Incontri di pedagogia attiva e pedagogia non direttiva

Da Jessi

Salti come volare

Ci sono molti modi di imparare e ai bambini sempre più si riconoscono stili personali di apprendimento. Ci sono anche tanti modi diversi di educare. Il confronto può darci nuovi strumenti e nuova consapevolezza, utili per fare scelte scolastiche, educative ma anche per la vita di tutti i giorni.

Da poco, ho conosciuto Laura, che, con Maria Pace e Sara, racconta un’intensa avventura di homeschooling sul blog NaturalmenteCrescendo, diventato anche un’Associazione e una proposta per crescere insieme.

Ho chiesto a Laura di raccontarci qualcosa di loro, cogliendo l’occasione di un corso di Pedagogia Non direttiva che si terrà a breve nella sede di NaturalmenteCrescendo.

Sono stata tanto rapita dal clima che si respira da loro, tra bambini, genitori, natura e amici, che la prima domanda che avrei voluto fare era se non avessero un angolino per un’altra famiglia: la mia bimba grande era pronta a fermarsi la sera stessa!

Gelato in casa

Un corso di Pedagogia attiva e non direttiva: ci dici di cosa si tratta e a chi è rivolto?

La pedagogia non direttiva vede il bambino come parte attiva del processo educativo, al contrario di un’impostazione classica, in cui generalmente subisce in modo passivo i contenuti scelti per lui dall’educatore.
Il bambino e le sue curiosità, interessi e attitudini acquistano così un ruolo centrale, sono questi i punti di partenza e intorno a cui si sviluppa l’apprendimento, l’adulto riveste il ruolo di accompagnatore e guida lungo questo percorso.
Questo corso di formazione si rivolge ai genitori ed educatori che si sentono vicini a questa linea educativa e ne vogliono sviluppare ed approfondire i sistemi e le tematiche.

Chi sono i docenti, come li avete conosciuti?

Il progetto Sloweducation nasce così dalla sinergia di due appassionati ed intraprendenti giovani insegnanti: Davide Donadi e Raffaella Cataldo, lui, di formazione steineriana, tra l’altro è cofondatore del Kiskanu, la prima scuola ad indirizzo democratico in Italia, lei, con una grande preparazione sul metodo Montessori, è mamma homeschooler, formatrice e coordinatrice di piccole scuole autogestite di stampo libertario.
Li ho conosciuti quando ho seguito personalmente questa formazione alla sua prima edizione e sono rimasta affascinata dalla miscela di competenza, umanità, umorismo e saggezza che caratterizza il loro corso, in cui non vengono date delle ricette pronte ma insieme si scopre e si elabora, si acquisiscono strumenti da poter utilizzare in ogni momento della nostra vita di genitori ed educatori.

Ci puoi fare due esempi di applicazione pratica di questo metodo, evidenziando le differenze rispetto ad altri? Proviamo ad immaginare di essere a casa in una situazione quotidiana e poi di trovarci in una situazione didattica.

Ogni giorno ci si offrono continuamente spunti per applicare questi principi, basta solo partire dalla curiosità o necessità del momento e lavorarci intorno, curiosando, provando, sbagliando e riprovando ancora magari… Osservare è il primo passo: personalmente non amo i videogiochi né tantomeno le “japponesate” che saltano fuori dal cartone del momento… ecco che puntualmente mio figlio di sei anni scopre le carte “Yu Gi Oh” e ne rimane totalmente affascinato, torna a casa col suo mazzetto ed inizia a dire cose incomprensibili e a cercare di spiegarmi di icsis, effetti, ed evocazioni; qualche giorno dopo lo sento in sottofondo che legge il numero sulla carta: “Ottomilaaaaseicento, seimilaaaaatrecento…” Roba da non crederci, ma se l’altro giorno sapeva i numeri scritti sino a dieci!!!! Mi metto vicino a lui, lo ascolto e lo aiuto a leggere questi numeroni aproffittando per accennargli alla posizione delle centinaia e delle migliaia.
In un percorso da homeschooler questo vale sia per vita quotidiana che per la didattica, le due cose vanno di pari passo, ma come ci raccontano Davide o Raffaella delle loro applicazioni di questo approccio in un sistema scolastico l’idea di fondo è sempre quella: seguire un interesse e da lì partire per un viaggio che ci può portare alla scoperta di mondi collegati tra loro, o lanciare un’idea e seguire la sua evoluzione, di certo bisogna avere grande intuito e presenza per cogliere l’attimo e tradurlo in termini di interesse per una platea di bambini che parlano una lingua da cui spesso ci siamo allontanati…

Mi ricordo sempre con che ammirazione sono rimasta a sfogliare i lavori di Davide per i suoi ragazzi attraverso cui è stato capace di ricollegare il mondo della natura o la grammatica alla fisiologia umana, trovare una connessione tra tutto ciò che è dentro di noi con ciò che sta fuori, assolutamente geniale e soprattutto estremamente a misura di bambino che ha bisogno di “vedere” come funzionano le cose più che capirle sul piano astratto.

Ci parli anche della vostra associazione, quali sono gli scopi e cosa proponete?

NaturalmenteCrescendo nasce dall’incontro di tre mamme con l’obbiettivo comune di seguire la crescita dei propri bambini arricchendola di spunti e di proposte stimolanti, perché si sviluppino in loro forti le già naturalmente presenti attitudini all’essere curiosi, interessati del mondo, empatici, disposti all’ascolto e alla cooperazione, al rispetto di sé e di ciò che li circonda… pian piano la cosa si è allargata anche ai bimbi degli altri e, vedendo che è quello che ci coinvolge ed appassiona di più in questo momento abbiamo pensato di dargli una forma un po’ più “istituzionale” e trasformarla in un’occupazione vera e propria e, dato che anche noi adulti abbiamo un costante bisogno di imparare programmiamo attività di interesse per varie face d’età, o per bambini ed adulti insieme.

Curiamo un grande ed accogliente spazio che condividiamo con chi ha voglia come noi di ricercare, confrontarsi, sognare e realizzare.

“Guarda i vermi mamma, e stai tranquilla: non hanno paura di noi!”

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