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Incipit: I Peanuts di Charles M. Schulz

Creato il 14 agosto 2011 da Martinaframmartino

Incipit: I Peanuts di Charles M. Schulz

Era una notte buia e tempestosa.

A un tratto echeggiò uno sparo. Una porta sbatté. La fanciulla lanciò un grido.

Una nave pirata apparve improvvisamente all’orizzonte.

Mentre milioni di uomini morivano di fame il re viveva nel lusso.

Nel frattempo, in una piccola fattoria del Kansas, cresceva un ragazzo.

Qualcuno ha storto il naso leggendo queste righe? Inizio trito e ritrito, frasi elementare e slegate fra loro, prosa sciatta…

Eppure Snoopy è convinto di poter collegare tutto senza problemi nella seconda parte, e di poter trarre da quest’inizio un capolavoro.

Charles M. Schulz era un genio. Le sue strisce dedicate a un gruppo di ragazzini, un cane, un uccellino e alle loro avventure/disavventure hanno accompagnato i lettori per cinquant’anni sotto il titolo riduttivo Peanuts, noccioline. È così che venivano, e talvolta vengono ancora considerate, queste strisce. Cose buone senza essere prelibatezze, da consumare distrattamente senza starci a pensare, perché ciò che conta è altro. Le noccioline non costituiscono il pasto, semmai sono una merenda, e i fumetti non sono il motivo per cui si acquista un quotidiano, semmai un momentaneo relax fra una notizia e l’altra.

Ma è davvero solo relax quello che si può trovare in queste brevi storie? Inizialmente Schulz lavorava su un numero definito di quattro vignette quadrate. In questo modo la sua storia tappava i buchi: si poteva mettere in orizzontale, sotto quattro colonne affiancate fra loro, in verticale, in un’unica colonna, o in due file da due, formando così un quadrato più grande. Una struttura di questo tipo consentiva ampio spazio di manovra al direttore del giornale per l’impaginazione, ma evidenziava anche come le vignette venissero considerate poco più che un riempitivo.

No, non si può andare avanti per cinquant’anni facendo solo il tappabuchi. Se Schulz non avesse avuto un cervello di prim’ordine dopo un po’ le sue storie avrebbero perso brillantezza, e sarebbero sparite. Invece sono andate avanti, e avanti, e avanti, e se in seguito hanno iniziato a essere costituite non da quattro ma da tre o due o anche da una sola vignetta significa che ormai nel giornale il loro spazio se lo erano conquistato, e l’autore poteva seguire solo la sua creatività.

Charlie Brown il tira-e-molla, perennemente innamorato della ragazzina dai capelli rossi che neanche sa che esiste, disastro con gli aquiloni e nel baseball. La sua sorellina Sally, che odia la scuola e che non capisce nulla. Lucy la bisbetica, che come esterno destro è una frana, tiene un banchetto di psicologia, si diverte a tormentare gli altri ed è perdutamente innamorata di Schroeder, il quale imperterrito suona il suo piano e di tanto in tanto ricopre il ruolo di catcher. Linus, con coperta e pollice in bocca, sempre in attesa del Grande Cocomero ma capace a volte di riflessioni filosofiche spiazzanti. Piperita Patty, bravissima negli sport quanto un impiastro a scuola. E tanti, tanti altri, fino a lui, Snoopy, il più sensibile fra tutti i bracchetti. Il che non è poco, visto che i bracchetti sono i più sensibili fra tutti i cani, e i cani sono i più sensibili fra tutte le creature viventi. Quando non è in attesa di cibo o impegnato a lottare con Linus per la coperta Mister sensibilità affronta nei cieli il Barone rosso, discute cause in tribunale, gioca a baseball o a tennis, funge da guida per un gruppo di uccellini, scrive romanzi che iniziano sempre con la frase “Era una notte buia e tempestosa” e riceve dagli editori le lettere di rifiuto più originali che si possano immaginare, e si dedica a mille altre attività che lo rendono più umano di chi lo circonda. E si assiste ai mutamenti di coscienza dei personaggi, perché se anche i piccoli protagonisti dopo un po’ smettono di crescere e restano sempre uguali di modo che non saranno mai adulti e Lucy sarà sempre bisbetica mentre Charlie Brown non farà mai volare un aquilone, sono bimbi che riflettono (tranne quando sono interrogati dalla maestra!) e a volte nei loro pensieri si nasconde una notevole saggezza.

Baldini Castaldi Dalai, che detiene i diritti di traduzione, sta pubblicando volumetto singoli o grandi libri dei decennali, dedicati ciascuno alle strisce giornaliere o alle tavole domenicali dei Peanuts. Pian piano è questa la serie che sto completando. E ciascuno di questi libri è straordinario. Anche se Snoopy, riflettendo sul suo romanzo due settimane dopo averlo iniziato, si trova a pensare “Forse mi sono messo nell’angolo da solo”.

Sono di nuovo in partenza per altre due settimane, ma stavolta il computer viene con me. Il nuovo inizio:

Nell’entroterra soffiava il caldo vento notturno verso nord attraverso l’ampio delta chiamato le Dita del Drago, un labirinto sinuoso di corsi d’acqua, ampi e stretti, alcuni ostruiti da erbacoltello.”



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