Quando i cani avrebbero finito di mangiare, la testa del perdente sarebbe stata piantata su un palo. Già dodici pali circondavano l'arena. Su ciascuno poggiava una testa, o un teschio, a seconda di quanto tempo era stata esposta agli elementi, alle formiche ambiziose che s'arrampicavano su pali e agli uccelli affamati. E naturalmente, a seconda di quanta carne i pitbull avevano strappato prima che la testa venisse issata sul palo.
Dodici pali. Dodici teste.
Quella sera sarebbero stati alzati un nuovo palo e una nuova testa.
Harry guardò la congregazione. Tutti quanti, più o meno sessanta. Un vero spettacolo. Sembravano creature folli uscite da un libro di Lewis Carroll. Solo che non avevano lunghe orecchie da coniglio o buffi cappelli a cilindro. Erano soltanto buzzurri di una zona agricola fuori mano e arretrata, non troppo diversi da lui. Con una sola differenza. Erano matti come topi ballerini. O forse non erano matti loro, era matto lui. Certe volte aveva la sensazione di essere finito in un universo parallelo dove non valevano le vecchie leggi della natura e del bene e del male. Come Alice che piomba nel Paese delle meraviglie attraverso la tana del coniglio.»
MANEGGIARE CON CURA
di Joe R. Lansdale (Ed. Fanucci)