Un giorno non ci crederanno mai, ci immagineranno come noi immaginiamo i nostri bisnonni con i dagherrotipi. Eppure c’è stato un tempo in cui per trovare un numero dovevo aprire un elenco telefonico e se ero fuori casa con un gettone telefonavo da una cabina telefonica a casa di qualcuno. “Mi spiace..è appena uscita.” Puff..game over..andata. Non c’era altra storia. Rassegnazione e pazienza “Va bene, richiamerò stasera..”. Senza troppi patemi. Quello che oggi mi risulta incomprensibile e quasi incredibile è che vivevo bene lo stesso. La risposta spesso non era ora o subito, bisognava aspettare, ma a volte l’attesa cambiava la storia. Niente sms, whatsup, google e iphone. Io che ho vissuto l’epoca del gettone bronzeo e della cabina telefonica, del telefono del baretto a scatti, del se non ti ricordi chi ha scritto Le anime morte apri la Treccani, del “se all’appuntamento arrivavi in ritardo”, l’altro aveva solo due alternative, aspettava o se ne andava. E potevo sapere quale delle due opzioni avesse scelto solo andando di persona a scoprirlo. Mi rivedo che per andare in un luogo consultavo la cartina Deagostini, che dopo averla spiegata come un lenzuolo, veniva spiaccicata sul volante e poi, essendo impossibile da ripiegare veniva arruffata nei sedili dietro. Mi rivedo che si diceva “ci si trova in piazza” e ci si incontrava senza nemmeno un sms. Mi rivedo che a capodanno si facevano gli auguri a voce, chiamando a mezzanotte al telefono – di casa – i nonni che quasi quasi già dormivano davanti al loro televisore, che aveva un tubo catodico che si misurava a metri. Mi rivedo che mandavo le lettere vere e passavo ore in cartoleria a scegliere la carta da lettere per l’amica di penna inglese a cui mandavi la busta con i contorni a righe rosse e blu. Chissà se esistono ancora le carte da lettere. Anzi adesso che ci penso non sono sicura esistano ancora le buche rosse delle lettere con le due fessure “per la città..” e fuori città..E scrivevi a penna non al PC, e nemmeno con la macchina da scrivere perchè se dovevi modificare non c’era il copia incolla, nè il canc..ma riscrivevi tutto il foglio o andavi indietro e cancellavi con tante xxxxx. Mi rivedo che andavo dal fotografo a sviluppare il rullino della gita, e se le foto erano tutte mosse o troppo scure non c’era proprio nulla da fare perchè photoshop boh..chi lo conosceva. Mi ricordo che l’unico 3D era il cartone di “Dolce Remi”, con gli occhiali di cartone trovati su TV Sorrisi e Canzoni e l’uica cosa tridimensionale erano le bolle di sapone….Quella io, oggi, senza il cellulare va nel panico, come uscire di casa in mutande. Senza internet, senza google …aiuto!!! Google è la mia treccani, le mie pagine gialle, le mie cartine stradali, le mie domande e le mie risposte. L’Adsl è una necessità primaria! Wifi…connessione… Sky…schermo piatto..Occhiali e tv 3D. Full HD, domotica, TAV, semafori e auto intelligenti per guidatori idioti. Come sono arrivata qui? E’ davvero meglio essere trovati ovunque? E’ davvero necessario avere sempre le risposte nel momento esatto in cui ti vengono in mente? E’ se lasceremo pensare i pc spegneremo i nostri cervelli? E se tutto ciò all’improvviso ci venisse tolto? Mmmh..andrò a cercare le risposte su Google….
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