Dario ha le orecchie a sventola e quindi non può avere ucciso Gesù.I dieci anni li ho compiuti già da tre giorni e si sa che con il numero 10 si comincia a ragionare come i grandi. Io però un dubbio ce l'ho, se questi grandi sono così saputi, la guerra allora non deve durare così tanto.
Andrea Molesini, La primavera del lupola recensione di questo libro ha rischiato di essere la più breve di sempre in quanto la si sarebbe potuta sintetizzare con un bel mah, tuttavia cercherò di motivare la mia perplessità. certamente il libro è ben scritto; la storia viene narrata a due voci, della quali una è quella del bambino qui sopra, l'altra è quella di una giovane infermiera che si fa passare per suora in quanto ha accoppato due fascisti che la volevano violentare. finta suora e bambino risiedono presso un convento nella laguna di Venezia che dà rifugio anche a tre ebrei, ed insieme a loro scappano quando il rischio di venire scoperti si fa più alto. comincia quindi una fuga al limite della disperazione in cui molti vengono uccisi e l'aiuto giunge da parte di un tedesco traditore. orbene: dicevo che il libro è ben scritto. sì, però uno può scrivere benissimo una storia senza capo nè coda. a me sinceramente la trama è apparsa piuttosto inconsistente e non è nemmeno che a sorreggerla ci siano chissà quali rivelazioni sulle ultime settimane di guerra, per non dire che il mistero del tedesco non è stato svelato ed era una delle due cose che mi hanno fatto arrivare in fondo al libro. la cosa che mi lascia più perplessa però è proprio la parte narrata dal bambino; credo che nessun adulto sia in grado di ricordare che cosa pensava quando aveva dieci anni. o magari sono io che sono smemorata, fatto sta che le riflessioni del bambino mi sono suonate quasi sempre artificiose. molto ben scritte, eh, che questo nessuno lo può negare.