La privacy su Facebook non è più garantita. Il ministero degli Interni possiede le password per accedere ai profili di Facebook
e degli altri social network maggiormente utilizzati.La Polizia postale italiana, prima in Europa, ha concluso una collaborazione con i vertici di Facebook, al fine di utilizzare
le password per i controlli soprattutto nella lotta contro le truffe telematiche, la pedopornagrafia e il phishing.
La polizia municipale di Milano, ad esempio, attraverso i social network si è infiltrata tra i writer per riconoscere la paternità
dei graffiti che ricoprono i muri della città; le foto segnaletiche della polizia, il più delle volte, corrispondono con le foto dei
profili dei social network. I carabinieri indagano sotto copertura per entrare nel giro di spaccio di droga tra i giovani.
Sebbene i fini siano condivisibili e utilissimi, resta il dubbio sulla garanzia della nostra privacy, che in questa maniera non è più
tutelata.