Mentre il silenzio di Matteo Renzi sull'inchiesta Mose si fa sempre più assordante (sarà forse impegnato a preparare qualche slide sul tema?), nel Partito Democratico è cominciato lo scaricabarile nei confronti di Giorgio Orsoni, il sindaco di Venezia arrestato con l'accusa di finanziamento illecito. Luca Lotti - uno dei più zelanti paggi renzini nonché sottosegretario alla presidenza del consiglio - si è premurato di puntualizzare che "il sindaco Orsoni non è iscritto al Pd, non ha tessera". Con i democratici, insomma, non ha nulla a che fare: una presa di distanze che suona come una mezza condanna, e tanti saluti alla presunzione d'innocenza. Garantisti con qualche se e diversi ma.
Nessuno dubita delle parole di Lotti, sicuramente Orsoni non aveva alcuna tessera. Allo stesso tempo però, come testimonia questa pagina del sito democratico dedicata proprio al primo cittadino serenissimo, non era nemmeno considerato un oggetto estraneo.
![Inchiesta Mose: quando il Pd con Orsoni si sentiva in buone mani Inchiesta Mose: quando il Pd con Orsoni si sentiva in buone mani](http://m2.paperblog.com/i/239/2393357/inchiesta-mose-quando-il-pd-con-orsoni-si-sen-L-N72HEX.jpeg)
Pur non essendo iscritto nel Pd lo si considerava parte del proprio organico, tanto da dedicargli una presentazione sul proprio sito web. Non solo, con Orsoni ci si sentiva in "buone mani". La solita perspicacia piddina: la pagina fu probabilmente curata da Piero il Lungimirante Fassino in persona.
D'altra parte, pur non essendo ufficialmente parte dei democratici, nel 2010 Orsoni corse alle primarie del partito e le vinse, diventando formalmente il candidato della coalizione di centrosinistra capeggiata dal Pd. Carta, anzi web, canta:
![Inchiesta Mose: quando il Pd con Orsoni si sentiva in buone mani Inchiesta Mose: quando il Pd con Orsoni si sentiva in buone mani](http://m2.paperblog.com/i/239/2393357/inchiesta-mose-quando-il-pd-con-orsoni-si-sen-L-tGNKdF.jpeg)