JP: «Uei, bassista… com’è che ti chiami… Scribacchina… ohè, dico a te!»
Scribacchina: «Chi mi cerca?… Vieni avanti, finché stai lì al buio non ti vedo»
JP: «Tè, così mi vedi?»
S: «… ho le traveggole: IL PIU’ GRANDE BASSISTA DEL MONDO?… scusa, non eri morto?…»
JP: «Come no: mi avevi fatto risorgere tu l’anno scorso, il primo aprile! Te capì questa qui, fa i miracoli e poi se li dimentica. Robe da matti!»
S: «No, aspetta un secondo: io ti avevo fatto risorgere a Bergamo, mica a… da dov’è che arrivi? Milano, forse?… Senti un po’ che razza di accento ti è venuto»
JP: «Sarà musicale quello bergamasco…»
S: «No, seriamente: che ci fai qui? Già che c’eri, potevi andare a sentire qualcosa di più interessante: stasera al Blue Note c’era il James Taylor Quartet, è da pazzi esserselo perso!»
JP: «Senti, Scribacchina: non so chi diavolo sia questo James-Qualcosa e manco m’interessa; volevo uscire all’aria aperta a bere una birra, mi hanno detto che qui suonava un gruppo con una bassista e ho pensato di venire a farmi due risate. Tutto qui»
S: «Simpaticone… beh, a questo punto potresti anche dirmi qualcosa: chessò, un bel commento su come ho suonato, cosa ti è piaciuto…»
JP: «Vuoi un commento? Eccotelo: hai un basso che fa ca**re»
S: «… PREGO?…»
JP: «Uei, guarda che mica l’ho detto io! C’è un tizio nel pubblico, quello lì con gli occhiali, lo vedi? Prima mi raccontava che te l’ha aggiustato un po’ di mesi fa, quel basso; diceva che quando l’hai tolto dalla custodia per farglielo vedere si è messo le mani nei capelli»
S: (… dannazione, pure il G. tra i piedi… e si mette anche a “lodare” il mio piccolo in pubblico! Questa poi…)
JP: «Oh, io mica mi preoccuperei fossi in te; ascolta, ho già inquadrato il tipo: bassista mancato che mette il gear prima di tutto – … “gear”? Cribbio, sto tornando a parlare americano! Erano secoli, pensavo di averlo dimenticato… I just can’t believe, this is crazy!»
S: «Ehi, miglior bassista del mondo, non cambiare argomento: pensi che faccia davvero ca**re il mio basso?»
JP: «What’s wrong with that bass? Geez, lo sanno anche i muri che sono le mani che suonano, mica lo strumento! Pensa a studiare, piuttosto, ragazza»
S: (“ragazza”, ha detto?… accidenti, devo pagargli da bere…) «… Studiare studio, eh»
JP: «Vedo, vedo… se questi sono i risultati, stiamo freschi…»
S: «…?»
JP: «Fossi in te prenderei il basso e lo appenderei al chiodo, stavolta definitivamente»
S: «Ehi ehi ehi, fermo lì: lo appenderai tu al chiodo, lo strumento, bassista dei miei stivali!»
JP: «Appunto, i tuoi stivali: guarda un po’ cosa ti sei messa ai piedi: estetica pari a zero…»
S: «Senti chi parla, l’elegantone: vogliamo ricordarci come ti vestivi ai tempi d’oro? Inguardabile! Bravo e tutto, per carità, ma come abbinamento di colori eravamo a livelli di un pugno nell’occhio…»
JP: «Tutta invidia. Mica avevo bisogno di spostare l’attenzione dei miei ascoltatori sull’abbigliamento, io…»
S: «Ah perché forse stai pensando che mi sono conciata così per…?»
JP: «Dimmelo tu, Scribacchina: zero swing, zero groove, zero al quoto per tutto. Anche nell’accompagnamento sei penosa»
S: «Ma… ma… MA! Come diavolo ti permetti?»
JP: «Che problemi ti fai? Tanto in questo contesto nessuno ti ha ascoltata, dammi retta; e poi suoni con gente del tuo livello, direi quasi che fate roba da liceali…»
S: «Rubiamo anche le battute, adesso? Non era di Zawinul questa?»
JP: «Nel caso di Joe era una battuta di pessimo gusto; nel tuo… beh…»
S: «Ma sentilo, l’artistone! Pure gli insulti… sei semplicemente odioso: sparisci, immediatamente!»
JP si allontana di qualche passo.
Si ferma.
Si gira.
Mi guarda e scoppia a ridere: «Com’è che mi hanno detto che potevo sparare a zero, tanto non ti saresti arrabbiata? Be quiet, Scribacchina: I was just joking!»
***
Il suono della sveglia è uno schiaffo che mi fa tornare alla realtà.
JP, sei il mio incubo.