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Incipit: L’ultimo incantesimo di Mary Stewart

Creato il 01 ottobre 2011 da Martinaframmartino

Incipit: L’ultimo incantesimo di Mary Stewart

Cominciare il proprio regno con una strage degli innocenti non è precisamente quanto un re possa desiderare.”

 

…anche se le stragi degli innocenti fanno parte dei tòpoi relativi alla nascita dell’eroe, come spiega benissimo Otto Rank in Il mito della nascita dell’eroe. A memoria mi vengono in mente le vicende di Gesù e di Mosè, ma ce ne sono molte altre. E il mito è stato trasposto anche nella narrativa fantasy, vedi il caso di Rand al’Thor e la strage compiuta dall’Ajah Nera in Nuova primavera di Robert Jordan. Anche se di solito l’eroe si salva miracolosamente dalla strage degli innocenti, non è lui a compierla.

Questa strage degli innocenti in particolare invece ha fornito un ottimo spunto a Guy Gavriel Kay per la sua Trilogia di Fionavar, un fantasy a tutti gli effetti, con tanto di mondo secondario, ma nel quale il ciclo arturiano riveste la sua importanza.

La frase che ho riportato qua sopra è l’incipit di L’ultimo incantesimo di Mary Stewart, volume conclusivo di una trilogia iniziata con La grotta di cristallo e proseguita con Le grotte nelle montagne. E anche se in Italia i romanzi sono andati fuori catalogo si tratta di titoli importanti, perché il secondo e il terzo della trilogia sono stati i primi due fantasy capaci di conquistare la vetta nella classifica dei bestsellers del New York Times, nel 1973 e nel 1979, intervallati solamente dal Silmarillion di J.R.R. Tolkien nel 1977.

Questa trilogia è dedicata a Merlino. Il ritmo è un po’ lento perché la storia è molto introspettiva, e ha un suo fascino particolare. Certo, la scelta del punto di vista ha costretto la scrittrice a cambiare completamente prospettiva quando ha scritto un quarto romanzo, Il giorno fatale, dedicato alla fine del regno di Artù, visto che Merlino era uscito di scena da un pezzo. Di rivisitazioni del ciclo arturiano ne ho lette molti, da Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley, incentrato su Morgana, alla trilogia di Michel Rio composta da Merlino, Morgana e Artù, da Le cronache di Camelot di Jack Whyte, il più storico, a Figlia della primavera nordica di Persia Woolley, incentrato su Ginevra. E poi c’è il ciclo di Excalibur di Bernard Cornwell, che non ho letto, Mordred di Nancy Springer, e chissà quanti altri romanzi che al momento mi sfuggono. La visione della Stewart comunque rimane una delle mie preferite.

Il nuovo incipit:

 

Il signor Jones, della Fattoria Padronale, serrò a chiave il pollaio per la notte, ma, ubriaco com’era, scordò di chiudere le finestrelle.”



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