Lo so, sono in stra-mega-super ritardo con questo post. In realtà Claudio Cecchetto l’ho conosciuto lo scorso 27 novembre, nella mia (e un po’ anche sua) Verona, per la presentazione dell’autobiografia In Diretta. Ma solo oggi sono riuscita a trovare un po’ di tempo per buttare giù qualche riga per i posteri. Che dire? Ci hanno fatto su pure due servizi sulle emittenti televisive locali, e anche se non vengo citata direttamente mi si vede ridere e chiacchierare piacevolmente con il mito della radio italiana. Ridere, sì, perché Claudio è davvero una persona alla buona. Una di quelle a cui il successo non ha dato alla testa, che è rimasto con i piedi ben piantati per terra… e che ha fatto e fa tutt’ora uno dei lavori più belli del mondo.
Non ringrazierò mai abbastanza Silvia di Feltrinelli e lo staff di Baldini&Castoldi per questa bella opportunità. Ma più di tutti mi sento di ringraziare Claudio Cecchetto per aver scritto questo libro, e per aver fatto quello che ha fatto. Io che sono cresciuta con nelle orecchie tutte le canzoni degli 883, che ho cantato davanti alla tv, con una forchetta al posto del microfono, seguendo il Karaoke di Fiorello e che ho scoperto da poco com’è bello fare radio, posso davvero solo che dirgli GRAZIE.
«Io l’ho vista in azione questa centrale elettrica alimentata a musica e sogni, e a stargli vicino c’è da diventare fosforescenti. […] Se posso fare un augurio a un ragazzo che vuole fare carriera nello spettacolo gli auguro di essere un burattino nelle mani di un burattinaio come Claudio.» (Jovanotti)
(a proposito di Radio Deejay) «Non era semplicemente una radio, era un nuovo modo di concepire la fruizione di musica e parole, uno stile, un linguaggio, una gamma di colori. Un universo, come quello dei supereroi della Marvel, in cui Claudio Cecchetto era Stan Lee.» (Max Pezzali)
«Era un leader… anzi «IL» leader, e come tutti i leader veri, quelli autentici, Claudio non ti aiutava solamente a tirare fuori il talento che credevi di possedere, ma ti aiutava a tirare fuori la parte migliore di te, quella che neppure tu sapevi di avere». (Fabio Volo)
«Cecchetto ha il dono d’individuare i “divulgatori d’energia”. Pensateci: ripassatevi mentalmente tutti i nomi delle sue scoperte, da Jovanotti a Fiorello, e vi verrà sulle labbra un sorrisino, vi pare poco? Forse questa sua ricerca costante dell’energia è il suo marchio da sempre». (Leonardo Pieraccioni)
L’intervista è andata bene: è stata una chiacchierata piacevole e anche il pubblico mi è sembrato attivo e partecipe. Non sto qui a riportarvi domande e risposte. Trovate tutto nel suo libro, che vi consiglio di acquistare, per voi o come pensiero per Natale. Sarà sicuramente apprezzato. Sia che lo regaliate a vostro padre o a vostra madre o a uno zio, che con Cecchetto ha in comune l’età, e che quindi rileggendo quelle pagine rivivrà parte della sua giovinezza, sia che lo regaliate a un parente un po’ più giovane, più o meno sulla trentina, che ha visto in Claudio un mito e un personaggio da ammirare, che ha dato il successo ai grandi della sua adolescenza (leggi Max Pezzali, Jovanotti, Fabio Volo o i Finley), sia che lo regaliate a un ragazzino che oggi ha 16 anni e che forse potrebbe guardarvi storti perché magari tutti questi nomi per lui sono quasi Preistoria. Saprà apprezzare la voglia di vivere e di divertirsi che traspare dalle pagine e potrà usufruire dei preziosi consigli che l’autore elargisce qua e là.
Ci sono anche un sacco di aneddoti: dal primo incontro con Mike Buongiorno, suo talent scout, ai dietro le quinte di Sanremo, dalle sue prime esperienze come dj in discoteca alla creazione della sua Radio, dalla storia d’amore con Mapi alla “teoria della pianta”.
Insomma un libro davvero imperdibile.