Osservate la dispensa come materializzazione di una filosofia di vita: la cultura della dispensa che si contrappone alla cultura surgelante di idee e cibi, la cultura del frigorifero. Minima dispensa per pasta, per risi, per legumi secchi di ogni genere, per aglio, cipolla, olio, pomodori pelati, formaggi, carni secche e invernali culaccini di prosciutto, buoni aceti, vasetti con acciughe sotto sale, origano, pepe, peperoncino. Già questo sarebbe sufficiente per vivere senza fare altra spesa. Fantastici lunghi periodi senza riempire inutili dispendiosi carrelli, spesso produttori di incredibili sprechi. Santa dispensa a cui potrete aggiungere divertenti e buonissimi sott’oli e sott’aceti e conserve di ogni genere, se capaci di farne. Fermo restando, come nel caso dell’amico calabrese, che nel vostro invitare generosamente gli amici, dovrete saper chiedere loro di portarvene dai loro diversi territori, dalle loro madri e nonne così che il vasetto delle melanzanine di zio Ugo farcite d’aglio e peperoncino incontri il vasetto di carotine della Lucia scottate nell’aceto e poi messe sott’olio e che il ragù con i funghi della mamma di Luca venga aperto per improvvise fami incontrando le orecchiette fatte seccare al sole della mamma di Alfonso. Barattare barattoli come condizione antropologica può diventare un progetto politico oltre che filosofico per i prossimi mille anni. (Meditazione su: Senza vizi e senza sprechi di Fabio Picchi).
I L C O C O N A N O
In una bella pentola metto:
un po’ di sale grosso,
cinque spicchi d’aglio rosso,
sette foglie di salvia,
nove bacche di pepe nero,
mezzo chilo di Coco Nano,
abbondante acqua piovana,
un breve fil d’olio extravergine toscano
e accendo, basso-basso, il fornello;
poi, a cinque salsicce nostrane
prima di bollirle strappo la pelle.
Del pane
a lievitazione naturale
a legna cotto
ne taglio fette sottili
cospargendo così la tovaglia multicolore.
Con il fitto colino
pesco il Coco Nano
e togliendo il pepe
ne conto fino a nove;
dono una salsiccia a bocca
con la simpatica presenza
per lungo nel mezzo tagliata;
il tutto abbondante condisco
con l’extravergine crudo
offrendo gioioso al tracanno
il rosso di Certaldo.
-Renzo Mazzetti-