Dopo l’incontro tra il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, i responsabili della sicurezza dello Stato, quelli del calcio e dello sport italiano, sono arrivati alla conclusione che dalla prossima stagione prenderà atto una strategia condivisa tra le parti per contrastare la violenza negli stadi. “In vista dell’avvio della prossima stagione calcistica” – si legge in un comunicato del Viminale - il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, “ha condiviso l’esigenza di una strategia comune con i rappresentanti degli organismi calcistici professionistici circa gli ulteriori strumenti diretti a rafforzare l’attività di prevenzione e di contrasto dei fenomeni di violenza e illegalità connessi agli eventi sportivi”. Gli obiettivi del pacchetto di misure: il Daspo di gruppo ed ulteriori restrizioni alle trasferte.
(avvenire.it)
All’uscita il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha affermato: “Ci sarà a brevissimo un altro incontro e il ministro degli Interni, Angelino Alfano, si è impegnato a portare, in un prossimo consiglio dei ministri e dopo aver fatto le dovute verifiche, un pacchetto di normative di cui oggi ci sono delle bozze, proprio per le esigenze e le necessità che noi tutti conosciamo. C’è la volontà di aggredire l’argomento – ha aggiunto il presidente del CONI -, i campionati iniziano a fine agosto e quello della Serie B una settimana prima. Si è chiesta un’opinione e una testimonianza su tutte le vicende perché la morte di Ciro Esposito ha creato ulteriormente una accelerazione”.
Gli interventi del governo su: normative, organizzazione e cultura. Sono tre, secondo Malagò, gli aspetti in cui bisogna intervenire per combattere la violenza negli stadi: “Normative, organizzazione e cultura. Normative – ha spiegato Malagò – e cioè delle leggi speciali che ho sempre invocato nei confronti di chi ci fa vergognare di andare allo stadio e di chi si comporta in un modo violento e crea dei problemi, non solo di sicurezza ma anche per la parte sana. Organizzazione, perché è necessario predisporre una serie di atti infrastrutturali a 360 gradi. Cultura, perché oggi più che mai si può e si deve fare di tutto per spiegare perché siamo arrivati a questo punto e come si deve ripartire”.
Le dichiarazioni di Mario Macalli, presidente Lega Pro. Mario Macalli, presidente della Lega Pro, ha spiegato che “per adesso non c’è niente, è stata una riunione interlocutoria. Ci richiameranno, penso a breve, senza la pompa magna delle persone importanti e magari si parlerà più direttamente con le società e con le leghe… E’ normale che lo faccia, ci sono dei problemi e vanno risolti con l’aiuto di tutti. Prima di tutto -ha evidenziato- devono parlare in consiglio dei ministri, ma ha voluto capire quale era la situazione per poter poi esprimere all’interno del consiglio stesso le valutazioni che porteranno anche a delle normative di un certo tipo. Ma per adesso non c’è niente, è stata una riunione interlocutoria per sentire come la pensano le varie componenti”.
I partecipanti alla riunione in Viminale. Alla riunione hanno partecipato il viceministro, Filippo Bubbico, il capo di Gabinetto del Ministro, i vertici nazionali delle Forze di Polizia, i responsabili delle Agenzie Informazione e Sicurezza, il Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giancarlo Abete, il Presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie A, Maurizio Beretta, della Serie B, Andrea Abodi, della Lega Calcio Professionistico, Mario Macalli e della Lega Nazionale Dilettanti, Carlo Tavecchio.