia e psicologia, neurobiologia e cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza alcuna importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dagli tempo di pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali.” (da Armi Silenziose per Guerre Tranquille)
2. Creare il problema e poi offrire la soluzioneQuesto metodo è anche chiamato “problema-reazione-soluzione”. Si crea un problema, una situazione che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3. La strategia della gradualitàPer far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, con il contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ’80 e ’90: uno stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati tutti in una sola volta.
4. La strategia del differireUn altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che uno immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente – la massa – ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente per abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.
5. Rivolgersi alla gente come a dei bambiniLa maggior parte della pubblicità rivolta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione spiccatamente infantili, perfino l’intonazione, tutto è rivolto verso il basso, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni, o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende a utilizzare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge a una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico, proprio come quella di un essere umano di 12 anni o meno.” (da Armi Silenziose per Guerre Tranquille)
6. Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessioneSfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…
7. Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocritàFare in modo che la gente sia incapace di comprendere le tecniche e i metodi utilizzati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte di quelle inferiori.” (da Armi Silenziose per Guerre Tranquille)
8 Stimolare il pubblico a essere favorevole alla mediocritàSpingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9. Rafforzare il senso di colpaFar credere all’individuo di essere solo ed esclusivamente lui il responsabile delle proprie disgrazie a causa di insufficienti intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione, non c’è rivoluzione!
10. Conoscere la gente meglio di quanto essa si conoscaNegli ultimi cinquant’anni i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono, e che utilizzano, le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca se stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo e un maggior potere sulla gente, di gran lunga maggiore di quello che la gente esercita su se stessa.
Giocare con le corde dell’inconscio, mentre dormiamo con gli occhi aperti davanti alla Tv, e pensiamo che nulla è successo, mentre tutto si sta muovendo, sta congiurando a trasformaci in degli automi disinformati appesi alle notizie sul maltempo. La manipolazione mediatica mira a ottenere acriticamente il nostro consenso politico e d’opinione, basandosi su strategie, come abbiamo letto, ben precise. Alla prossima notizia sull’ennesima ondata di freddo o caldo anomali, pensiamoci un po’ su. Il mondo esiste fin dalle ere Glaciali. Che cosa sono queste farneticazioni se non meri diversivi per tenerci lontani dai veri problemi e dal nostro senso critico?
Dobbiamo approfondire, non fermarci alla risposta facile che ci viene fornita, risalire alla fonte. Nuotare contro corrente, come fanno i salmoni, è faticoso: ma immensamente dignitoso, e l’unico modo per salvarci dalla dannazione dell’ignoranza arrogante dell’horror vacui. Abbiamo in mano, e nemmeno lo sappiamo, l’arma più importante, più definitiva di tutte: il telecomando. Usiamolo per spegnere la Tv. E poi alziamoci a spegnerla per bene, dal tasto sotto lo schermo, non lasciamola in stand by, così risparmiamo anche sulla corrente. Dopodiché, corriamo a ripararci sotto la chioma di un bel faggio, come Titiro nelle Bucoliche, e pensiamo a un paio di cose importanti.
Se non avete visto Inception, non esitate a guardarlo, con un solo avvertimento: cercate di non mangiare pesante prima della visione, vi servirà tutta la vostra lucidità. Dopo, rileggete il decalogo di zio Chomsky. Noterete delle inquietanti analogie con il punto numero 6. Se fate parte del folto gruppo di persone che si è addormentato sulla poltrona del cinema che proiettava Inception, beh, consolatevi ora con la lettura del decalogo.Quello non fa dormire.Anzi, il sonno, proprio lo toglie.
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