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Incipit: L’ascesa dell’ombra di Robert Jordan

Creato il 20 agosto 2011 da Martinaframmartino
Incipit: L’ascesa dell’ombra di Robert Jordan

Mat sulla copertina dell'ebook di L'ascesa dell'ombra

Nell’entroterra soffiava il caldo vento notturno verso nord attraverso l’ampio delta chiamato le Dita del Drago, un labirinto sinuoso di corsi d’acqua, ampi e stretti, alcuni ostruiti da erbacoltello.”

 

Ho aspettato nove anni per leggere queste parole, l’attesa più lunga che io abbia mai fatto per un libro.

Fra il 1992 e il 1995 Mondadori aveva pubblicato tre romanzi di un autore fino a quel momento sconosciuto in Italia, tal Robert Jordan. Il primo, L’Occhio del Mondo, era stato pubblicato sotto il marchio del prestigioso editore, i due seguiti, La grande caccia e Il drago rinato, sotto il marchio Mondadori/Interno Giallo. All’epoca non lo sapevo, ma il dettaglio si sarebbe rivelato molto importante.

Proprio in quegli anni Mondadori aveva acquistato il marchio dell’editore Leonardo/Interno Giallo, recentemente fallito, e ne stava cercando il rilancio proprio con la sigla Mondadori/Interno Giallo. Per gli appassionati di fantasy sotto questo marchio sono stati pubblicati diversi titoli importanti come due volumi della serie di Landover di Terry Brooks, quattro del ciclo di Death Gate di Margaret Weis e Tracy Hickman, la conclusione del Ciclo delle spade di Tad Williams e due romanzi di Stephen Donaldson. Jordan perciò era in buona compagnia, almeno finché, nel 1995, Interno Giallo non cessò completamente le sue pubblicazioni.

Per gli amanti della Ruota del Tempo iniziava un lungo periodo di attesa, nella speranza di poter un giorno proseguire nella lettura delle avventure di Rand e compagni.

Nel 1997 Fanucci pubblicava Conan l’invincibile, il primo dei romanzi dedicati da Jordan al muscoloso barbaro, e contemporaneamente spiegava in un editoriale del suo magazine che l’ipotesi di proseguire la pubblicazione della saga là dove si era fermata Mondadori era un impegno eccessivo per un editore delle sue dimensioni.

Qualcosa mi dice che siamo stati in tanti a scrivere in casa editrice per fargli cambiare idea. Certo con il trascorrere degli anni Fanucci come editore è cresciuto, e ha avuto maggiori disponibilità economiche per l’acquisto dei diritti, ma probabilmente l’entusiasmo di noi fan ha fatto la sua parte. Se un editore sa con certezza che un determinato libro venderà, se solo gli sarà possibile lo pubblicherà.

L’Occhio del Mondo versione Fanucci è arrivato in libreria nel 2002. Naturalmente io l’ho comprato all’istante. Quando lo avevo letto lo avevo preso in prestito in biblioteca, da studentessa squattrinata acquistare un romanzo rilegato per me era un bell’impegno, molto meglio comprare due tascabili e leggere il doppio. Pensavo che Mondadori avrebbe pubblicato il tascabile di Jordan, e che lo avrei comprato in quel momento, perciò avevo aspettato e per anni non avevo potuto comprare nulla. Per questo quando, anni più tardi, ho letto un altro romanzo che mi ha trasmesso le stesse sensazioni, non ho aspettato il tascabile per acquistarlo. Ero già stata scottata una volta, e così Il trono di spade e tutti i successivi volumi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin campeggiano dai miei scaffali in edizione rilegata.

Non solo ho acquistato L’Occhio del Mondo, l’ho anche consigliato a decine di persone. Volevo che per Fanucci fosse un affare pubblicare Jordan, così che andasse avanti a tradurre tutti i romanzi. Certo non solo grazie a me, la saga ha avuto successo anche in Italia. Alcuni mesi fa Fanucci parlava di oltre 160.000 copie vendute, che è una cifra di tutto rispetto.

L’incipit che ho posto qui sopra è quello del primo capitolo di L’ascesa dell’ombra, quarto romanzo della Ruota del Tempo. Il drago rinato era stato pubblicato – e l’ho letto per la prima volta – nel 1995, L’ascesa dell’ombra nel 2004. Dopo questa attesa, quando sento di gente impaziente perché ha aspettato tre-quattro anni (o anche sei, cifra non proprio casuale) per poter leggere il seguito di una saga, mi viene da ridere. E quella sarebbe un’attesa? Tu non sai niente, Jon Snow.

Si tratta del primo capitolo dopo il prologo, e si concentra su Perrin nella Pietra di Tear. La roccia di Tear, per la precisione.

Jordan ha scritto Stone of Tear, e stone può ugualmente essere tradotta come pietra o roccia. Ma Callandor, presa da Rand dal soffitto e successivamente da lui lasciata conficcata nel pavimento è the sword of the stone, la spada nella roccia. Peccato che la traduzione faccia perdere simili dettagli, vero? Anche perché il suo cognome, al’Thor, non suona poi così diverso da Artù, e il cognome del papà di Artù è Pendragon. Qualcuno ricorda quale animale fosse simbolo di Uther Pendragon? Un drago, ovvio.

Quanti altri dettagli perdiamo per colpa delle traduzioni? Del cervo che diventa unicorno ho già parlato e forse parlerò ancora, e sto leggendo di diversi giochi di parole che, temo, perderemo tutti. Reek, Reek, it rhymes with bleak come lo tradurranno?

L’ascesa dell’ombra è il romanzo in cui tutto cambia. Prima erano un gruppo di paesani in fuga, impegnati in una missione che sembra disperata. La compagnia dell’anello inseguita da Nazgul e orchetti (a proposito di traduzione). Poi tutto si sfalda, i protagonisti seguono percorsi diversi e non si vedranno più per libri e libri, e il mondo entra come protagonista. Conosciamo davvero gli Aiel, arriva il Popolo del Mare, e tutto assume proporzioni più vaste. Non è una piccola compagnia che lotta, ma un intero continente. E il percorso fatto da Rand nel Rhuidean, avanti e indietro, è magistrale.

C’è un altro viaggio nel Rhuidean in Towers of Midnight, e anche lì ci sono sorprese notevoli. Vedremo quando sarà tradotto, per ora non ho notizie quindi probabilmente sarà per il 2012, lo stesso anno in cui Brandon Sanderson pubblicherà A Memory of Light, quattordicesimo e ultimo volume della Ruota del Tempo.

Ho scritto parecchi articoli e parecchie recensioni su Jordan nel corso del tempo. Nei prossimi giorni ne riproporrò alcuni. Per ora scrivo solo un nuovo incipit:

 

Sorgeva una luna rossa come non se ne vedevano da centinaia d’anni in Avelion, ma i sapienti e tutti coloro cui i molti inverni avevano imbiancato le chiome sapevano cosa significasse e quale presagio portasse con sé.

La Luna Rossa.

La Luna di Sangue che segnava la nascita di colui che avrebbe portato la guerra dove da tempo dimorava la pace.”



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