
Nel raccontare il loro percorso (da qualche tempo entrambe sono fuori dalla comunità, ospitate nella casa di reinserimento che è un passo importante verso il reinserimento definitivo nella società) le ragazze hanno raccontato come sono state accolte e come si sono trovate ad avere accanto persone pronte ad amarle incondizionatamente e ad accettarle per quello che erano, non per quello che avevano fatto. Se non ho capito male, di tutto questo si dovrebbe parlare nel libro: di ragazzi e ragazze che hanno commesso degli errori e che sono arrivati alla comunità dove sono stati accolti da persone che li hanno aiutati considerandoli prima di tutto persone.L'autore ha insistito parecchio, più che sul contenuto del libro, sulla propria testimonianza di fede, mosso dalla certezza di essere stato chiamato a fare qualche cosa che arriva da qualcuno di più grande di un semplice uomo. Una testimonianza di accoglienza priva di pregiudizi, di amore e di impegno accanto ai tanti ragazzi e alle tante ragazze a cui viene trasmesso coraggio, autostima, speranza, ai quali viene data l’occasione di tornare a vivere appieno la loro vita. Ragazzi che tornano a studiare, che si inseriscono nel mondo del lavoro, che si riavvicinano alle loro famiglie e tornano a riprendere in mano la loro vita.Il libro è stato presentato come un percorso ancora aperto e che è destinato a restare tale ancora a lungo.
Uscita dall'auditorium non ho avuto la "spinta" giusta a comprare il libro, che pure era in vendita all'esterno. Per il momento non mi attira. Magari se, più avanti, mi verrà voglia di leggerlo (ultimamente ho letto qualche cosa di simile... ne parlerò a breve), non mancherò di esprimere un'opinione più precisa sui contenuti.





