Centro rieducativo di Prey Sar
dintorni di Phnom Penh, Cambogia
sabato 4 aprile 2009
«Italian, you come here right now!»
Il prigioniero obbedisce. Ma lo fa lentamente. È un po’ troppo lento.
Si chiama Kasper. È un prigioniero italiano. Kasper è stato per molto tempo il suo nome in codice. Nome di battaglia in una vita fatta di battaglie.
Adesso la sua battaglia è una sola: restare vivo.
Il kapò urla di nuovo. Ha la voce rauca. Tra i suoi poteri, abbaiare è quello meno pericoloso. Stringe gli occhi e ringhia ordini che spezzano il silenzio del mattino già torrido.
Kapò è il nome che Kasper gli ha dato perché agisce esattamente come i kapò dei lager nazisti. In cambogiano il suo nome sarebbe un altro. Impronunciabile.
È un detenuto anche lui, il kapò, ma di categoria superiore. Aiuta le guardie nella gestione del campo. Si prende le sue soddisfazioni. Può picchiare i prigionieri e lo fa regolarmente. Con piacere. Può riscuotere denaro in cambio di protezione e favori.
Ha provato a farlo anche con Kasper.
Titolo: Supernotes
Genere: Gialli
Data prima pubblicazione: 2014
Casa Editrice: Mondadori
204 pagine
Prezzo copertina: 19,00 €
EAN 9788804639831
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Supernotes
Sinossi:
“Per i Supernotes si può morire, in spregio a qualsiasi legge, in barba a qualsiasi regola o accordo. Per i Supernotes si può finire all’inferno.” Ma cosa sono i Supernotes? Dollari “falsi ma autentici” che circolano in notevoli quantità in alcuni Paesi, Stati “canaglia”. “Segui i soldi” diceva il giudice Giovanni Falcone, e proprio per seguire i soldi gli americani chiedono un favore all’alleato italiano. C’è un agente – Kasper – un ex carabiniere che ha operato per il ROS, ex pilota militare, poi passato ai Servizi, infiltrato in Cambogia per indagare sui traffici orientali delle mafie italiane. Kasper è già stato protagonista di clamorose azioni anti narcos, come quando – da agente sotto copertura – ha fatto saltare un’intera organizzazione tra la Colombia e l’Italia. Kasper ha le esperienze e le conoscenze giuste. Indagando su chi stampa questo fiume di denaro, Kasper finirà all’inferno, nel campo di concentramento di Prey Sar, in Cambogia. Ma se gli aguzzini sono gli ex-khmer rossi, chi ha dato l’ordine di imprigionarlo? E perché le autorità internazionali (incluse quelle italiane) nascondono la vicenda? In questo libro Luigi Carletti raccoglie la testimonianza dell’agente Kasper e getta luce su uno dei segreti meglio custoditi dall’intelligence occidentale. Quel che ne esce è un romanzo di spionaggio internazionale. Con un unico difetto: è tutto vero.