Il caso Bellwether (Bellwether Revivals nella versione originale) è il primo fortunato romanzo di Benjamin Wood, scrittore e insegnante di scrittura creativa alla Birkbeck University of London. Pubblicato da Simon & Schuster nel 2012, poi portato in USA e in Canada, il romanzo ha avuto un’accoglienza trionfale in Francia, dove ha ricevuto Le Prix du Roman Fnac 2014 e ora sta per diventare un film prodotto dalla BBC. Ponte alle Grazie lo propone ora in Italia con la traduzione di Maurizio Bartocci e Valerio Palmieri. È un pomeriggio di aprile accogliente e luminoso quello in cui mi dirigo all’incontro con Benjamin Wood. Gli alberi di pesco che oscillano lievemente in alcune stradine laterali del quartiere Prati di Roma sono fioriti e nel muovere i loro rami sembrano produrre una melodia. Sono sotto l’effetto della lettura de Il caso Bellwether, un libro in cui la musica (e la suggestione che da essa dipende) gioca un ruolo centrale nell’agganciare il lettore alla narrazione. Il titolo scelto per la versione italiana del romanzo di Wood fa pensare a un poliziesco in perfetto stile Sherlock Holmes e l’incipit con cadaveri in una casa di campagna inglese sembra confermare questa ipotesi, ma in una manciata di pagine passiamo a quello che potrebbe essere un romanzo di formazione, con il giovane Oscar Lowe che, attirato dal suono di un organo, conosce Iris, suo fratello Eden e il loro piccolo esclusivo gruppo di studenti/rampolli dell’alta borghesia inglese. Un’altra manciata di pagineela storia vira verso un’ambientazione gotica, in cui illusionismo, ipnosi e capacità eccezionali, vere o presunte, dominano la scena. Mi piacerebbe cominciare il nostro incontro con l’autore, chiedendogli di mettere ordine in queste tumultuose prime impressioni che mi hanno depistato, rivelandoci qual è la strada giusta da seguire e se ne esiste una.Sono contento di questa sensazione iniziale di straniamento che ha provato. Ogni autore amerebbe scrivere un romanzo che sia difficile da classificare. I lettori (spesso anche gli editori) hanno il bisogno di sapere in quale ambiente si muovono, per capire cosa si possono aspettare dalla narrazione, ma non bisogna subito assecondarli.Il libro ha elementi tipici del giallo, del thriller e del mistery, ma soprattutto ha come obiettivo quello di parlare della musica e dei suoi effetti sulle persone. 
Benjamin Wood
E’ stata la musica a spingerla a creare questa storia? Sì, la cosa che mi ha spinto fin dall’inizio a scrivere questa storia è stata capire se riuscivo a trovare il modo giusto per esprimere gli effetti emotivi che la musica ha sulle persone. Attorno a quest’idea ho scritto e attorno a quest’idea il testo è man mano cambiato. Ho iniziato a lavorare su un personaggio che affermava di poter influenzare e curare le persone attraverso la musica, originalmente era un personaggio diverso da Eden Bellwether, era un chitarrista canadese. Poi sono arrivato a Cambridge e ho capito che poteva essere sì un musicista, ma anche uno studioso, un teorico della musica. Der Vollkommene Capellmeister del compositore e filosofo settecentesco Johann Mattheson è il testo che nel suo romanzo diventa l’ossessione di Eden Bellwether e che dimostrerebbe che la musica può diventare un formidabile strumento di controllo delle menti altrui. So che lei ha fatto degli studi molto approfonditi sulle teorie di questo compositore per creare il personaggio di Eden, se ne trovano indizi non solo nella storia, ma anche nel linguaggio utilizzato da Eden. Ma cosa ne pensa Benjamin Wood di questa teoria? Certamente la musica ha degli effetti terapeutici, non so se sia davvero possibile usarla per curare mali fisici come tenta di fare il mio personaggio [Eden ndr], ma oggi viene normalmente usata come terapia per mali che riguardano la nostra mente, come il morbo di Alzheimer. Penso che nonsiastato ancora fatto abbastanza per indagare gli effetti che la musica può avere sugli esseri umani, soprattutto sulle emozioni degli esseri umani. Anche se sono un razionalista e credo nella forza della scienza, preferisco rimanere aperto anche ad altre possibilità, perché penso ci sia ancora molto da scoprire su questo tema.

Ringraziamo Benjamin Wood per averci parlato del suo romanzo Il caso Bellwether.Link alla News su Sul Romanzo.




