Quindi sì, lunedì sera (il 29 ndr) ho preso lettore rampante e suocero rampante e siamo andati tutti insieme a Chivasso, all’incontro con Marco Malvaldi, evento anteprima del Festival I luoghi delle parole che si terrà dal 10 al 19 ottobre.
Il teatrino civico, un luogo stupendo tra l’altro, era stracolmo. E già solo per questo, per me, è valsa la pena andarci. Allora non è vero che della letteratura non frega niente a nessuno! E poi, appena seduta, mi è successa una cosa strana. La ragazza seduta di fronte a me si è girata, mi ha guardato e mi ha detto "Ciao, Lettrice Rampante!". Era Salvia di Scribacchiando in Soffitta, un blog che vi consiglio di seguire. Non mi aspettavo mi riconoscesse così e per un momento mi sono sentita una vera vip.
Ma torniamo all'incontro. Quella di lunedì sera è stata la prima presentazione “ufficiale” di Il telefono senza fili, nuovo romanzo della serie del BarLume sempre pubblicato dalla Sellerio. Libro che il lettore rampante ha letto in tempo per la presentazione, mentre io lo sto divorando proprio ora. Mi mancavano un po’ i quattro vecchietti del BarLume e sono davvero felice che l’autore abbia detto che ha in mente almeno altre due avventure per loro.
Se in passato vi è già capitato di assistere a una presentazione con Marco Malvaldi potete già immaginare come sia andata ieri sera. Si è parlato tanto ma si è anche riso tanto. Accanto a lui c'era Davide Ruffinengo, direttore artistico del festival, nonché grande libraio. E insieme hanno parlato del libro, certo, ma non tanto della trama quanto di cosa c’è alla base (la teoria delle reti, degli hub e di Kevin Bacon), oltre che ovviamente del fondamentale apporto della moglie Samantha, mente altrettanto geniale. Hanno parlato di matematica e di chimica, che il Malvaldi è uno di quelli che se inizia a parlare di qualcosa che adora non si riesce più a fermarlo. Della serie tv dei delitti del Barlume, andata in onda su Sky l’anno passato e di cui si stanno girando le nuove puntate previste per Natale: lui stesso ha ammesso che i primi due episodi non siano venuti così bene, e infatti “tranquilli, abbiamo cambiato un po’ di cose, come il regista e gli sceneggiatori e questa volta dovrebbero venire proprio bene" (non ci sarà più, invece, il personaggio di Ampelio... Carlo Monni non c'è più e non sarebbe stato giusto che qualcuno prendesse il suo posto). Hanno parlato anche di La famiglia Tortilla, la guida gastronomica di Barcellona pubblicata da EDT. Malvaldi ha raccontato di quanto sia stato difficile partire per una vacanza tutta spesata con famiglia al seguito (con il piccolo Leonardo, che è un mangione come il padre) per poter scrivere un libro ("quando son tornato, il lunedì, ho sentito il bisogno di andare in miniera, da quanto avevo lavorato").
E, ovviamente, si è parlato di lettura. Il tema del festival è infatti “Vita complicazioni per l’uso – Semplificarsi la vita con i libri” e a ogni autore verrà chiesto come, secondo lui, i libri possono semplificare la vita di tutti i giorni.
Malvaldi ha parlato di empatia: i libri ci insegnano a diventare empatici, a capire di più gli altri, a comprenderne gli stati d’animo e le emozioni. Una persona che non legge è molto meno empatica di una che legge. E su questo mi trova d’accordo… la differenza tra chi legge e chi non legge si vede eccome. Poi però ha detto che tra le prime persone che gli vengono in mente da ascrivere alla seconda categoria ci sono gli ingegneri. Gli ingegneri leggono poco e sono poco empatici, con la loro mente quadrata e precisa. Ha poi domandato quanti ingegneri ci fossero in sala e solo il lettore rampante ha alzato la mano (è ingegnere dell’autoveicolo). Lui lo guarda, mi guarda e fa: “Di’ la verità, hai accompagnato la fidanzata?”
La presentazione ha poi abbandonato i libri e si è spostata più sul personale. Una signora dal pubblico gli ha chiesto se il suo umorismo è reale o costruito, e Malvaldi ha risposto raccontando alcuni aneddoti della sua infanzia e della sua famiglia: uno zio torinese e uno zio veronese, grandi amanti degli scherzi, gli hanno insegnato l’aspetto comico della vita. E poi, certo, l’essere toscano aiuta. Da lì a come si è passati a parlare dell’associazione ludico-infamante-ricreativa Loggia del Cinghiale, onestamente, non me lo ricordo. Una loggia di idioti, sostanzialmente, di cui il Malvaldi fa fieramente parte, che una volta all’anno si riunisce per fare qualche cazzata di enormi proporzioni, resa più naturale da qualche litro di vino. Purtroppo per iscriversi bisogna essere uomini.La presentazione è finita così, con lui che raccontava di una serata della loggia finita con l'arresto.
Ovviamente poi si è passato agli autografi. Tutti i romanzi di Malvaldi che abbiamo in casa sono autografati (a parte le raccolte di racconti delle festività, "Capodanno in giallo", "Ferragosto in giallo", etc etc... che comunque ha detto che si stanno esaurendo, "che abbiam finito le feste"). Potevo mica non farmi autografare anche l'ultimo?
Siamo andati lettore rampante e io (suocero rampante è rimasto un pochino indietro, a fare foto) e, una volta datogli in mano il libro, gli ho detto che il lettore rampante, pur essendo ingegnere, legge molto. "Sei l'eccezione che conferma la regola, allora". E ci siamo guadagnati questo autografo: