Secondo l’Organizzazione Mondiale di Sanità ogni anno nel mondo a causa di incidenti stradali muoiono circa 1 milione e 200 mila persone e ne rimangono ferite o disabili altri 20-60 milioni. Inoltre, le conseguenze economiche di tali incidenti rappresentano il 2% del prodotto nazionale lordo dell’intera economia globale. Gli adolescenti maschi costituiscono il gruppo a rischio più elevato rispetto alla media della popolazione.
Le responsabilità vengono in genere attribuite all’alta velocità, ma anche all’uso di sostanze stupefacenti e di alcolici. Uno studio appena pubblicato sulla rivista PLOS Medicine aggiunge ulteriori elementi su cui riflettere.
Ricercatori canadesi hanno analizzato per 7 anni i giovani tra i 16 e i 19 anni ricoverati per incidenti stradali, confrontandoli con ragazzi della stessa età ospedalizzati nello stesso periodo per appendicite. Sono dunque stati inseriti nella ricerca 3421 soggetti appartenenti al primo gruppo e 3812 facenti parte del gruppo di controllo. Per tutti è stata presa in esame l’eventuale presenza, nei dieci anni precedenti, di diagnosi di disturbo da deficit di attenzione e da comportamento dirompente, cioè di:
- disturbo da deficit di attenzione/iperattività
- disturbo della condotta
- disturbo oppositivo provocatorio.
È risultato che diagnosi di questo tipo aumentano di un terzo il rischio di essere coinvolti in incidenti stradali e spiegano uno su 20 incidenti considerati nello studio.
Secondo gli autori, questo potrebbe essere legato all’impulsività, alla tendenza a infrangere le regole e alla distrazione che sono tra i sintomi che caratterizzano tali disturbi.
Alla luce di tutto questo, la soluzione secondo gli autori non sta nel negare la patente a chi soffre di questi disturbi, quanto piuttosto nell’attirare l’attenzione su tali problematiche e far sì che i genitori si attivino per far valutare ed eventualmente trattare i propri figli da professionisti.
Sempre ammesso che si tratti veramente di disturbi psichiatrici, così come teorizzato dall’American Psychiatric Association, sulla qual cosa però è da tempo in corso un dibattito con molte voci discordi.