Freelance da sempre, ha cominciato a collaborare con le tre reti Rai nel 1982. Inviata di guerra per Mixer introduce in Italia il videogiornalismo: abbandona la troupe e inizia a lavorare da sola con la sua videocamera. Teorizza il metodo e lo insegna nelle scuole di giornalismo. Nel 1997 porta in Rai Report: inchiesta vecchio stile che attraverso l’uso di nuovi mezzi abbatte i costi, e permette agli autori di dedicare più tempo all’inchiesta. Oggi Report, è considerato da pubblico e critica il miglior programma di giornalismo investigativo. Ma tutto questo ha un prezzo: “è un genere di giornalismo che comporta un sacco di fatica, un sacco di tempo di preparazione e avere a che fare con un datore che non ti da la sicurezza di lavorare è frustrante. Report è un programma di approfondimento con un bilancio nettamente positivo grazie al lavoro svolto in piena autonomia, costa due milioni ne fa incassare quattro, si sa che è giornalismo d’inchiesta, è una scelta, si sa anche che è un programma che sta sulle scatole a tutti, ma è una scelta che fai a monte e quindi fatta anche dal datore di lavoro”.
Ma la fatica maggiore arriva da un’altra parte, attualmente ha una quarantina di cause aperte, che la trascinano in tribunale continuamente, molte delle quali, “assolutamente pretestuose” e mirate a colpirla rallentando il suo lavoro di giornalista di inchiesta. E’ questo che la Gabanelli ritiene ” un impegno mentale”, “Ci sono cause che possono fare molto male, perchè siamo accusati semplicemente di avere detto il vero!” – Suggerisce la possibilità di adottare il metodo anglosassone, e cioè che se qualcuno ti trascina in tribunale e chiede un risarcimento danni in denaro, se perde e se viene accertato che le accuse erano infondate e false, allora è tenuto a risarcire il danno morale e materiale dell’altro con una somma che è un multiplo di quella che aveva richiesto in partenza, tale metodo, aggiunge, sarebbe un “buon deterrente” contro i furbetti che fanno causa solo per tentare di ingolfare un meccanismo di giornalismo di inchiesta che porta alla luce scomode verità e che rivela nomi e cognomi dei trasgressori della legge, chiunque essi siano. Nonostante tutto attualmente ha vinto la totalità delle cause nei suoi confronti che già sono state portate a termine.
Alla provocazione dell’ intervistatore: “Lo sai che Sgarbi prenderà 250mila euro a puntata mentre tu ne prendi 150mila lordi in un anno…la risposta arriva pronta: “Io penso che faccio un mestiere che mi piace e mi pagano pure, pensa un po’!”
Al termine il pubblico l’ha applaudito a lungo, e lei per spronare i giovani “colleghi”a fare bene il loro lavoro, ha risposto a chi le chiedeva come fosse riuscita ad avere così successo che l’importante è la voglia, la passione, ma soprattutto crederci fino in fondo, perché non c’è miglior modo di non farcela che dirsi “non ce la posso fare”.