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Incipit

Creato il 30 giugno 2010 da Aghi

Los Angeles, 1897
“Vi dichiaro marito e moglie” Il sacerdote chiuse la Bibbia. “Potete baciare la sposa”
Rachel Branford alzò gli occhi sul marito. “Se solo oserete farlo, Mitch Kincade, giuro di strapparvi il labbro con un morso” lo minacciò, andandosene poi a grandi falcate.
Mitch, immobile davanti all’altare, guardò la moglie allontanarsi dalle file dei banchi deserti mentre i suoi passi riecheggiavano nel silenzio della chiesa. La schiena rigida, i capelli scuri acconciati in un severo nodo sotto il copricapo, indossava il vestito che le piaceva meno, come aveva avuto l’accortezza di fargli notare l’unica volta in cui, quella mattina, gli aveva parlato.
Quella donna riusciva a gelare qualsiasi cosa le stesse intorno, non vi erano dubbi.
Eppure lui continuava a volerla.
Anche se Rachel non lo sopportava.
Non che se la sentisse di biasimarla, concesse Mitch, osservandola mentre percorreva la navata. Non dopo il disastro causato dal padre e aggravato dal fratello, non dopo tutto lo stravolgimento che le era toccato aggiustare… con il suo corpo.
Rachel però aveva dato la sua parola e a quella si era attenuta accettando di concludere il matrimonio. Perché non farlo, dopo tutto? Anche per lei, come per Mitch, vi sarebbero stati molti vantaggi.
Adesso, dopo una serie di sfortunate circostanze, Mitch era a un passo dall’ottenere l’unica cosa per la quale aveva lottato, sudato sangue e sognato per anni. Era talmente vicino alla meta da sentirne il sapore.
“ ‘Mia è la vendetta’ disse il Signore” mormorò Kincade.
“Come?” chiese il prete.
L’uomo lo fissò “Nulla. Non importa”
Il sacerdote si mosse a disagio “Bene… uh… congratulazioni” Si schiarì la voce “E… buona fortuna”
Ne avrete bisogno, sottintendeva il suo tono.
Come non dargli ragione, convenne il novello sposo.
Facendo un bel respiro, Mitch si calcò in testa il cappello e seguì la sposa. Avrebbe avuto quello che desiderava da Rachel Branford.
In un modo o nell’altro.

 

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