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Creato il 31 agosto 2011 da Pesa
Come nel lontano 1983 se la cantava il buon Maestro Battiato, anche io certe notti prima di dormire mi metto a leggere, anche se avrei bisogno di attimi di silenzio. [per i più ignoranti]
Quindi sto qui, a letto, sdraiato a sfogliare qualche libro dalla trama avvincente, oppure con il PC sulle ginocchia girovagando tra siti internet o i vari blog mentre ascolto dell'ottima musica in sottofondo. E tutto ciò non fa altro che peggiorare la mia situazione di insonne, sempre nella speranza di schizzare in puro stile Tyler Durden. 
Il mio cervello non smette mai di pensare, son sempre lì sull'attenti, con gli occhi che velocemente scorrono da sinistra a destra, il cervello che pensa, formula idee, congetture, congiure e quant'altro. Sento la forza di poter fare qualsiasi cosa, scrivere, suonare, modellare, disegnare. Creare fondamentalmente. L'essere umano nasce e ha come scopo la creazione. Poco importa se sarà un altro essere umano o una merda inscatolata ed esposta per migliaia di euro, l'importante è la creazione e, per certi versi, ancora di più l'ammirazione, perché nulla va denigrato, tutto va apprezzato per lo sforzo, l'impegno, l'intelletto.
Ascolto musica sotto l'effetto di sostanza psicotrope e ho la mente che ancora gira più veloce. Mi ritrovo sul fondo marino, attorniato da uomini disperati che non avendo altra alternativa per la propria sopravvivenza mangiano i propri cani, con in cuore la speranza che il coraggioso capitano arrivi a salvarli con un'altra nave.
Penso a cosa scrivere con stimolante frenesia. È talmente tanto il materiale che frulla qui nella mia testa che proprio non riesco a decidere cosa pigiar sui tasti. Se devo essere onesto però penso che se pigiassi a caso, senza schema logico alcuno, oppure cercassi di cesellare frasi stilisticamente perfette il risultato sarebbe sempre lo stesso: mi sentirei al settimo cielo, osannato dall'Alleluia degli angeli in eterno. 
E nulla, niente può distrarmi. 
Ogni tanto alzo lo sguardo e ammiro Cagliari in lontananza. Ammiro i suoi colori e il rosso che si solleva alle sue spalle. Ricordo le passeggiate e i pomeriggi passati sui suoi colli, le arrampicate per le vie di Castello alla scoperta di storie scomparse dalla memoria e rimaste impresse nelle vie, nei palazzi, nelle strade. 
Volgo lo sguardo dalla parte opposte e sputo per terra. Vedo la Saras, vedo i suoi fumi neri, le sue fiamme terrificanti che si alzano e minacciano l'oscuro cielo notturno, turbano il fisico e la salute di tanti ma gonfiano il portafogli di pochi. 
Un'altra canzone mi riporta nella mia stanza, nel mio PC, in questo schermo, e così mi accorgo che ancora non riesco a dormire, e per certi versi è meglio così. 

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