Il Museo Civico di Sansepolcro
con l’Istituzione Museo Biblioteca e Archivi Storici
presenta
INCONTRI AL MUSEO
DIALOGHI AL PRESENTE CON L’ARTE CONTEMPORANEA.
Mostra e incontri con gli artisti nelle sale del
Museo Civico di Sansepolcro
A cura di Ilaria Margutti
MUSEO CIVICO DI SANSEPOLCRO
15 MARZO – 11 MAGGIO 2014
Giunge alla quarta edizione il progetto a cura di Ilaria Margutti pensato per creare una relazione visiva e comunicativa tra l’Arte Contemporanea e le opere esposte nel Museo Civico.
Quattro talenti contemporanei, selezionati sul territorio nazionale, dialogano con i capolavori di Piero della Francesca, Pontormo, Della Robbia, Santi di Tito, Raffaellino del Colle per attivare con i visitatori un dispositivo di osservazione del presente e del passato che possa dar vita alla visione di un futuro.
Sansepolcro (AR), 15 marzo 2014 – Dal prossimo 15 marzo all’11 maggio, il Museo Civico di Sansepolcro, con l’Istituzione Museo Biblioteca e Archivi Storici, presenta “Incontri al Museo. Dialoghi al presente con l’arte contemporanea”, a cura di Ilaria Margutti. L’annuale appuntamento di incontri con gli artisti, giunto alla sua quarta edizione, incrementa l’intenzione comunicativa tra Arte Contemporanea e Arte Antica, con un percorso pensato per creare una relazione visiva e comunicativa con le opere esposte nel Museo Civico.
Affianca il programma di incontri, la mostra che inaugura sabato 15 marzo alle ore 17.00 e che ospita all’interno delle sale del museo alcune opere degli artisti invitati, con l’obiettivo di istituire un dialogo e un confronto diretto tra i linguaggi artistici contemporanei e quelli classici del passato. Un progetto che, alla volontà di consolidare l’identità di un museo tra i più importanti in Italia e a livello internazionale, accompagna l’obiettivo di rafforzare il valore dell’arte in un momento storico in cui nel nostro paese, in Europa e nel mondo si moltiplica il dibattito sul ruolo che il patrimonio culturale deve giocare nella società contemporanea e del futuro.
I visitatori saranno guidati nell’itinerario d’arte contemporanea esposto al museo e dal 22 marzo al 12 aprile, ogni sabato dalle ore 17.00, avranno modo di incontrare uno dei quattro artisti selezionati quest’anno. Giorgio Tentolini (Parma), Marco Baldicchi (Città di Castello), Progetto Boîte di Giulia Brivio e Federica Borágina (Milano), Marcello Carrà (Ferrara), questi i quattro talenti provenienti da tutta Italia, metteranno a disposizione la loro preparazione e le loro esperienze per dialogare e confrontarsi direttamente con il pubblico sui temi che riguardano la ricerca artistica, attraverso il loro lavoro.
Nelle opere di Giorgio Tentolini, la memoria intangibile di sagome umane e naturali affiora come una labile traccia disincarnata, come presenze che emergono con la consistenza di ectoplasmi plasmate su vari supporti. Nelle sue Stratigrafie, fogli di carta compressi si sovrappongono come strati geologici, dai più antichi e profondi, fino a quelli più recenti: l’artista plasma l’immagine estraendo i livelli di chiaroscuro della rielaborazione digitale di partenza e li intaglia uno a uno con bisturi e forbicine asportando tutte le parti stampate.
L’arte di Marco Baldicchi ha un intenso valore testimoniale, come è stato più volte ribadito, da esegeti quali Bruno Corà, Aldo Iori, Elena La Spina. Testimoniale perché parte da una realtà, da un fatto storico, da un evento luttuoso, raggiungendo un livello altro, acquistando la caratteristica di segno unico e universale. Indimenticabile “Ogni sorriso”, 2012 presentato in questa occasione al Museo Civico di Sansepolcro, per la sensazione provata di coinvolgimento interiore, di bellezza triste, che si ebbe nel vedere i dodici stendardi installati nella chiesa di San Francesco a Umbertide.
Boîte. Scatola d’arte, è un’associazione culturale nata nel 2009 per iniziativa di Federica Boràgina e Giulia Brivio e concretizzatasi nell’omonimo progetto editoriale. La mission dell’associazione è la promozione di un approccio all’arte contemporanea, focalizzato sul riconoscimento dell’importanza delle vicende storiche e dell’interdisciplinarietà per comprendere la contemporaneità.
Tale obiettivo è perseguito attraverso la collaborazione con generazioni diverse di artisti, critici, studiosi d’arte e professionisti del settore culturale, promuovendo scambi e collaborazioni su più fronti.
Marcello Carrà dialoga con i capolavori di Peter Bruegel Il Vecchio, trasformandoli in paesaggi desolati, stanze dimenticate, luoghi in rovina. La Torre di Babele sta crollando, i villaggi dei contadini sono disabitati e nei mari compaiono tsunami minacciosi.
In queste nuove immagini interamente realizzate a penna biro si realizza la metafora di quel senso di spaesamento che si è generato nell’uomo negli ultimi anni, con il paesaggio che non è più uno sfondo accessorio, bensì il protagonista assoluto di una scena mesta e a volte colma di rassegnazione.
Anche quest’anno viene riproposto il progetto didattico di approfondimento tematico e lettura dell’immagine pensato per le scuole superiori con visite guidate e laboratori all’interno delle sale del museo, per dar modo ai giovani studenti di riflettere sui metodi, sulle motivazioni e sui contenuti dell’Arte contemporanea. Il percorso didattico si svolgerà la mattina secondo un calendario predisposto per le classi coinvolte, ma sarà possibile seguire le visite guidate gratuite della mostra nei giorni di giovedì 3 aprile e sabato 10 maggio dalle ore 17.30 alle ore 18.30.
Il percorso degli Incontri al Museo è inserito nel progetto Sansepolcro Città del Contemporaneo, sostenuto dalla Regione Toscana e dal Comune di Sansepolcro, insieme a KILOWATT FESTIVAL che in occasione della XII edizione, in programma dal 18 al 26 luglio 2014, lancia per la prima volta il concorso Kilowart, rivolto ad artisti italiani tra i diciotto e i trentacinque anni, per la realizzazione di un progetto nell’ambito della sezione “arti visive” della rassegna, a cura di Saverio Verini.
La Mostra è aperta ai visitatori tutti i giorni dalle 9.30-13.00 / 14.30-18.00 con ingresso gratuito nei giorni degli incontri, mentre negli altri giorni si rispetterà l’ingresso a pagamento con le tariffe regolari. Per info e prenotazioni alle visite guidate telefonare allo +39 3496442920, oppure rivolgersi al Museo Civico di Sansepolcro, Via Niccolò Aggiunti 65, telefono – fax: +39 0575 732218; mail: museocivico@comune.sansepolcro.ar.it
A Kilowart è possibile partecipare inviando le candidature entro il 22 marzo 2014 presso Via della Misericordia-Sansepolcro, il progetto vincitore dovrà essere sviluppato dall’artista nel corso di una residenza a Sansepolcro di due mesi, dal 18 maggio al 18 luglio, giorno dell’inaugurazione del Festival.
Il bando e le informazioni riguardo al concorso sono scaricabili da questo link: http://www.kilowattfestival.it/bando-kilowart-2014/
GLI ARTISTI
PARMA
sabato 22 marzo ore 17,00
Nelle opere di Giorgio Tentolini, la memoria intangibile di sagome umane e naturali affiora come una labile traccia disincarnata, come presenze che emergono con la consistenza di ectoplasmi plasmate su vari supporti. Lavora su una diversa percezione dell’immagine fotografica riportandola su vari supporti. Nelle sue Stratigrafie, fogli di carta compressi si sovrappongono come strati geologici, dai più antichi e profondi, fino a quelli più recenti: l’artista plasma l’immagine estraendo i livelli di chiaroscuro della rielaborazione digitale di partenza e li intaglia uno a uno con bisturi e forbicine asportando tutte le parti stampate. Il risultato è una scultura incisa su livelli differenti di luce e ombra in cui la forma, estratta dalla stratificazione e dal concatenamento dei vari piani, acquista consistenza plastica grazie al taglio della luce e alla percezione dello spettatore. L’uso della stratificazione della materia come supporto nel suo caso non evoca il gesto istintivo dell’informale: l’artista pianifica in modo analitico un percorso per la progettazione del suo lavoro dove il risultato estetico deriva da un escamotage tecnico e da uno studio sul soggetto e rappresenta l’esito una serie di valutazioni pratiche e concettuali che occupano solamente la parte iniziale del suo lavoro. Il resto è tutta incredibile e meticolosa perizia tecnica, “metodica”, come sostiene l’artista stesso. Tentolini usa la fotografia come uno strumento neutrale per captare e fissare momenti fuggevoli del reale dal flusso incessante di infinite sollecitazioni visive, come il grado zero del suo lavoro, come uno strumento per recuperare il dato reale, ma poi procede alla sua interiorizzazione. Dalla labile traccia disincarnata, neutra e metafisica delle sue figure, dei frammenti diroccati di architetture incise a bassorilievo nella carta degli Extra muros si risale a ritroso, grazie alla funzione rivelatrice della luce, alla memoria profonda, quella sedimentata in un riposto angolo della memoria, grazie ad una percezione distante e distratta di un momento fugace. Ciò che emerge, in questo processo di neutralizzazione, è un’atmosfera di atemporalità immanente, è la memoria profonda. Si tratta di una ricerca che l’artista va approfondendo ormai da diversi anni attraverso installazioni, proiezioni luminose, stratigrafie di volti e corpi realizzate su supporti trasparenti o impresse sulla carta e sul legno.
Giorgio Tentolini nasce a Casalmaggiore (CR) nel 1978, compie i primi studi in arti grafiche presso l’Istituto d’Arte P.Toschi di Parma. Nel 1999 si diploma al corso di design e comunicazione “Università del Progetto” di Reggio Emilia. Dopo tirocini formativi in ateliers di artisti e designer come Marco Nereo Rotelli e Denis Santachiara, nel 2002 inizia la sua attività di grafico e illustratore per case e riviste di moda.
Negli stessi anni prende avvio la sua attività propriamente artistica con installazioni su base fotografica dove ottiene riconoscimenti significativi in esposizioni nazionali e internazionali.
Vive e lavora a Casalmaggiore (CR) e Milano.
Galleria di riferimento:
Colossi Arte Contemporanea, Brescia.
Principale Mostre Personali:
- Incorporeo a cura di Mariarosa Pividori, Galleria 10.02!, via Volvinio 30, Milano, 2013
- Sezioni Saggittali a cura di Camilla Mineo e Marco Mirabile, Audiomedica, Parma 2012
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Le Centocinquantenni - in concomitanza con la “Settimana Europea della Fotografia – circuito off a cura di Antonietta Casini e Marco Scotti RELED, Reggio Emilia 2011
Principale Mostre Collettive:
- la ricerca della materia perfetta a cura di Guendalina Belli, Colossi Arte Contemporanea, Brescia 2013
- FORWART – Luce sul futuro a cura di Ilaria Bignotti, Annamaria Gallo, Performedia, Milano 2013
- Alle soglie dell’Apocaisse a cura di Ilaria Bignotti, Matteo Galbiati, Daniele Astrologo, Andrea Dall’Asta Sj Galleria San Fedele, Milano 2013
- Delle Dissonanze – This is not propaganda collezione Antonio Steletelli a cura di Nico Sandri @ Beyond Factory Palazzo della Ragione, Verona 2012
- Premio Nocivelli a cura di Ilaria Bignotti, Matteo Galbiati, Elisabetta Modena, sezione scultura – 1° premio assoluto 2012
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Città di Castello
sabato 29 marzo ore 17,00
Marco Baldicchi nasce a Città di Castello (Pg) nel 1963, dove vive e lavora. Nei primi anni Ottanta inizia a dipingere partecipando a numerose iniziative locali, entrando in contatto con la vivace scena culturale altotiberina, di cui diviene riconosciuto animatore per i suoi interventi critici a favore dell’arte e della cultura e per essere membro attivo e fondatore di diverse associazioni culturali. Divenuto amico dell’artista tifernate Nuvolo, inizia con lui una proficua e stretta collaborazione che durerà fino alla morte del maestro, nel 2008. Nel 2005 nasce l’opera a quattro mani, il libro d’artista, Appunti di viaggio e 5 invenzioni di Nuvolo.
Nel 2006 presenta Io alle mie comodità non ci rinuncio!, omaggio al poeta Emilio Villa e allo stesso Nuvolo. Il 31 luglio 2009, a Sansepolcro (Ar), è autore dell’azione L’ultima ombra (con la collaborazione della popolazione del paese): l’artista traccia sul selciato della piazza principale della città la sagoma geometrica col carbone che riporta la forma dell’ombra proiettata dalla Torre di Berta distrutta dalle truppe naziste 65 anni prima. Nel 2010, realizza l’installazione Grottalampo, omaggio allo scrittore e poeta Antonio Moresco, presso la sede de “Il Fondino”. Nel 2012 realizza l’installazione Ogni sorriso, presso il Museo Civico di Santa Croce, a Umbertide (Pg), omaggio alle dodici vittime dell’eccidio nazista del giugno 1944 perpetrato a Penetola di Niccone. Nel 2013 viene invitato a Spoleto dove presenta ‘TABLET’. Installazione di formelle di porcellana dedicata alle città martiri della storia mondiale recente.
Tra i critici che si sono interessati al lavoro dell’artista si ricordano Bruno Corà, Enrico Crispolti, Aldo Iori, Elena La Spina, Massimiliano Marianelli; i cataloghi delle mostre sono editi da Petruzzi.
Libri dall’edizione preziosa, libri d’autore, libri che narrano esistenze, o preziose raccolte affascinano e coinvolgono Marco Baldicchi, che prima di essere artista, è lettore e poeta. Ai maestri, a Nuvolo, Nemo Sarteanesi, Emilio Villa – solo per citarne alcuni - l’artista guarda nella sua ricerca, maestri scelti per affinità elettive, per onde di risonanza, per echi interiori, conosciuti direttamente o attraverso racconti, o libri di loro stessi, o assidue frequentazioni e dialoghi su temi di interesse comune.
Memorabile L’ultima ombra (2009), azione raffinata che ha restituito memoria.
Nell’ombra nero carbone, in piazza Torre di Berta, a Sansepolcro, dalla durata effimera di poche ore, intensamente si riscopre e si riscatta un’assenza, presentificandola attraverso mezzi e coinvolgimenti non comuni, in una sorta di rito-teatro. L’arte di Baldicchi ha un intenso valore testimoniale, come è stato più volte ribadito, da esegeti quali Bruno Corà, Aldo Iori, Elena La Spina, solo per citarne alcuni. Testimoniale perché parte da una realtà, mai autobiografica, da un fatto storico, da un evento luttuoso, raggiungendo un livello altro, acquistando la caratteristica di segno unico e universale, reiterato e comprensivo delle possibili varianti dell’insieme.
Indimenticabile Ogni sorriso, 2012, per la sensazione provata di coinvolgimento interiore, di bellezza triste, che si ebbe nel vedere i dodici stendardi installati nella chiesa di San Francesco ad Umbertide. Baldicchi si riferiva con essi all’eccidio, raccontato magistralmente con la voce di Paola Avorio nel libro Tre noci, di cui l’artista aveva realizzato la copertina. Di fronte alle dodici labbra, reperto documentario, estrapolato da una foto d’epoca, impresse e ricamate in oro, nei teli bianchi, come quelli tessuti nelle case di allora e nel contesto espositivo evocanti sudari, si ha un’intensa emozione che non riguarda solo la storia, ma il potere interpretativo che ha l’arte.
Si comprende come il lavoro di Baldicchi, pur testimonianza, trascenda l’evento storico, scegliendolo e riconoscendolo prima con la sua ispirazione di artista, sintetizzandone in modo sublime gli elementi portanti e, ciò che più conta, varcando soglie di silenzio, restituendo catarticamente esistenze, speranze, coscienza etica, consapevolezza per il futuro. (Rita Olivieri)
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BRESCIA
sabato 5 aprile ore 17,00
Boîte. Scatola d’arte, di studi e di altri pensieri, è un’associazione culturale nata nel 2009 per iniziativa di Federica Boràgina e Giulia Brivio e concretizzatasi nell’omonimo progetto editoriale. La mission dell’associazione è la promozione di un approccio all’arte contemporanea, focalizzato sul riconoscimento dell’importanza delle vicende storiche e dell’interdisciplinarietà per comprendere la contemporaneità.
Tale obiettivo è inseguito attraverso la collaborazione con generazioni diverse di artisti, critici, studiosi d’arte e professionisti del settore culturale, promuovendo scambi e collaborazioni su più fronti.
Boîte è nata dalla passione per l’arte contemporanea e per la scrittura, con l’auspicio di sopperire la mancanza di una riflessione storico-critica sull’arte contemporanea, ma anche per rispondere alla voglia di coinvolgere un pubblico sempre più eterogeneo.
Il progetto editoriale mutua l’aspetto, ossia una scatola, e il nome, dalla celebre opera duchampiana: la boîte verte in cui Marcel Duchamp, nel 1934, raccolse i suoi appunti dedicati al Grande vetro, è qui rievocata al fine di ricordare l’importanza dell’artista francese per comprendere lo sviluppo artistico del Novecento e per sottolineare il valore, che la parola assume se associata all’opera d’arte.
La “scatola”, rifuggendo dalla definizione di “rivista”, approfondisce un tema diverso in ogni numero, declinando una struttura ricorrente costituita da rubriche dai nomi stravaganti.
Da marzo 2009 a marzo 2011 boîte ha avuto cadenza bimestrale, pubblicando otto numeri.
Per gli Incontri al Museo, la nostra partecipazione avrà come titolo Con rumore segreto e sarà dedicata al tema del “nascondimento”.
La scelta lessicale, è una metafora dell’operare: vogliamo portare l’attenzione sull’arte come qualcosa di prezioso, nascosto, da cercare.
Il punto di partenza di questa riflessione non può che essere l’opera duchampiana intitolata Con rumore segreto, ossia un gomitolo di spago posto fra due lastre in ottone. Sulla lastra superiore Duchamp incise delle parole, incastonate dentro una gabbia, come avviene per i giochi enigmistici. L’opera duchampiana è un pretesto per suggerire un approccio verso l’arte contemporanea che nulla ha a che fare con lustrini, vernici e feste mondane. Un oggetto banale, privo di una specifica connotazione estetica, muove la curiosità. Quel rumore è un invito a scoprire il segreto, ossia i tanti significati che l’arte nasconde, e le strade per farlo sono molteplici.
Boîte intende procedere nella stessa maniera. La scatola di cartone contiene qualcosa: talvolta storie conosciute, talaltra pensieri dimenticati, dialoghi casuali e interviste agognate. Ricerche, studi e suggerimenti.
Ogni collaboratore di boîte è stato invitato, in questi anni, a indicare cosa potrebbe custodire la sua boîte personale: un pensiero, un nome, un’idea, una cosa…; e ogni volta uno degli oggetti indicati è stato realmente inserito nella nostra boîtes.
Ogni oggetto sarà il grimaldello per raccontare le tante storie custodite nelle scatole.
Giulia Brivio (1981), laureata in Scienze e Tecnologie delle Arti all’Università Cattolica di Brescia. Dal 2005 al 2011 ha lavorato all’Archivio Artisti di Viafarini DOCVA (Milano) e dal 2011 al 2013 è stata project manager del Fiorucci Art Trust (Londra). Seguendo la passione per l’editoria d’arte, dal 2013 collabora con Artphilein Editions SA all’apertura di Choisi – one at a time (Lugano), uno spazio espositivo insieme a un bookshop dedicato unicamente ai libri d’artista e alle edizioni limitate.
Federica Boragina (1986), laureata in Storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica di Milano, sta conseguendo la specializzazione in Beni storico-artistici ed è cultore della materia per la cattedra di Storia dell’arte contemporanea. E’ autrice di Fabio Mauri, che cosa è, se è, l’ideologia nell’arte (Rubettino editore, 2012) e collabora con la rivista “Titolo”. Ha svolto il ruolo di assistente curatore per il Padiglione Italia alla 55 Biennale d’arte di Venezia.
Giulia e Federica hanno fondato boîte a marzo 2009 e sono autrici del libro Interno domestico. Mostre in appartamento 1972-2013, Fortino Edition, 2013.
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FERRARA
sabato 12 aprile ore 17,00
Le stanze vuote di Bruegel. Nel fienile il banchetto di nozze si è interrotto bruscamente. L’atmosfera gioiosa è scomparsa, nessuno ha più voglia di festeggiare, non rimane nulla da mangiare e tutto è stato lasciato così com’era: le stoviglie, la tovaglia, il cappello del ragazzino che prima golosamente si leccava i baffi.
Marcello Carrà dialoga con i capolavori di Peter Bruegel Il Vecchio, trasformandoli in paesaggi desolati, stanze dimenticate, luoghi in rovina.
La Torre di Babele sta crollando, i villaggi dei contadini sono disabitati e nei mari compaiono tsunami minacciosi.
La crisi economica e morale del mondo contemporaneo si intreccia con gli eventi personali dell’artista, la cui terra, l’Emilia, è stata di recente colpita da un forte terremoto. In queste nuove immagini interamente realizzate a penna biro si realizza la metafora di quel senso di spaesamento che si è generato nell’uomo negli ultimi anni, con il paesaggio che non è più uno sfondo accessorio, bensì il protagonista assoluto di una scena mesta e a volte colma di rassegnazione.
La Torre di Babele rappresenta la sfida attuata dall’uomo nei confronti di Dio e del cielo, un confronto in cui l’umanità esce irrimediabilmente sconfitta. L’uomo, che trascorre il tempo indaffarato in mille cose, spesso pecca di imprevidenza, e molte sue opere spesso gli si ritorcono contro. La Torre appare già parzialmente crollata, gli uomini, disorientati, sono scomparsi, e tra loro, come ci ricorda l’episodio biblico, si è creata incomunicabilità per la miriade di lingue differenti che si son generate.
Il fienile dove la gente banchettava per festeggiare un matrimonio è ora uno spazio deserto. Tutti sono scomparsi, la festa è finita, non rimane nulla da mangiare e tutto è stato lasciato così com’era: le stoviglie, la tovaglia, il cappello del ragazzino che prima golosamente si leccava i baffi. Nel quadro di Bruegel de Il Banchetto di Nozze tutto era in festa, mentre nelle rivisitazione di Carrà domina il senso di abbandono: una riflessione sulla crisi che sta interessando buona parte dei paesi europei, ma anche un invito a fare qualcosa perché la festa riprenda.
Marcello Carrà (Ferrara, 1976), si laurea nel 2003 in Ingegneria Civile presso l’Università di Ferrara. Artista specializzato in disegni di grandi dimensioni a penna Bic (alcuni arrivano addirittura a 8 metri di lunghezza), sorprende per la sua maniacale abilità disegnativa cui fa da contraltare un forte aspetto concettuale improntato sulla caducità della vita, sull’assoluta prossimità e vicinanza della morte, sulla fragilità e bellezza di questa esistenza, che si evidenzia nelle lapidi che accompagnano le opere. Sono tutte realizzate a mano libera avvalendosi unicamente di una quadrettatura, incentrate inizialmente sul tema degli insetti, sulla loro esistenza effimera e nel contempo affascinante, cui dedica un anno di ricerca. In seguito realizza, utilizzando sempre la tecnica a penna biro, un altro ciclo di disegni incentrato sul tema della caducità dell’esistenza di scrofe e maiali, poi, grazie alla collaborazione con una biologa marina della Nuova Caledonia, una nuova serie di opere che riflettono sui pericoli che l’attività antropica sta determinando per la fauna marina tropicale. Ultimamente la sua ricerca si è orientata su una riflessione sulle opere di Brueghel e di Zurbaràn. Ha esposto nel 2010 a Ferrara (MLB home gallery, Museo di Storia Naturale, Museo Casa Ludovico Ariosto), a Bologna, Broni (Villa Nuova Italia), Milano, e nel 2011 alla Biennale di Venezia. Nel 2012 ha esposto alla Antonio Nardone Gallery a Bruxelles e nel 2013 ad ArteFiera Bologna, alla OFF Art Fair Bruxelles, a Scope Basel e a Venezia alla mostra Wunderkammer a Palazzo Widmann durante la Biennale di Venezia 2013.
Principali Mostre Personali
2011 “Ritratti di un fragile zoo” – White Gallery – Milano
2011 “Weekproject” – Galleria Antonio Nardone – Bruxelles
2012 “Né carne né pesce” – MLB Home Gallery – Ferrara
2013 “Le Metamorfosi dell’Agnus Dei di Zurbaràn” – MLB Home Gallery – Ferrara
Principali Mostre Collettive
2013 ArteFiera di Bologna – MLB Home Gallery
2013 “OFF – Art Fair Bruxelles” – Bruxelles
2013 “Selvatica – Animali XXL” – Museo del Territorio Biellese – Biella
2013 “SCOPE Art Basel” – Basilea