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Inciampi e soluzioni problematiche

Creato il 13 ottobre 2015 da Massimo Citi
Inciampi e soluzioni problematiche
Su ALIA Evolution oggi ho pubblicato un breve comunicato.  Un fatto nuovo che riguarda ALIA 2.0 e più in generale il futuro di ALIA. Si tratterebbe, detto in poche parole, di dare una discendenza ad ALIA in forma di romanzi o antologie. Un'idea partorita da Mario Giorgi e da me e benedetta da Silvia Treves. Ma non voglio ripetermi anche qui. Leggete QUI il testo apparso su ALIA Evolution e Dio sia con voi... ... Ma esistono problemi. Nemmeno troppo piccoli. Il primo di questi problemi è il sottoscritto. E non solo per me, sia chiaro.  Ricordete tutti... ma forse è meglio che fornisca un link per chi non lo ricordasse: QUI ne ho parlato... dicevo, ricorderete tutti che qualche tempo fa lamentai l'eccessiva lunghezza del racconto (racconto?) scritto per entrare nel prossimo ALIA. Bene, una volta superati i 90.000 caratteri senza ancora intravedere il finale ho gettato la spugna. Amadeus, questo il titolo del racconto romanzo, diverrà per l'appunto un romanzo, presumibilmente sui 200/250.000 caratteri, quindi un romanzo breve, e vivrà una vita sua, senza ingombrare ALIA. A questo punto posso enunciare un ulteriore elemento per definire un racconto: «Nel tuo racconto non inserire più di tre personaggi, se non vuoi trovarti a riscrivere il ciclo di Dune o Dhalgren o i Tre Moschettieri». A questo punto, e con tempi brevi, devo arrangiarmi a proporre qualcosa di nuovo. Senza allontanarmi dal ciclo della Corrente, dal momento che un racconto appartenente a quel ciclo ho promesso urbi et orbi.    In questi casi si prende il pc e si cerca di cavarne qualcosa. E in fretta. Si ripescano situazioni appena accennate, scene scartate (non butto via niente, grazie al cielo), suggestioni dimenticate, immagini perdute, tutto ciò che può servire a imbastire una storia solida e credibile. 
Inciampi e soluzioni problematiche
Avevo una passione che non sono ancora riuscito a inserire in una storia per antiche civiltà aliene perdute, per i pianeti abbandonati, per i buchi neri, per la solitudine e per la morte come compagna di viaggio che ti soffia sulla nuca. Quindi ecco la (breve) storia di due astronaute – astronaute perché sono stufo di personaggi maschili – a corto di ossigeno finite per un grave incidente su un pianeta «illuminato» da un buco nero dove è probabile sia esistita... Vabbé, il resto lo saprete leggendo il racconto. Che non è finito, sia chiaro, e che mi costerà una certa fatica terminare ma che comunque per il 15 dicembre sarà in pista, lucido e nuovo di zecca. 
Spero.
Un problema non troppo diverso da quello di Silvia Treves, mia compagna di avventura in tutti i sensi, attualmente intorno a pagina dieci del suo racconto ambientato su un satellite di Urano, in un oceano seppellito sotto svariati chilometri di ghiaccio. Avete presente il lago subantartico di Vostok? Ecco, una cosa così. Qui è stata un'ambientazione non facile (è un eufemismo) a costarle un mesetto di lavoro di documentazione con  la sera prima di dormire ponendo domande improvvise tipo: «Ma secondo te come potrebbero muoversi eventuali creature viventi in un mondo completamente oscuro?» o «Quale sarà il rapporto tra temperatura e pressione a quelle profondità?» o ancora: «ma la bioluminiscenza potrà funzionare a temperature molto basse e pressioni elevate?», domande che, come ognuno potrà comprendere, sono il mio pane quotidiano. Già, la vita di due autori di sf è complicata. 
Inciampi e soluzioni problematiche
...
Ultimissima cosa, ho cambiato al copertina di Settembre, una volta raccolte una serie di impressioni (negative) sulla prima copertina scelta. Personalmente, a differenza di Davide Mana e di altri insigni personaggi non ho mai avuto molta considerazione per le copertine, meno che mai per quelle di sf, abituato com'ero a copertine più o meno assurde [*]. Ma... indubbiamente una copertina ha il suo peso, perlomeno per avere l'impulso a prendere (metaforicamente) in mano un libro e sbirciare. Quindi ho rifinito la copertina scartata e l'ho sparata nel web. Non penso che ne avrò un significativo ritorno ma se non altro non mi verranno in mente tutte le critiche – assolutamente giustificate – che ho ricevuto per la prima.
Per oggi ho finito. A presto!
Inciampi e soluzioni problematiche [*] Le copertine di Karel Thole erano in genere ottime ma avevano il grosso difetto di rendere appetibili anche pessimi libri, in più martoriati dal premiato trattamento dei dottori Pece e Piuma, al secolo Fruttero e Lucentini. Motivo in più per non fidarsi delle copertine.

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