Era il lontano 1948 quando Heinrich Böll, uno dei miei scrittori preferiti, premio Nobel per la letteratura nel 1972, scrisse il suo primo libro: Il legato (titolo originale Das Vermächtnis).
Sono trascorsi molti anni prima che venisse pubblicato, tra il 1982 e il 1983, ma nonostante questo lasso di tempo, le pagine e la storia che l’autore ha voluto narrare non hanno perso nulla del loro valore iniziale anzi, resistendo alla scrematura del tempo il lavoro è diventato più forte, più toccante e permette ancora oggi di rivivere e conoscere un periodo tra i più scuri della storia moderna, anni di oppressione e paura, anni in cui s’è cercato di cancellare la diversità degli, di cancellare un Credo e un intero popolo.
Ho letto con tristezza infinita Il legato che racconta tutto questo da un punto di vista “diverso”, dal punto di vista di chi era costretto a diventare soldato e appoggiare un regime che non gli apparteneva, idee che non condivideva alle quali non poteva neanche opporsi ma sottostare in silenzio e senza possibilità di uscita.
Qui di seguito riporto l’incipit del libro, un incipit che magari potrebbe risultare poco convincente e coinvolgente ma nel quale si riconoscono in pieno lo stile, il pensiero e la grandiosità di Heinrich Böll.
Incipit Il legato (1948)
I.
Oggi ho incontrato un giovane, egregio signore, il cui nome non dovrebbe esserle sconosciuto. Si chiama Schnecker, per quanto ne so abita già da decenni vicino a lei ed era un compagno di scuola del suo fratello disperso. Ma questo non è tutto. Da oggi so anche che lei ha atteso invano per cinque anni notizie di suo fratello, sulla cui sorte le è stata comunicata la fatale menzogna burocratica: “disperso”. Ebbene, Schnecker avrebbe potuto correggere questa menzogna. Ci sono solo due uomini al mondo che avrebbero potuto darle certezza, uno è Schnecker, l’altro sono io. Ho taciuto. Quando avrà letto la mia relazione comprenderà che non potevo venire da lei e “raccontarle”, come si suol dire.
Mi scusi se ora sono costretto a comunicarle qualcosa che non si può in nessun modo addolcire. Suo fratello è morto.
Schnecker dava veramente l’impressione di una grande allegria. Lo incontrai sulla terrazza di un caffè estivo, sotto quegli allegri ombrelloni colorati, delimitati da grandi casse rosse di gerani, dove siede gente spensierata, che porta occhiali da sole e osserva la corrente dei passanti. Schnecker era in compagnia di una giovane donna.
Da Il legato di Heinrich Böll, pagina 3
Dati del libro:
Titolo: Il legato (Das Vermächtnis)
Autore: Heinrich Böll
Casa editrice: Einaudi
Traduzione italiana: Silvia Bortoli
Pagine: 106
Anno di pubblicazione: 1983
Scritto da Mac La Mente