Di Maio: “Pd lento”. Luigi di Maio del M5S ha affidato a facebook e i suoi lettori, il suo commento a caldo dopo l’incontro. “Oggi abbiamo incontrato il Pd. Lenti, devo dire: hanno rimandato a un altro tavolo… Dopo 25 giorni di gestazione dal primo. Non gli lasceremo spazio per alibi o perdite di tempo”. Il vicepresidente della Camera ha aggiunto: “Sulle preferenze c’è stata un’apertura, che verificheremo eccome. Non siamo assolutamente d’accordo sul loro Senato non elettivo, ciò non vuol dire che non possiamo votare insieme l’abolizione dell’immunità parlamentare e gli altri punti esaminati al tavolo. Ora occhi puntati sul Senato dalla settimana prossima. Si vota per l’immunità parlamentare e vediamo se tengono fede agli impegni di fine tavolo”.
A Luigi Di Maio ha replicato Debora Serracchiani: “Il Pd non è disposto a scambiare la governabilità con le preferenze”. “Perché dovremmo fare un mercimonio della riforma?”. Ma il M5S preme sulle preferenze a spada tratta: “La nostra proposta alternativa di sistema elettorale ha come primo punto un proporzionale senza soglie di sbarramento. Al primo turno vince chi prende un voto più del 50%, altrimenti c’è il ballottaggio” spiega Toninelli.
L’eurodeputata Pd Alessandra Moretti ha chiarito che sono improbabili cambiamenti radicali: “Noi siamo già arrivati a una mediazione con le altre forze politiche che hanno accettato il confronto con il Pd. Un dialogo che inizialmente i grillini hanno rifiutato”. La replica di Toninelli: “Capisco, comanda Berlusconi…”.
Renzi: “Non sono un bradipo” ha detto, togliendosi un sassolino dalla scarpa. Ai cinquestelle ha detto: “La prima richiesta di confronto con voi l’ho scritta l’8 dicembre. Se io sono un bradipo, voi che ci avete messo 6 mesi per rispondere cosa siete?”. Sulle preferenze il premier ha spiegato: “Noi non pensiamo che la preferenza sia lo strumento della democrazia ma tra averla e non averla preferiamo averla. Si è arrivati però a un accordo sulla legge elettorale che non le prevede tanto che come Pd facciamo le primarie”.
“Tra la vostra proposta e la nostra non c’è il Rio delle Amazzoni ma c’è un ruscello che non è detto riusciremo a colmare, ma potremmo trovare punto incontro” ha detto Renzi che poi ha lanciato la sua proposta: “Ci rivediamo prima che l’Aula del Senato discuta di legge elettorale e quindi dopo l’approvazione in prima lettura da parte del Senato del Ddl riforme. Da qui al primo agosto facciamo il giro ufficiale con tutte le forze politiche che stanno consentendo di far le riforme costituzionali e elettorale e mettiamo per iscritto quello che può restare in piedi o no. L’importante è che ci stiano anche gli altri perché le regole vanno condivise con tutti”.
“Riconosco ai cinquestelle che sul ballottaggio c’è apertura. C’è lo scoglio preferenze che è molto forte” spiega Renzi “c’è lo scoglio di rappresentanza dei partiti piccoli. “Mettiamo per iscritto cosa può restare in piedi e non perdiamo neanche un minuto, in modo tale che se son rose fioriranno”. Poi il premier ha detto che personalmente avrebbe preferito le preferenze ma che il patto per l’Italicum non lo prevede. E ancora Renzi ai grillini: “Non potete dire prendere o lasciare. Ve lo suggerisco con la massima umiltà, neanche noi lo diciamo che abbiamo il doppio dei vostri voti”.
Il premier Renzi si è detto disposto a discutere sulla questione immunità parlamentare “purché ci sia l’accordo di tutte le forze politiche” . Luigi Di maio ha lanciato a quel punto la provocazione: “Deve andare ad Arcore a chiedere il permesso?”. “Finché non riconoscerete la differenza fra il partito di Arcore e il nostro” replica Renzi “non capirete perché il vostro ‘vinciamo noi’ è diventato ‘vinciamo poi’ “.
Durante l’incontro c’è stato anche tempo per una battuta sui chili in più di Renzi. A Luigi Di Maio che lo accusava di arrampicarsi sugli specchi pur di non rispondere alle argomentazioni dei 5 Stelle sulla legge elettorale, il premier ha risposto: “Mi arrampico sugli specchi? Veramente non mi posso arrampicare. Sto ricevendo un sacco di messaggi di gente che mi dice che sono ingrassato…” dice toccandosi la pancia.
Alla vigilia dell’incontro l’ala dura del Movimento 5 stelle è andata in pressing su Di Maio: “Porta a casa un risultato”. Al centro del colloquio il nodo delle preferenze, possibile campo per uno scontro frontale. Per i pentastellati ci saranno i due capigruppo a Camera e Senato Paola Carinelli e Vito Petrocelli, più l’estensore del cosiddetto Democratellum, Danilo Toninelli, e Luigi Di Maio, principale sponsor dell’apertura del Movimento al dialogo con i democratici. La delegazione del Pd dovrebbe essere formata dal vicesegretario Debora Serracchiani, il capogruppo alla Camera Roberto Speranza e Alessandra Mo la
Qui (http://youtu.be/uTFgz3AMiaY) la registrazione dell’incontro.
Dai dati e dalla diretta streaming è auspicabile, facendo i dovuti scongiuri, ad un’intesa anche tra Pd e M5s. Quando? Impossibile dirlo: sappiamo che entrambi i partiti sono frammentati al loro interno e difficilmente un nucleo spaccato nel suo cuore, riesce a trovare un equilibrio.
Il clima è stato sicuramente più disteso rispetto a precedenti incontri, nonostante il rinvio e il ritardo di un’ora dello streaming (previsto per le 14:00, ma avviato alle 15:00). Sta di fatto che di tensioni ce ne sono ancora e non poche, e nessuno, con toni infervorati, di scherno o ironici vuole arretrare: c’è fermezza di convinzioni e almeno questo è un merito.