Ho parole incastrate tra tibia e rotula, negli ingranaggi di un ginocchio che ha reso il vessillo di tante vittorie, sconfitto da presunzioni d’immortalità. Girano cieche, e ad ogni giro perdono se stesse e la loro comprensione.
Nemmeno io le capisco più, dialogo tra sordi tra cervello e carne.
Ah, se almeno le ossa sapessero parlare!
Chiara