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Incontro con Gerard Butler ed Aaron Eckart

Creato il 12 aprile 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Al termine della proiezione stampa dell’atteso action movie Attacco al potere-Olympus has fallen, in una sala conferenze mai così affollata incontriamo i due divi protagonisti del film, Gerard Butler (anche in veste di produttore) ed Aaron Eckart. I due attori, in pieno tour promozionale, si sono fermati giusto il tempo per rispondere a qualche domanda, soprattutto alla luce di eventi internazionali che rendono il film quanto mai attuale. Riportiamo i passaggi più interessanti :

Questo film ha un sapore nostalgico, richiama un tipo di azione tipico degli anni ’80, dell’era Reagan, è stato un effetto voluto?

G.B. : Sicuramente abbiamo cercato di fare qualcosa di diverso, volevamo azione vera, sul modello di Die Hard, e avevamo poi la possibilità di raccontare una storia in un certo senso ruvida, spigolosa. Abbiamo aggiornato il tutto alle più recenti tecnologie, le minacce terroristiche oggi sono molto più reali e preoccupanti di tanti anni fa, ed è curioso che abbiate citato Reagan, perché il principale consulente del film ha fatto parte della sua scorta presidenziale. Il regista Antoine Fuqua era l’unica scelta possibile poiché oltre che un mio caro amico è un regista che sa quello che vuole e non ha paura di nulla.

Dato che ci vogliono almeno due anni per realizzare un film, non potevate immaginare ciò che sarebbe successo tra Stati Uniti e Corea del Nord in questi ultimi giorni, sicuramente è un avvenimento negativo per il mondo ma forse positivo per il film. Che idea avete al riguardo?

A.E. : Sicuramente va detto prima di tutto che si tratta di un film, si tratta di finzione, ed in questo film parliamo di una cellula di terroristi e non del governo coreano che attacca la Casa Bianca. Comunque si tratta sicuramente di una minaccia vera, anche perché la Casa Bianca viene vista come l’ultimo trofeo ed il Presidente è la gallina dalle uova d’oro. Questo poi è un film che celebra gli eroi nascosti, quelli che stanno dietro le quinte e ci proteggono, come il personaggio di Gerard. Noi poi speriamo che ci sia una soluzione diplomatica a queste tensione, e ci auguriamo che la gente vada a vedere il film!

G.B. : Sembrava un po’ accusatorio come per dire avete fatto fortuna perché c’è la concomitanza della crisi coreana. Ovviamente scherzo, certo se avessimo realizzato un film con i terroristi giamaicani nessuno sarebbe andato a vederlo, anche perché abbiamo cercato di realizzare un film con minacce pertinenti, reali che ci colpiscono nel cuore, nella mente che ci spaventano, ci fanno stare all’erta, sempre pronti, qualcosa che poi risulta coinvolgente, interessante, potente ed efficace; per altro la crisi nord coreana non è iniziata la settimana scorsa, già c’era un anno fa, forse oggi ha solo raggiunto un particolare punto di criticità ma è stata negativa anche in passato.

Domanda per Butler in veste di produttore, si ritiene soddisfatto per l’interpretazione di Eckart nei panni del Presidente?

G.B. : Aaron ha indicato il mio personaggio come l’eroe ma fondamentalmente questo film mostra che l’eroismo è presente in tutti noi, che a prescindere da quello che ci colpisce e ci ferisce riusciremo a farcela, riusciremo a venirne fuori. Quando Aaron ha accettato di partecipare, il film si poteva realizzare perché il fatto che Antoine avesse accettato di dirigerlo significava poter ottenere grossi nomi e dopo Aaron si sono aggiunti Morgan Freeman e Angela Basset e quindi è stato veramente fondamentale. E’stato bellissimo vederlo recitare, vedere cosa lui sia riuscito a tirare fuori in termini di interpretazione, mostrare l’integrità, la tenacia, il dolore, io ho lavorato con loro per cui  ho visto quanto impegno ci ha messo, quanto è riuscito a dare in termini di performance.

Aaron Eckart, a quale presidente si è ispirato per interpretare il ruolo di leader degli Stati Uniti ?

A.E. : Ogni ragazzino americano viene educato a credere che chiunque può diventare il Presidente degli Stati Uniti, di occupare un giorno quella sedia; io ho molto rispetto per il mio paese, per la carica del Presidente. Quando Antoine mi ha parlato di questa opportunità e del suo immaginare un presidente che fosse giovanile, atletico, ricco di energia facendo riferimento a Kennedy che sembra incarnare questa gioventù, questo carisma, questo fascino ma anche questa durezza, e abbiamo anche parlato di Obama e della scena d apertura del film in cui il Presidente fa box, realizzata proprio perché Antoine voleva mostrare un presidente che fosse sufficientemente forte, in grado di affrontare quello che poi accade nel film.

Emiliano Longobardi


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